Firenze – Torna il Premio Lorenzo Bargellini che, giunto alla sua IV edizione, si afferma sempre di più come riconoscimento prestigioso per tutti gli studiosi di tematiche sociali e abitative. Come spiegano gli organizzatori, il bando 2022 ha messo al centro, da una parte, la produzione di povertà, le forme di stigmatizzazione e punizione dei poveri rintracciabili nella società e nella politica (e anche la continuità o discontinuità con concezioni, politiche e pratiche del passato); dall’altra, le pratiche di reazione e resistenza alla stigmatizzazione dei soggetti e dei gruppi, le politiche e le forme di autorganizzazione visibili nei diversi contesti.
Dopo un attento lavoro di valutazione, la Commissione ha convenuto di attribuire il Premio assieme a due Menzioni di merito.
La Commissione attribuisce il Premio Lorenzo Bargellini IV edizione 2022 alla Tesi: “Vivere nel recupero: Dalle macerie alla riproduzione sociale. Spazi dello scarto e del riuso nella Città vecchia di Taranto”, di Vincenzo Giuseppe Luca Lo Re, discussa nell’ambito del XXXIII ciclo del Dottorato di Ricerca Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica, Curriculum Tecnica Urbanistica, Sapienza Università di Roma. La motivazione con cui il Premo viene attribuito, è centrata sul tema principale che la tesi solleva, ovvero la questione tipica della contemporanietà, di come le grandi trasformazioni previste dalla transizione economica ed urbana di una città “possano mettere a repentaglio la realtà degli abitanti un territorio, prima considerato “di scarto”, attraverso l’imposizione di un processo di rigenerazione urbana tendente alla sua riconversione politico-spaziale. La tesi, di carattere etnografico, esamina compiutamente il contesto della Città Vecchia di Taranto che, sullo sfondo della crisi dei modelli spaziali prodotti dalle precedenti trasformazioni industriali e della gestione contradditoria e drammatica degli impatti della fabbrica siderurgica, è oggi interessata da progetti dall’alto incapaci di rapportarsi alla complessità di storie, iniziative e relazioni di gruppi sociali che continuano ad abitare la Città vecchia”.
Uno sguardo approfondito dunque sulla teoria e tecnica di quelle operazioni chiamate “riqualificazioni” del territorio in ambito urbano, in cui si scontrano ”
le pratiche spaziali di auto-recupero e la riconfigurazione della Città Vecchia da parte dell’azione programmatrice pubblica delle autorità competenti che non riconosce un ruolo all’uso attivo dello spazio pubblico da parte degli abitanti. La tesi evidenzia l’importanza di un approccio ai contesti marginali e stigmatizzati che non solo restituisca un ruolo alle persone che vi abitano ma ne faccia forza propulsiva per l’azione di recupero”.
Le due menzioni di merito vanno a“Burocrazia, estetica ed efficienza: un’etnografia delle trasformazioni delle relazioni di lavoro in una fabbrica” di Gianni Giombolini, e “L’agroecologia Politica come pratica di cambiamento. Immaginari e testimonianze dalla Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze”, di Isabella Troisi.
Le motivazioni. “Burocrazia, estetica ed efficienza: un’etnografia delle trasformazioni delle relazioni di lavoro in una fabbrica” di Gianni Giombolini, discussa nell’ambito del XXXIII ciclo del Dottorato di ricerca in Scienze Umane, Curriculum Antropologico-Linguistico, Università di Perugia, prende in esame l’introduzione del “World Class Manufacturing”, l’ultima versione del toyotismo, in una fabbrica umbra. Come spiega bene l’Autore, la fabbrica produce in effetti non solo laminati e pavimenti ma anche il modello organizzativo stesso, attraverso una sistematica attenzione all’aspetto estetico-comunicativo, che trasforma lo spazio della fabbrica in un artefatto, in uno strumento di propaganda e consenso. Nelle pagine di questo
elaborato c’è anche l’Autore, prima operaio in quella fabbrica poi ricercatore, la cui voce emerge anche direttamente, attraverso dei “frammenti biografici” che gli consentono di riflettere sull’esperienza passata con gli occhi dell’antropologo sociale. La tesi mette in luce e sgnala dunque la ritrovata importanza del tema “fabbrica” anche nel Premio Bargellini, “posta al centro della riflessione pubblica e politica anche dagli operai e delle operaie della GKN: una fabbrica tecnologicamente trasformata, ma che continua a produrre forme di sfruttamento e di resistenza, che si estendono anche oltre le sue mura”.
“L’agroecologia Politica come pratica di cambiamento. Immaginari e testimonianze dalla Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze” di Isabella Troisi discussa nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Geography, Spatial Management, Heritage for International Cooperation, Università di Firenze, la motivazione premia “l’originalità dell’approccio al problema del cambiamento climatico attraverso pratiche di riparazione ecologica e sociale connesse ai sistemi agroalimentari. Il testo, di stampo interdisciplinare, si posiziona nel campo dell’Agroecologia Politica intesa come pratica di cambiamento connessa a strumenti, immaginari, pratiche materiali e strategie politiche per un cambiamento di paradigma nell’intero funzionamento della società. Il lavoro approfondisce l’esempio di una specifica esperienza nel territorio fiorentino, interrogando i suoi protagonisti e indagandone le relazioni con il mondo esterno, da cui emergono le potenzialità di questo nuovo modello ma anche i limiti e le difficoltà della sua immediata replicabilità”.
La consegna del Premio 2022 e la Tavola rotonda si terranno domenica 4 giugno a Firenze presso il Circolo “Il Campino”, Via G. Caccini 13b, ore 11.00-13.30. Seguirà Pranzo sociale e, alle 16, l’ Assemblea aperta dell’Ass. Un Tetto sulla Testa.
Il Comitato promotore del premio: famiglia Bargellini, Archivio Il Sessantotto, Fondazione Giovanni Michelucci, Istituto Ernesto de Martino, Ass. Un Tetto sulla Testa, Unione Inquilini, Massimo Cervelli, Maurizio Lampronti, Stefano Sbolgi e Giuseppe Cazzato (Confederazione Cobas), Angela Perulli (Università di Firenze) e Sabrina Tosi Cambini (Università di Parma).
La Commissione giudicatrice: Angela Perulli (Università di Firenze), Corrado Marchetti (già Direttore della Fondazione Giovanni Michelucci), Dimitri D’Andrea (Università di Firenze), Christian G. De Vito (Università di Bonn), Donato Bargellini (rappresentante della famiglia), Abdelmajid Louchachha (Ass. Un Tetto sulla Testa), Sabrina Tosi Cambini (Università di Parma).