Intesa Sp: l’utile netto 2021 sale a 4,2 mld (+19,4%)

Milano – Intesa Sanpaolo ha chiuso l’esercizio 2021 con un utile netto di 4,185 miliardi di euro, in crescita del 19,4% rispetto ai 3,05 miliardi del 2020 (escluse le componenti relative all’acquisizione di Ubi Banca). Questo, sottolinea un comunicato, a fronte di stanziamenti, allocati a valore sull’utile ante imposte, pari a circa 2,2 miliardi nell’anno, di cui 1,7 miliardi nel quarto trimestre, per “l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo”.

Nel solo quarto trimestre 2021, l’utile netto si è attestato a 179 milioni, in calo rispetto ai 983 milioni del terzo trimestre 2021. La proposta di ritorno cash per gli azionisti è pari complessivamente a 4,9 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi a titolo di saldo dividendi 2021 (che si aggiunge a 1,4 mld di acconto dividendi 2021 pagato a novembre 2021) e da 3,4 miliardi di buyback.

Il 2021 è stato il “miglior anno  dal 2007 per risultato netto pari a 4,2 miliardi di euro, in  crescita del 19% rispetto al 2020”. Lo ha detto il ceo di Intesa  Sanpaolo, Carlo Messina, nel corso della conference call con gli  analisti finanziari per presentare il nuovo piano d’impresa ed i  risultati del 2021. “Abbiamo realizzato – aggiunge – una performance eccellente  nonostante l’impatto del Covid-19, portando a termine con  successo la fusione con Ubi Banca e preparando la strada per il  nuovo piano di impresa.

Il piano al 2025  è imperIniato sulla “solida e sostenibile” creazione e distribuzione di valore, su un’elevata patrimonializzazione e una “marcata connotazione” sotto il profilo Esg. Il piano vede per gli azionisti la distribuzione di oltre 22 miliardi di dividendi cash con un payout ratio del 70% per ogni anno e un buyback nel 2022 per 3,4 miliardi, dice una nota. Ogni ulteriore eventuale distribuzione sarà valutata anno per anno a partire dal 2023, aggiunge la banca.

Per l’esercizio 2021 la banca propone la distribuzione di un dividendo cash di 7,89 cent per azione pari a complessivi 1,5 miliardi che si aggiungono all’acconto da 1,4 miliardi già erogato a novembre. L’utile netto è visto al 2025 a 6,5 miliardi dai 4,2 miliardi registrati nel 2021 nonostante stanziamenti complessivi per la sostenibilità futura dei risultati di 2,2 miliardi, di cui 1,7 miliardi nel solo quarto trimestre. I

Il Rote è atteso a circa il 14% a fine piano.Per il 2022 è previsto un utile netto di oltre 5 miliardi.Per l’intero arco temporale del piano è previsto un Cet1 fully phased-in, calcolato secondo le regole di Basilea 3 e 4, di oltre 12%.È prevista una significativa” riduzione del profilo di rischio con un’incidenza dei crediti deteriorati rispetto ai crediti totali allo 0,8% nel 2025 al netto di rettifiche e un costo del rischio di circa 40 punti base in arco piano. I proventi operativi netti sono attesi in crescita a 22,8 miliardi dai 20,8 miliardi registrati nel 2021 con un incremento medio annuo ponderato (Cagr) del 2,3%.In particolare è attesa una crescita annua del 3,9% per le commissioni e del 3,3% per il risultato dell’attività assicurativa grazie al forte sviluppo del ramo Danni.

L’incidenza di queste due componenti sui proventi operativi netti passerà dal 54% al 57% nel 2025.Per gli interessi netti è attesa una crescita media annua dello 0,5%.

Il piano prevede anche una nuova banca digitale per servire i clienti retail che non usano le filiali e ridurre il costo del servizio. Nel dettaglio la nuova banca sarà rivolta a circa 4 milioni di clienti che generano ricavi per circa 200 milioni di euro con un cost/income di oltre il 100%.Alla banca digitale saranno dedicati investimenti per circa 650 milioni sui 5 miliardi previsti dal piano per tecnologia e crescita. Il monte complessivo degli investimenti è di 7,1 miliardi. Il piano prevede quindi una riduzione di circa 1.500 filiali, di cui 450 già chiuse nel quarto trimestre 2021, oltre a 4.600 persone neoassunte e circa 8.000 allocate a iniziative prioritarie quali la filiale digitale, la tecnologia, le iniziative legate all’implementazione del Pnrr e a iniziative sul fronte Esg.Nel complesso i costi operativi sono attesi in calo di circa 300 milioni al 2025 per un cost/income che a fine piano è visto al 46,4%.Il piano si basa su un’ipotesi di scenario macro con una crescita del Pil italiano superiore al 4% nel 2022, a circa 2,5% nel 2023, a circa 1,5% nel 2024 e superiore all’1% nel 2025.(Gianluca Semeraro, in redazione a Roma Stefano Bernabei)

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