La Scuola Sant’Anna realizza il primo esoscheletro robotico indossabile

È probabilmente il più complesso sistema robotico indossabile del mondo ed è stato realizato dal Laboratorio PercRo dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione (TeCIP) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un primo prototipo di “boby extender” venne realizzato nei laboratori dell’Ateneo pisano nel 2009. Fu la Direzione Generale degli Armamenti Terrestri del Ministero della Difesa a commissionare e cofinanziare il progetto di un esoscheletro indossabile che, nelle intenzioni di allora, avrebbe dovuto essere destinato ad applicazioni essenzialmente militari. Oggi, invece, il dispositivo di muscolatura robotica è pensato soprattutto per applicazioni civili, come amplificatore di forza per le persone con problemi di deambulazione. Entro tre o al massimo cinque anni l’esoscheletro Avatar sviluppato dalla Scuola Sant’Anna potrebbe essere commercializzabile e permettere a coloro che lo dovessero indossare una libertà di movimento prima impensata per un dispositivo ciberneticoil “boby extender”, infatti, permette movimenti delle gambe e capacità di camminare avanti, lateralmente ed indietro, di accovacciarsi e salire o scendere gradini, di sollevare carichi fino a 100 kg mediante braccia artificiali. L’esoscheletro robotico realizzato nei laboratori del TeCIP pisao è costituito da un corpo centrale al quale sono collegati quattro arti robotici (2 braccia e 2 gambe) che sono capaci di riprodurre i movimenti del corpo umano. Chi lo indossa lo può comandare afferrando delle maniglie dotate di grilletti per il comando della presa degli oggetti ed allacciando le cinture dello zaino e dei piedi. Con l’esoscheletro Avatar si ha molta libertà di movimento nonostante il dispositivo amplifichi la capacità di sollevamento pesi, divenendo in sostanza una piccola gru capace di lavorare in ambienti anche angusti. Per questo con il dispositivo è possibile contribuire ad operazioni di salvataggio di feriti in condizioni di emergenza, nel caso di disastri naturali o nel trasporto di materiali in cantieri edili. Dotato di sensori di forza in corrispondenza dei punti di contatto con il corpo dell’operatore, il “boby extender” realizzato dalla Scuola Sant’Anna è davvero capace di “capire” e riprodurre le intenzioni di movimento di chi lo indossa. Grazie al progetto di ricerca Echord (European Clearing House for Open Robotics Development) finanziato dall’Unione Europea l’esoscheletro Avatar verrà sviluppato ulteriormente di modo da renderlo più efficiente e capace di venire incontro alle esigenze di persone con deficit motorie, anziani e disabili.

Foto: www.sssup.it
 

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