Discarica di Poiatica: i rifiuti non scompaiono per magia

Reggio ha rinunciato all’inceneritore, ma ora si apre il problema discariche. Il caso di Poiatica
La discarica di Poiatica
La discarica di Poiatica

Se qualcuno si era illuso che il problema rifiuti a Reggio fosse risolto come per magia dopo la chiusura dell’inceneritore di Cavazzoli si è sbagliato di grosso. Perché la raccolta differenziata non basta a fare scomparire la spazzatura e nemmeno il trattamento meccanico biologico. Chi sostiene il contrario è in malafede oppure non sa di cosa sta parlando. La Provincia di Reggio ha fatto una scelta precisa e anche coraggiosa: non costruire un nuovo inceneritore per realizzare un impianto tmb. Si tratta di una scelta che ha dei vantaggi – soprattutto in termini di consenso – ma non è immune da rischi e ci sono delle controindicazioni. Solo in questo contesto è possibile comprendere cosa sta accadendo a Poiatica (Carpineti) dove è ubicata l’unica discarica ancora attiva gestita da Iren. E non è un caso che la multiutility abbia chiesto l’allargamento dell’area destinata ai rifiuti di altri 500mila metri cubi, con il placet del Comune di Carpineti. Manca solo il via libera della Regione ma le polemiche sono già infucate.

Porcheria, cloaca nauseante, buco nero. Parole non consuete per chi porta l’abito talare. Sono infatti tre preti della valle – Raimondo Zanelli, William Neviani, Graziano Gigli – a dare voce alla protesta contro la discarica dopo mesi di polemiche e una manifestazione organizzata dai comitati cittadini.  “Che cosa potrà produrre in negativo e sulla salute umana tanta porcheria?” chiedono i sacerdoti che aggiungono: ”noi parroci della valle notiamo con sofferenza la nascita di bambini con patologie gravi e soprattutto morti per malattie cancerogene in età giovanile. Far finta di non vedere per malafede o ignoranza è imperdonabile”.

Questa valle sta diventando la valle dei rifiuti”, scrivono. “Abbiamo portato via la terra, il verde, le persone per portare rifiuti e inquinamento. Poiatica è diventata una nauseante cloaca, un buco nero, infinito”. E ancora: “Chi visita la discarica sente un olezzo insopportabile con miasmi pungenti. Se contassimo i camion che sono entrati e usciti in 20 anni faremmo una fila da circuire il mondo. Chi sa quanto è grande il business di ‘monnezza’ e quali interessi ci stanno dietro? Se per frane o terremoti scoppiasse l’involucro di Poiatica, riversandosi nel fiume Secchia, quale disastro ecologico di avvelenamento ci sarebbe?”.

Si ripresenta così una questione di difficilissima soluzione, quello dell’impatto sulla salute dei cittadini. L’Asl di Reggio si è affretttata a negare qualsiasi pericolo per la salute. “L’analisi dell’incidenza dei tumori maligni e della mortalità infantile nei residenti del comune di Toano e del comune di Carpineti e il relativo confronto con i dati della provincia di Reggio Emilia non hanno messo in evidenza nessun eccesso di rischio, tantomeno attribuibile a una eventuale esposizione ambientale”, si legge in un comunicato. Ma in assenza di studi epidemiologici approfonditi è molto difficile valutare i rischi. Si entra così in un terreno assai spinoso, dove sono più le interpretazioni che le certezze. Al punto che anche Legambiente si è spaccata. Il presidente Massimo Becchi ha parlato di “posizione sbagliata” dei preti e “dannosi allarmi sulla salute dei più piccoli”.

Ma sulla questione, Massimo Becchi incassa la replica velenosa di Legambiente Valdenza, che scrive: “Spiace non concordare tra circoli della stessa Associazione ma la prima domanda visto il comunicato stampa di Becchi é questa:  ’Legambiente Reggio Emilia ha già segnalato a fine giugno 2010 la presenza di percolato che fuoriusciva dall’impianto andando direttamente in Secchia durante un’operazione di vigilanza, situazione molto pericolosa’ qual’è stato l’esito delle sue segnalazioni a chi è stato segnalato e quali sono stati i provvedimenti? ”. Segue la stoccata finale: “Ci sembra eccessivo un intervento così eccessivo contro cittadini e parroci che sono solo preoccupati della salute pubblica. Il nostro dubbio e speriamo di essere smentiti: questo intervento serve ad avvalorare la sua candidatura a Sindaco?”.

Così ancora una volta intorno allo smaltimento dei rifiuti si intrecciano paure, questioni politiche, interessi. Ma la vicenda di Poiatica conferma che non esistono sistemi miracolosi per risolvere il problema. E che la scelta di non realizzare un nuovo inceneritore pone altra e non meno complesse questioni che riguardano la salute dei cittadini.

 

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