Firenze – Difficile commentare la Fiorentina quest’anno. Soprattutto è difficile trovare argomenti e spunti interessanti dopo una sua partita. Qualcuno comincia già a rimpiangere la Viola di Sousa, quando se non altro c’era da parlare della sorpresa di uno stopper messo all’ala sinistra o di un attacco “a cinque” che non cavava un tiro in porta nell’arco di una partita.
Ora in campo si vedono sempre i soliti, e l’unica emozione ce la dà un infortunio a Pezzella nel riscaldamento che consiglia Pioli a un prudente 3-5-2 per non rischiare troppo su un Vitor Hugo o su un Milenkovic (almeno, di due difensori in campo se ne fa uno!) . Ieri contro il Cagliari avevamo occhi soprattutto per loro. Vitor Hugo non era titolare dalla disastrosa prima di campionato; Milenkovic esordiva. Mi è piaciuto più il serbo. Ma andranno rivisti quando avranno degli avversari davanti, perché ieri il Cagliari a malapena ha varcato la metà campo, e solo con lanci a casaccio o nell’occasione di qualche (raro) calcio piazzato. Aspettiamo martedì prossimo la Lazio in Coppa per un giudizio più motivato.
E allora commentiamo la sortita pubblica di mercoledì dei Della Valle; anche quella poco emozionante e più che scontata, ma che almeno ci toglie qualsiasi illusione per il futuro, sempreché qualcuno ne avesse ancora, e ci fa essere più realisti del re a immaginare l’imminente mercato di gennaio. Andrea ribadisce la sua posizione di “indignato” e di “deluso” nei confronti dei tifosi fiorentini; “punge” Nardella sullo stadio, ovviamente per sgravarsi ancora di responsabilità; nega, ma nello stesso tempo afferma, la necessaria autogestione della squadra.
Alla fine, ha parole di elogio per tutti: Antognoni in primis, ma poi Cognigni, Corvino, Freitas, Pioli e Salica: un team perfetto, di alta professionalità. Dove trovi i motivi per tanta contentezza nessuno lo sa. E del resto è lui stesso a dire, ignaro del principio di non contraddizione, che bisogna aspettare la prima del girone di ritorno contro l’Inter per giudicare il mercato e l’operato di tutti.
Ma la retorica del comunicatore ADV è sempre quella: soffre lontano da Firenze ma non torna; aspetta a giudicare la squadra messa su da Corvino ma gli rinnova il contratto fino al 2020; “rispetta” i tifosi ma non accetta le loro “offese”.
E allora, qualcuno potrebbe dirgli (ma anche i giornalisti sembrano non aver più voglia neanche di interloquire con tanta vanità): giusto condannare sempre e comunque le offese e le violenze, ma i contenuti che le hanno provocate? E lì arrivano le sortite esilaranti, per chi ha voglia di riderci: che Sousa l’anno scorso non andava riconfermato ma che è stato riconfermato per accontentare i tifosi (sic!); che è vero che nel mercato scorso “abbiamo ceduto dei giocatori importanti”, ma solo perché l’hanno chiesto loro, anche Borja Valero (lo ha ammesso a Andrea in privato), a dispetto di quelle lacrime di coccodrillo!
Di nuovo la logica è fuzzy: se uno dice, o meglio fa dire a Corvino, che si deve abbassare il monte ingaggi e d’altra parte ammette (anche in TV dalla Gruber) che nella Fiorentina non si può al momento investire, come potrebbero essere confermati giocatori che dicessero di voler rimanere per amore dei colori viola? Come avrebbe fatto il bravo ADV a tenere quei “campioni” che volevano rimanere? Non pagando loro lo stipendio? Anche qui, nessuno lo sa.
È questo che più mi avvilisce nella Fiorentina. La poca chiarezza, l’ipocrisia, lo scaricabarilismo, il voler soltanto apparire invece di essere da parte della società. In questo modo, tutti lo sappiamo, non si va da nessuna parte. E se da qualche parte si va (ADV è sicuro che la Fiorentina sia “da Europa”) ci si va per caso, senza progetto, senza entusiasmo, senza valore.
Scommetto che l’anno prossimo sarà ceduto anche Chiesa, perché lo chiederà lui (ovviamente in privato ad Andrea), anche se fingerà un piantino in pubblico. Ma se almeno si dicesse una volta per tutte che siamo un’Atalanta e che vogliamo soltanto mirare a un bilancio in attivo! Il problema è che, per essere un’Atalanta, bisogna saper progettare, bisogna avere davvero collaboratori competenti e adatti allo scopo.
Questi, caro Andrea, bisogna saperli scegliere o saperli tenere quando si hanno (alludo, tanto per fare un nome, a Pradè). Troppo facile dire un giorno che è colpa dei tifosi se Corvino è stato confermato fino al 2020. A Bologna, l’unica società di un certo livello dove Corvino ha operato, lo hanno licenziato dopo neanche sei mesi. Interroghiamoci sul perché, e soprattutto impariamo come si fa a licenziare uno che non funziona indipendentemente da quello che pensano i tifosi! Quando avremo una risposta sincera e responsabile, allora sarà un’altra Fiorentina.