Shoah: medaglie d’onore ai deportati nei lager

E’ iniziato ieri il viaggio, dei 557 ragazzi delle scuole superiori e università, insegnanti e amministratori pubblici, verso Birkenau e Auschwitz con il Treno della Memoria.
Ma l’impegno affinché la società civile non dimentichi e le nuove generazioni conoscano l’orrore del passato, ha avuto un altro momento importante oggi in Prefettura, con la consegna delle medaglie d’onore del Presidente della Repubblica ai familiari degli uomini e delle donne della provincia di Firenze deportati nei lager nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale.
Una persecuzione razziale durata undici mesi quella di Firenze, a partire dalla mattina dell’11 settembre 1943 quando i tedeschi occuparono la città, e che portò alla deportazione di centinaia di persone, che già dal 1938, quando in Italia furono promulgate le leggi antirazziali, avevano vissuto la violazione dei loro diritti in un clima di indifferenza generale.

hshfhgs.JPGLa caccia agli ebrei a Firenze, condotta principalmente dall’Ufficio affari ebraici che aveva sede presso l’attuale Consiglio Regionale della Toscana, fu intensa e capillare. Ci furono razzie patrimoniali e arresti e fu organizzata un’efficace rete di delatori per indagare sui latitanti e sui loro beni.
Sono trecentoundici i nomi dei deportati tra il 1943 e il 1944 nei campi di concentramento di cui si conosce l'identità: solo quindici tornarono indietro, otto donne e sette uomini mentre fra i ventisette bambini non ci fu nessun superstite. Nemmeno la più piccola, Fiorella Calò, “arrestata” a soli quattro mesi insieme alla sua famiglia.
Di molti altri, soprattutto ebrei stranieri, si è persa ogni traccia, ma rimangono le quattordici famiglie dei deportati che stamani hanno ricevuto dal Prefetto Luigi Varatta e dai sindaci dei comuni di provenienza, le medaglie d’onore del Presidente della Repubblica.
hhsfysy.JPGPresente l’unico superstite ancora in vita, Giusto Silvestroni, classe 1918, imprigionato a Herne in Germania dall'8 settembre 1943 al primo maggio 1945. 
Le altre medaglie, alla memoria, sono state assegnate ai familiari di Giuseppe Biagini, Guido Brontini, Remo Burlon, Franceschino Campioni, Gaetano Comunale, Gino Gabbrielli, Sanzio Gianni, Dino Grazzini, Giuseppe Martelli, Pietro Michelini, Raffaello Pertici, Giuseppe Settefondi e Duilio Tosini.
Il significato della giornata di oggi – ha detto il Prefetto Varratta – è di non dimenticare la Shoah, la persecuzione degli ebrei da parte dei cittadini italiani. Per non dimenticare tutti coloro che furono coinvolti: dissidenti, oppositori politici di questo progetto ideato e realizzato dal Nazismo con lucida follia. Per non dimenticare anche i rom e gli omosessuali”. 
E’ un periodo in cui sono state scritte le pagine più buie della nostra umanità – ha continuato Varratta – “per dirla alla Primo Levi, c’è stata la demolizione dell’uomo, si è assistito all’annientamento dell’uomo da parte di altri uomini”.
Oggi pomeriggio presso il Consiglio provinciale di Firenze, ci sarà anche una cerimonia solenne, con la deposizione di una corona nella Galleria delle Carrozze, presso la targa dei nomi della deportazione toscana (1943-1945) inaugurata nel 2012.

hsgushug.JPGNell'immagine Giusto Silvestroni alla consegna della medaglia.

Giovanna Focardi Nicita

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