La Costituzione: un progetto, una promessa e una visione

Il ruolo della nostra Carta fondamentale nella contemporaneità

La Costituzione, carta fondamentale della Repubblica Italiana, è ancora al passo con i tempi, o come in molti pensano, è invecchiata e non risponde più alle esigenze della contemporaneità? Domanda lecita, che si sono posti generazioni di giuristi e ancor di più, di politici, magari con l’intento di cambiare regole del gioco, finalità, meccanismo. Tentativi che finora si sono infranti contro il voto popolare espresso col referendum. Sul tema e su molto altro che riguarda la Costituzione, il suo ruolo, la sua fondatezza nei tempi della contemporaneità. abbiamo sollecitato una riflessione al segretario toscano del Movimento Repubblicani Europei, Simone Aiazzi, già membro del direttivo nazionale.

“Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad un cambiamento epocale della società che ha visto lo spengersi di ogni idealità e di ogni aspirazione verso la costruzione di società che sapessero consegnare alle generazioni a venire speranze ed ambizioni – dice Aiazzi – la globalizzazione e l’irrompere delle nuove tecnologie, sembravano aver aperto le porte di una nuova conoscenza, maggiormente diffusa ed alla portata di tutti”.  

Una speranza che, secondo Aiazzi, si è sgonfiata molto presto, a causa di alcuni passaggi che si sono rivelati letali. Ad esempio, “la trasformazione della comunicazione in sistema pubblicitario come la politica, ha fatto sì che il rapporto tra cittadini da un lato e società e politica dall’altro, passasse da una dialettica caratterizzata da un senso critico frutto di istruzione e conoscenza, ad una unilaterale propaganda da detersivi , dove il cittadino è diventato consumatore e la politica è diventata una agenzia di pubblicità”, alla ricerca di un solo elemento: il consenso.  

La nascita delle nuove piattaforme social ed i portali di informazione in un mondo in cui la finanziarizzazione dei sistemi economici ha reso in termini di successo o sconfitta la cifra delle relazioni umane, producono, dice il segretario dell’MRE regionale, un forte senso di inadeguatezza nella società. In particolare, è stato eroso quel sistema dei valori di libertà solidarietà, eguaglianza di cui la nostra Costituzione è portatrice.

Una riflessione che dà per intera l’importanza di riprendere una lettura accurata e profonda della nostra Costituzione repubblicana. ” Parlare oggi della nostra Costituzione – dice Aiazzi – è il modo migliore per cominciare un percorso per comprendere se, ancora oggi , rimane fondamentale sia per il momento attuale che per il futuro, mantenere la nostra Carta costitutiva come base indispensabile che consente anche ai nostri ragazzi ldi trovare fiducia e speranza nei valori della libertà e della solidarietà sociale come espressione di un comune vivere sociale. Nel desiderio di sentirsi parte di un progetto in cui tutti si riconoscano e dentro il quale trovare le ispirazioni per migliorare sé stessi e la società in cui viviamo”.  

Cos’è la Costituzione? “Banalmente può essere vista come un insieme di norme, di regole che caratterizza i sistemi politici in cui viviamo, il modo in cui organizzano il potere e la sua distribuzione tra organi diversi (potere legislativo, giudiziario ed esecutivo) o tra il centro e la periferia; i rapporti tra questi poteri ed i cittadini, il ruolo e le garanzie assicurati a questi ultimi – dice Aiazzi – ma c’è un altro modo di intenderla”. Non solo un insieme di norme, “ma un manifesto che segna il trionfo di un ideale, che esprime una visione politica dell’organizzazione sociale. Un documento che offre proiezioni future, pieno di promesse di cambiamento, di programmi di speranze. Sancisce quali sono i nostri diritti ma anche i nostri doveri. E’ la carta fondante i cui muri maestri, come diceva Calamandrei, sono stati cementati con il sangue e le lacrime di un popolo che ha lottato contro la tirannia del fascismo e la privazione della libertà, ponendo le basi per la costruzione di una nuova convivenza”.

Non solo. “La Costituzione assume anche la natura di luogo in cui si esprime la nostra democrazia repubblicana attraverso il potere del popolo rappresentato nel Parlamento, “ma anche l’espressione della Patria, che, come diceva Mazzini è il luogo in cui si trovano le persone a noi care, ovvero un insieme di liberi che fraternamente convivono nel principio di libertà. Questo è il senso di Patria alla cui base vi è un principio di fratellanza. E difendere la patria significa difendere la libertà di un popolo libero”.

Per tutto ciò, la” Costituzione non è un semplice pezzo di carta è un progetto, una promessa, una visione”.

Gli esempi sono molti. Partendo dall’art. 134, che stabilisce il principio che i capaci e i meritevoli “anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

“E se non ci sono i mezzi? Soccorre un articolo, uno tra i più importanti e tra i più difficili da declinare, ovvero l’art. 3, in cui si legge che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali E’ compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” . E ancora oggi dopo 76 anni dal 1948 gli ostacoli ci sono ancora e occorre rimuoverli”.

Ancora, dice Aiazzi, “passiamo all’art. 1 , “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Significa che è necessario fare in modo di dare l’opportunità a tutti di lavorare e di trarre con sicurezza dal lavoro i mezzi per vivere con dignità. E se ciò non fosse permesso? Non potremmo neppure dire che viviamo in una democrazia, ovvero in uno stato in cui non venga offerta a tutti la possibilità di concorrere alla vita della società “. Art.2 :  “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale “ o l’art. 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli” la patria italiana in mezzo alle altre patrie (ma questo è Mazzini), ma è anche un progetto in cui la solidarietà e la comunione di intenti possono fungere da faro per migliorare costantemente la società in cui viviamo; l‘art. 8 “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge” ( questo è Cavour) ci dà l’opportunità di convivere con altre culture, purché siano adempiti i doveri di rispetto delle regole che stanno alla base della convivenza; l’art. 5 “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali “(emerge il pensiero di Carlo Cattaneo) . E via così”.

Eppure questa splendida Costituzione abbisogna di qualcosa di importante, per adempiere alla sua funzione di guida e faro progressista del futuro. Ovvero, serve ” l’impegno, lo spirito la volontà di mantenere le promesse in essa espresse, il che chiama in causa per ognuno la propria responsabilità. E il combustibile siamo noi cittadini giovani e meno giovani”.

In questo senso, dice Aiazzi, la peggiore delle offese che si può fare alla nostra Costituzione, ” è l’indifferenza alla politica. La politica salvaguarda la libertà, e sulla libertà bisogna vigilare ogni giorno.. E ognuno può farlo dando il proprio contributo alla politica”.

Conclude Aiazzi: “Ciò non significa che la nostra Costituzione non debba adattarsi ai tempi e non debba impedire i cambiamenti che la stessa società in continua evoluzione richiede, ma facciamo attenzione a chi ,coltivando l’indifferentismo politico , intende mostrarla come un limite, affinché gli equilibri ed i progetti in essa contenuti, si pieghino al volere di chi non ha a cuore il popolo e la patria, ma solo il desiderio di creare una identità indistinta in cui il popolo si muove all’unisono senza alcun spirito critico, generando quell’indifferentismo che non potrà che levarci ogni speranza gelosamente conservata nella nostra Costituzione”.

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