Martedì 8 aprile

Teatro della Pergola – Firenze
Umberto Orsini in
IL GIUOCO DELLE PARTI
da Luigi Pirandello

Lo spettacolo che chiude la stagione è l’ultima delle coproduzioni della Fondazione Teatro della Pergola che in questa occasione ha affiancato la nuova Compagnia fondata da Umberto Orsini lo scorso anno, un coraggioso bel regalo per i suoi sessant'anni di teatro. Apparentemente in controtendenza in un periodo così segnato dalla crisi economica che attraversa tutti i settori produttivi, Orsini spiega la nascita della compagnia come un “Profondo desiderio di aggregare al mio nome una serie di persone con le quali ho già lavorato o con le quali avrei sempre voluto lavorare e trasmettere loro tutta la mia passione, la mia esperienza e il persistente desiderio di ricerca e di qualità che ha guidato la mia vita artistica attraverso una seria preparazione professionale.” L’obiettivo è quello un laboratorio di lavoro permanente sul modello del suo maestro Luca Ronconi perché, prosegue – “Ho attinto tanto da tutti quelli che mi hanno preceduto e vorrei lasciare questa eredità a quanti camminano con me ora e cammineranno un giorno senza di me ma carichi, come lo saranno, di una conoscenza che viene da molto lontano e che io mi sento felice di trasmettere. La crisi la si combatte con la qualità e l’arrogante consapevolezza di fare un mestiere bello e utile.”
Orsini torna al Giuoco delle Parti di Pirandello a una quindicina d'anni di distanza dall’allestimento del Teatro Eliseo con la regia di Gabriele Lavia e dedica questa nuova edizione alla sua grande amica Rossella Falk nella certezza che “l’intelligenza teatrale di Rossella non sarebbe indietreggiata di fronte ai piccoli tradimenti che questa versione propone.”
La vicenda di Leone Gala (Umberto Orsini), di Silia (Alvia Reale) e di Guido Venanzi (Michele Di Mauro), rispettivamente marito, moglie e amante che un intrigo di passioni, ricatti, offese vere o presunte porta alla necessaria e cruenta eliminazione di uno dei tre, è notissima. Nel riproporre questo testo il giovane regista Roberto Valerio, anche lui attore della storica versione dell’Eliseo, ha immaginato un Leone Gala che, sopravvissuto ai fatti narrati dalla commedia, cerchi di ripercorrerli con la testimonianza del ricordo. Ce ne offrirà inevitabilmente una visione parziale e soggettiva ampliando in tale modo i piani del racconto e facendolo piombare in un clima che mescola reale ed irreale, presente e passato, razionalità e follia.

IL GIUOCO DELLE PARTI
da Luigi Pirandello
adattamento Valerio, Orsini, Balò
con Alvia Reale, Michele Di Mauro,
e con Flavio Bonacci
Carlo de Ruggeri, Woody Neri
scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
regia Roberto Valeri

Teatro Cantiere Florida – Firenze
Il Principe di Machiavelli, nella versione di Stefano Massini
Questa libera versione del “Principe” non si svolge fra velluti e troni, bensì fra tegami e ramaioli. Ebbene sì. Siamo in una cucina, dove un agguerrito drappello di cuochi avrà l’ingrato compito di cucinare un Principe all’Italia. Dare al disgraziato paese una guida, un governo, un faro, proprio come si augura Machiavelli nell’ultimo capitolo del suo celeberrimo libretto. Ma esiste una ricetta per creare dal nulla un governante modello? Con quali dosi di Virtù e Fortuna dovrà essere assortito? E ancora: il buon Principe è zuccheroso oppure salato? Deve bruciare il palato o scivolare in gola come una minestra? Con la metafora fertilissima dei fornelli, ci addentriamo dentro il nucleo vivo di un’opera straordinaria, autentico manuale di real-politik, vademecum per i sacerdoti del potere di ogni epoca. Ma della penna di Machiavelli non sopravvivono in scena solo le brillanti ingegnerie politiche: fra pentoloni e grembiuli si diffonde – come uno squisito odore di salsa – il sapore inconfondibile di quella lingua rinascimentale così diversa dal nostro italiano eppure così profondamente nostra, tutta da gustare mentre tratteggia con nitide pennellate i ritratti di decine di Principi passati, da Ludovico il Moro a papa Borgia, dal Duca Valentino all’imperatore Settimio Severo senza tralasciare Maometto II di Turchia. E poiché la cucina dei Principi sforna le sue pietanze da secoli, ininterrottamente, può perfino darsi che a un tratto, da quelle pentole inquiete, salti fuori un intingolo imprevisto, sulla cui ricetta pagheremo i diritti a Machiavelli, Indro Montanelli e Pasolini.
Ore 21 – TEATRO CANTIERE FLORIDA – via Pisana 111/R

Total
0
Condivisioni
Prec.
Maratona bilancio comunale: strisce blu d’oro

Maratona bilancio comunale: strisce blu d’oro

A fine mese scade la data per l'approvazione dei piani economici degli enti

Succ.
Lista amena: La Grande Mimmezza

Lista amena: La Grande Mimmezza

You May Also Like
Total
0
Condividi