Il Giglio modello di protezione civile

Isola del Giglio (Grosseto) – Il Giglio potrebbe diventare un modello di protezione civile. Almeno secondo Simone Guglielmo, coordinatore della Conferenza nazionale dei Consigli Comunali dell’Anci. I gigliesi e il sindaco Ortelli con la sua amministrazione comunale – ha dichiarato – dalla brutta esperienza del naufragio della Concordia hanno acquisito una conoscenza e un livello di competenze tali che dovranno essere riprodotte e trasmesse a tutti i comuni italiani”. Dotato di soltanto 16 dipendenti, il Comune dell’Isola del Giglio è riuscito, in gran parte da solo, a fronteggiare un’emergenza spaventosa. L’esperienza del naufragio della Concordia potrebbe essere il primo passo per un maggior coinvolgimento dei sindaci nella gestione diretta delle situazioni emergenziali.

“I Gigliesi – ha ricordato il sindaco Ortelli – sono stati il primo anello di un sistema che poi ha coinvolto tutti gli organi dello Stato, coordinato dal Dipartimento Nazionale e che al Giglio hanno saputo interpretare in modo encomiabile un meccanismo di protezione civile partito dal basso”. Nell’agosto del 2011 il Giglio aveva approvato il suo piano di protezione civile, ma il naufragio della Concordia ha portato sull’isola oltre 4.000 persone, un numero che l’isola dell’Arcipelago toscano non era certo preparata a fronteggiare. È stata, insomma, la forza volontà a permettere ai Gigliesi di soccorrere i naufraghi della Concordia. Uno spirito di solidarietà che viene dal profondo. E, anche per questo, è tanto più encomiabile.

Ed anche se la nave non è più al Giglio, continua a far parlare di sé sull’isola. L’Associazione Nazionale Memoriale della Concordia, nata a Ravenna da un gruppo di sommozzatori professionisti, si è schierata per il mantenimento delle strutture utilizzate per il raddrizzamento del relitto a Giglio Porto. Oltre che testimonianza storica del naufragio, le piattaforme sommerse sulle secche di Punta Gabbianara rappresentano un esempio di elevatissima ingegneria industriale e potrebbero attirare sia turisti che esperti, appassionati di mare e persone mosse da interessi scientifici. Non è da escludere nemmeno che, trattandosi di spazi enormi, le piattaforme possano essere utilizzate, più avanti, per cerimonie subacquee commemorative del naufragio.

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