La scrittura come terapia del dolore

Tutto è iniziato nel 2009 con una separazione dal compagno, dalla voglia di indipendenza e autonomia che non arrivavano, dal lavoro della vita perso e mai più ritrovato, da amori passionali terminati in modo burrascoso.
Sono stata male per ben due volte nel 2009 e nel 2011, ho avuto due tracolli molto forti ma ne sono uscita.
La rinascita, come la chiamo io, è avvenuta nel 2011, grazie all’amore di mia madre, alle medicine, alla forza di volontà ed alla scrittura.
Prima di questo c’è stato un percorso di dolore, lungo ,estenuante,interminabile, mesi passati nel letto, a dire cose senza senso, vaneggiando e senza concludere nulla.
La rinascita è avvenuta questa estate grazie ad un lavoro molto umile che mi sono trovata in Liguria, un lavoro che mi ha portata a pulire camere di albergo, un lavoro faticoso che presupponeva una forza fisica ed energie che io non avevo ancora acquisito.
Il lavoro non è durato molto, ma l’esperienza, il contatto con la gente, il sole, il mare hanno fatto scattare qualcosa in me che mi hanno portato ad iniziare un percorso verso l’uscita dal tunnel.
L’incontro con la scrittura è stato poi illuminante è il percorso che mi ha permesso di avere la voglia di comprare un semplice quaderno e scrivere quotidianamente gli episodi, gli eventi della mia vita.
Come terapia avevo il compito di scrivere della mia malattia, per attraversare il dolore, ma poi ho scoperto che oltre al dolore c’erano piccoli spazi positivi ed ho iniziato con quelli,all’inizio  ho scritto poche righe confuse  per poi passare a pagine e pagine di parole, emozioni riflessioni ben strutturate.
La scrittura è una compagna quotidiana, mi accompagna la sera prima di andare a letto, il pomeriggio quando vado al lavoro.
La scrittura è catartica, terapeutica, è arte, creatività ed emozione, ti libera dalle energie negative, le imprime su un foglio che poi rimane come testimonianza di un percorso.
Mi ci sono voluti mesi per arrivare al punto in cui sono, ovvero capace di guardare da lontano la mia malattia, capace di elaborare il dolore trasformandolo in qualcosa di intimo e soprattutto in esperienza di vita vissuta. 
Il dolore mi ha fatto crescere e mi sta facendo maturare, la scrittura mi ha resa più introspettiva e razionale, mi aiuta a prendere le decisioni della vita.
Non so se scriverò per sempre con questa intensità, probabilmente non sarà possibile, ma sono certa che la scrittura mi accompagnerà per tutta la vita.
Ciò che vorrei trasmettere è speranza, la speranza di poter uscire dal tunnel, dal buio più cupo e fosco, la possibilità di trovare dei mezzi personali attraverso i quali poter esprimere le proprie potenzialità, il proprio essere, strumenti per uscire da un male così silenzioso e subdolo come quello della depressione.
Mi sento di consigliare la scrittura come forma terapeutica, perché è immediata, è semplice ed è alla portata di tutti, bastano un foglio ed una penna.
Il mio percorso di rinascita non è ancora terminato, molti sono i passi che dovrò fare, e nonostante le cose non siano come le voglio (lavoro precario, situazione economica disastrosa, vita sentimentale inesistente) sono positiva e fiduciosa, perché le cose possono e devono cambiare.
Se avete voglia di condividere un momento di difficoltà potete farlo sarò felice di rispondervi  e parlarvi della mia esperienza, senza giudizi o consigli preconfezionati, non sono una terapista, ma semplicemente con l’esperienza vissuta in prima persona.
Un abbraccio

Alessandra Panozzo – Milano

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