RetroscenaPrimarie Pd: in corsa Pagani, Gandolfi e Saccardi

La candidatura che spacca il partito: tutti contro l’ex segretario della Cisl

Martedì 18 dicembre

“”Le ragioni per le quali accetto di impegnarmi nelle prossime consultazioni del Pd per la nomina dei candidati al Parlamento sono le stesse che mi hanno spinto, mesi fa, a sostenere il percorso delle primarie e la figura di MatteoRenzi, ovvero la promozione di un rinnovamento della politica che abbia a riferimento la dimensione di servizio, una politica che torni a proporre grandi progetti per il paese, che metta mano alle grandi ingiustizie che l’Italia sta vivendo e che restituisca opportunità e speranze ai giovani”.” Così Beppe Pagani, consigliere regionale Pd e leader dei renziani reggiani, spiega le ragioni per le quali rappresenterà proprio l’area che fa riferimento al Sindaco di Firenze alle prossime “parlamentarie” del partito.

““La mia candidatura è uscita con voto pressoché unanime (1 solo parere contrario) dall’incontro che ha visto riuniti 180 membri del Comitati reggiani che si sono mobilitati per Matteo Renzi alle recenti primarie del Pd; un’indicazione che mi impegna a proseguire per tenere unita all’interno del partito democratico quella parte di elettori e tra questi anche molti nuovi elettori del PD, che si sono riconosciuti in Matteo Renzi ed a costruire in Parlamento un gruppo di persone che continuino a portare avanti le battaglie proposte da Renzi stesso: giovani e mercato del lavoro, costi della politica, welfare, riorganizzazione dello stato… Tutto questo a maggior ragione in una fase in cui la probabile candidatura di Monti, ma soprattutto il ritorno in campo di Berlusconi, rende ancora più difficile la campagna elettorale”. “A questo punto mi auguro che il PD, a cui spetta nei prossimi giorni la valutazione delle candidature, conceda la deroga rispetto alla mio incarico di consigliere regionale consentendomi così di rappresentare quella vasta area di persone che si è mobilitata attorno alla candidatura di Renzi e che si riconosce nell’esigenza di arrivare ad cambiamento profondo nella politica italiana e nel Paese”.”

Lunedì 17 dicembre

Toglietevi dalla testa la gioiosa macchina da propaganda che è stata la sfida tra Renzi e Bersani, scordatevi il trionfale “esercizio di democrazia” tutto interno al Pd. La festa è finita. Comincia adesso una partita ben più difficile che, una volta esaurita la spinta ideale dello scontro generazionale, rischia di trasformarsi in una guerra per bande e trasformare la strada verso le elezioni in un pantano. Sono in corso anche a Reggio le grandi manovre (sotterranee) in vista delle primarie per la scelta dei candidati al Parlamento e volano già i coltelli.

Renziani rampanti

Beppe Pagani

Dopo il prudente passo indietro del sindaco Delrio, che subito dopo l’esito delle primarie si è affrettato a dichiarare “mai stato renziano”, tocca a Beppe Pagani portare la bandiera della rottamazione in terra reggiana. Pare che l’ex segretario della Cisl si sia stancato di Bologna e guardi a Roma. Ma l’ipotesi della sua candidatura non trova molti consensi nel partito, anzi si dice che molti siano piuttosto irritati dall’idea. Piovono accuse di arrivismo sull’ex segretario della Cisl e pare che nemmeno Delrio sia molto felice: d’altra parte le sue ambizioni potrebbero essere frustrate da un eventuale successo dell’amico più renziano del re.

Il fattore Gandolfi

Paolo Gandolfi

Ma le acque sono agitate anche nell’area bersaniana. Si tratta di una partita legata a filo doppio alla corsa a sindaco. Ormai da mesi sono due i nomi in lizza per la successione a Delrio: Luca Vecchi e Paolo Gandolfi. Gandolfi è tentato dalle primarie anche perché non gli mancano i sostenitori a livello locale, fra i quali l’assessore provinciale Mirko Tutino. Promoveatur ut amoveatur, dicevano i latini. E’ questo il caso? Difficile dirlo, certo è che se l’assessore dovesse correre per un posto in parlamento lascerebbe campo libero a Vecchi. Una soluzione che piace a molti nel Pd perché porrebbe fine ad una battaglia che si sta consumando da tempo lontano dai riflettori ma che sta agitando il partito più di quanto appaia all’esterno.

Pierluigi Saccardi

Nell’area lettiana, il candidato naturale sarebbe Marco Barbieri ma pare intenzionato a restare al suo posto in consiglio regionale fino alla scadenza naturale della legislatura. A questo punto si fa sempre più concreta l’ipotesi della candidatura del vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi, che ha il vantaggio di essersi tenuto a debita distanza dalle beghe interne del partito e di avere dato una buona immagine di sé negli anni a palazzo Allende, soprattutto nella gestione delle crisi aziendali. Anche la proposta dell’equometro gli ha dato grande ritorno in termini di visibilità.

Infineci sono gli outsider: Roberta Pavarini, presidente della Circoscrizione Nordest, le renziane Lucia Spreafico e Ottavia Soncini e il giovane Federico Montanari.

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