Il 15 gennaio 1977 uno di noi, RF, (l’altro – MRF – non era ancor nato), insieme a moltissimi altri compagni, ascoltava, a Roma, al Teatro Eliseo, il discorso di Enrico Berlinguer sull’Austerità.
“Per noi l’austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell’individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato.”
Il Segretario del Partito comunista italiano contribuì a porre in forme inedite il problema di una diversa qualità dello sviluppo, portando così l’attenzione anche sui problemi ambientali.
Molti non ne capirono il significato, l’ interpretarono come concezione pauperista, come una critica al capitalismo di ispirazione etica, prepolitica. Anche i compagni emiliani non erano d’accordo; Lanfranco Turci, presidente dell’Emilia-Romagna, si espresse chiaramente in questo senso parlando con RF.
Le preoccupazioni per la pandemia che ci angoscia da oltre un anno hanno, comprensibilmente, lasciato in ombra il problema del cambiamento climatico antropogenico dovuto all’effetto serra, che pure incombe sul nostro futuro (*). Cio nonostante, pandemia e cambiamento climatico sono due facce della stessa moneta: l’azione umana sull’ambiente.
Pur essendo vero che il clima è sempre cambiato nella storia geologica della Terra, il problema presente sta nella velocita di questo cambiamento, senza precendenti nella storia dell’Homo sapiens. Come è noto, alla base del fenomeno c’è l’aumento della concentrazione atmosferica dei gas a effetto serra, in particolare dell’anidride carbonica e del metano. Le principali cause di questo rapido aumento sono le attività dell’uomo: industria, agricoltura, allevamento, trasporti, distruzione delle foreste.
I dati ottenuti da diverse fonti (ghiaccio e sedimenti in punti diversi del globo ci permettono di ricostruire la composizione atmosferica degli ultimi 800.000 anni, in cui la Terra ha attraversato 8 periodi glaciali e interglaciali.
Con alti e bassi, la concentrazione di CO2 è oscillata tra le 180ppm e le 300 ppm.(parti per milione) Gli stessi dati rivelano che prima della Rivoluzione Industriale la concentrazione di CO2 era pressapoco stabile, intorno alle 280 ppm, da qualche migliaia di anni. Da allora, e in concomitanza con l’inizio dell’impiego dei combustibili fossili (carbone all’inizio, poi anche petrolio e gas) siamo passati, alle 419 ppm ad aprile deli 2021 (https://gml.noaa.gov/ccgg/trends/mlo.html), e continua a crescere al ritmo di circa 3 ppm/anno; questo induce un riscaldamento globale che, se le emissioni non vengono drasticamente ridotte, provocherà eventi catastrofici:
cicloni tropicali più intensi e distruttivi;
aumento della variabilita delle precipitazioni e della loro violenza, quindi alluvioni ed esondazioni (&);
siccità estrema in vaste aree del pianeta;
acidificazione degli oceani, con gravi conseguenze per molte specie marine (circa un quarto della CO2 finisce negli Oceani, dove di trasforma in acido carbonico).
Territori interi, diventati inospitali, costringerebbero l’uomo a migrare.
Quasi 200 Stati stanno tentando di ridurre l’emissione dei gas serra in base a due accordi, il Protocollo di Kyoto (1987) e l’Accordo di Parigi (2015). Nonostante ciò, le emissioni globali di CO2 sono progressivamente aumentate.
Tra le attività umane, le più impattanti sono:
– la combustione dei combustibili fossili;
– l’abbattimento degli alberi; Il 15% delle emissioni di gas serra è causata dalla distruzione di foreste – 13 milioni di ettari all’anno
– l’allevamento intensivo di bestiame che emette grandi quantità di metano
-i trasporti.
Inoltre:
In aree come la Siberia e il Canada settentrionale, dove il suolo in condizioni normali è costantemente gelato (permafrost (=)), se la temperatura continuerà ad aumentare, si stima che – non nell’immediato – il 70 per cento del permafrost si scioglierà, liberando centinaia di miliardi di tonnellate di anidride carbonica e metano, che contribuiranno ulteriormente all’innalzamento della temperatura, in un meccanismo di diabolico feedback positivo (°); . si stima che ci sia il doppio di carbonio nel permafrost di quello che si trova nell’atmosfera.
Un altro pericoloso feedback viene dal regresso dei ghiacci artici in atto da un decennio, causato direttamente dal riscaldamento dovuto ai gas serra; di conseguenza diminuisce l’albedo (§), ossia si riduce la radiazione riflessa e aumenta quella assorbita, contribuendo al riscaldamento globale.
Si stima che la perdita di superficie di ghiaccio marino estivo nel periodo 1970 – 2012 abbia causato un riscaldamento globale come quello che produrrebbe l’aggiunta di una quantità di anidride carbonica equivalente a un quarto di quella immessa nell’atmosfera durante quello stesso periodo.
Per ridurre drasticamente le emissioni e portarle a quasi zero nel 2050 sarebbe necessaria una profonda trasformazione di ogni settore dell’economia globale.
Dopo 40 anni dal discorso dell’Eliseo, a ricordarci la drammaticità del problema ambientale è arrivato Papa Francesco (Enciclica“Laudato sì, 2015) :
“Da qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia. Ciò determina la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta, che conduce a ‘spremerlo’ fino al limite e oltre il limite”.
Roberto Fieschi e Miquel Rosell Fieschi (°)
(^) In letteratura e in rete si trova una sovrabbondanza di dati sulle cause e sugli effetti dei cambiamenti climatici che a volte non concordano tra loro; abbiamo scelto quelli che ci sembrano più attendibili, senza la pretesa che debbano essere sempre accolti come verità assoluta.
(*) L’effetto serra è dovuto alla presenza nell’atmosfera terrestre di anidride carbonica, metano e vapore acqueo.
(&) Nel 2020 negli Stati Uniti si sono registrati 33 disastri connessi con gli eventi climatici, siccità, incendi, uragani, condanni economici di quasi 100 miliardi di dollari.
(=) permafrost indica un terreno tipico delle regioni fredde dove il suolo è perennemente ghiacciato; intrappolato al disotto del permafrost che funge da copertura impermeabile si può trovare anche in grande quantità gas metano,
accumulatosi nel corso dei millenni.
(°) feedback positivo o retroazione positiva si ha quando in un sistema lo stimolo iniziale (aumento della temperatura nell’Artico) provoca un effetto (scioglimento dei ghiacci) che a sua volta reagisce (aumentando l’albedo) accelerando l’aumento della temperatura.
(°) L’albedo di una superficie è la frazione di radiazione solare incidente che è riflessa in tutte le direzioni. L’albedo è massima ( = 1) quando tutta la luce incidente viene riflessa (oggetto è perfettamente bianco); è minima (= 0) quando lla luce viene completamente assorbita ( oggetto perfettamente nero).
L’albedo della neve fresca arriva fino a 0,9, il ghiaccio oceanico 0.5-0.7; la Terra ha un’albedo media di 0,37-0,39.
(°) Roberto, nonno, e Miquel, nipote, negli ultimi anni si sono incontrati spesso per discutere dei cambiamenti climatici. E ogni volta il loro sconforto aumentava.