David Rossi e i misteri di Siena e della sua banca nel libro di Tommaso Strambi

David Rossi e i misteri di Siena e della sua banca nel libro di Tommaso Strambi

Prato – Erano le 19.43 del 6 marzo 2013 quando David Rossi, capo dell’area comunicazione del Monte dei Paschi, fu trovato morto nella strada su cui si affacciavano le finestre del suo ufficio presso Rocca Salimbeni,in vicolo Monte Pio.

Dieci giorni prima i militari della Guardia di Finanza avevano perquisito la sua abitazione e il suo ufficio,  come un “atto a sorpresa”, aggiungendo,  “lui non è indagato”.

Ma chi era David Rossi? Laureato in lettere con una tesi in beni culturali, era un appassionato d’arte tanto che aveva curato anche numerosi eventi per conto di Vernice, una delle società della Fondazione Monte dei Paschi. Giovanissimo aveva aperto con due amici una società di comunicazione (la Freelance) e negli anni Novanta era arrivato al Comune Siena, e conosciuto l’avvocato calabrese Giuseppe Mussari che a quell’epoca lavorava per il Comune. Ne nacque un rapporto di amicizia e di stima professionale tale che quando nel 2001 l’avvocato Mussari divenne presidente della Fondazione Monte dei Paschi lo chiamò a occuparsi della comunicazione di Palazzo Sansedoni.

Poi nel 2006 Mussari arriva alla guida di Rocca Salimbeni e ancora una volta portò  con sé Rossi.

“Ad inizio 2013 – ricorda Tommaso Strambi, attualmente caporedattore  della redazione Viareggio Versilia de La Nazione e amico di David Rossi -quando l’inchiesta su Mps subì un’accelerazione,dopo che già dal 2009 a Siena circolavano voci contrastanti su false operazioni di bilancio che poi porteranno inevitabilmente allo scoppio dello scandalo dei derivati con un susseguirsi di notizie, sequestri, perquisizioni e arresti, David Rossi,cominció a lavorare a ritmo frenetico”.

“Lo rividi martedì 5 marzo -continua Strambi -intorno alle 14.00 quando percorremmo via Montanini, nel cuore di Siena, tra piazza Salimbeni sino all’angolo con via Garibaldi. Fu l’ultima volta che lo salutai. Ma non potevo saperlo”.

“Mercoledì 6 marzo provai a chiamarlo alle 20.17. Quella sera avevamo chiuso il giornale a un’ora decente. Così, prima di uscire dalla redazione, composi il numero di David.Uno, due, tre, quattro, cinque, sei squilli che rimasero senza risposta. Volevo dirgli se l’indomani mattina saremmo andati a correre insieme.Mi richiamerà pensai, e scesi le scale, pensando che di lì a poco mi sarei trovato nel ristorante del mio amico Lorenzo che era diventato la mia “casa” negli anni della mia permanenza senese.

Ma non appena chiusi il portone della redazione su Banchi di Sopra, prima intravidi l’ambulanza parcheggiata davanti alla libreria Feltrinelli, proprio all’angolo con via de’ Rossi e, pochi secondi dopo, incrociai lo sguardo del vicecomandante provinciale dei carabinieri. Una presenza che mi insospettì subito. Non era un operativo. Con gli occhi mi fece capire che dovevo seguirlo. Girammo per via de’ Rossi e, percorse alcune decine di metri, riconobbi sotto il borsalino, il segretario del consiglio di amministrazione di Mps, e pochi metri dietro di lui la responsabile delle risorse umane della banca, che con le lacrime agli occhi, mi disse : “È David…”.

Il giornalista Tommaso Strambi

A raccontare quei drammatici fatti accaduti dieci anni fa, di quel clima concitato con un susseguirsi di notizie, sequestri, perquisizioni e arresti, vissuti in prima persona,  Tommaso Strambi, l’allora capo della redazione senese de “La Nazione”, che con David Rossi condivideva la passione per la corsa. A lui si deve il libro “Siena, la sua banca e una scomoda verità”, (Baldini+Castoldi), presentato ieri sera mercoledì  10 maggio a Prato a Villa Rospigliosi in una conviviale fortemente voluta dal presidente del Lions Club Prato Host,Giuseppe Mattera. 

Introdotto dal giornalista Enrico Salvadori, hanno dialogato con Strambi i giornalisti Tommaso Biagiotti e Piero Ceccatelli e il numeroso pubblico in sala, mentre l’assessore alla cultura del Comune di Prato Simone Mangani ,in apertura, ha sottolineato l’importanza di questo evento che intende dare uno spaccato di verità su uno degli accadimenti più inquietanti intriso di politica e finanza avvenuti negli ultimi anni in Toscana.

Strambi ha poi descritto una Siena scossa dalle tante inchieste esplose in quegli anni e di come da tempo il Monte dei Paschi e il complesso apparato politico-istituzionale che lo sorreggeva (comune-provincia-fondazione-università-ospedale-sindacato), avevano cessato di essere “senesi” ed erano diventati “politici”. Si scoprì all’epoca che il male di Siena era la trasversalità, che non a caso percorse la crisi della banca, del Comune e dell’economia della città toscana e mandato in fumo un sistema garante di benessere e sicurezza. In questi 10 anni sono partite inchieste giudiziarie:due, a distanza di anni, giunte alla conclusione che si trattò di un suicidio ma consulenze tecniche e ricostruzioni di ogni genere però non sono state sufficienti a silenziare dubbi e soprattutto l’ipotesi di un complotto omicida.Di qui la notizia di pochi mesi fa del via libera all’unanimità dell’Aula della Camera alla proposta di legge che ha istituito una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del capo d’area della comunicazione del MPS.

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