Firenze – La questione dell’Alta Velocità a Firenze approda in Parlamento, e approda nel peggiore dei modi possibili. Infatti, un’interrogazione parlamentare dell’on. Elisabetta Zamparutti, della delegazione radicale del Pd e membro della Commissione Ambiente della Camera, solleva alcuni dubbi pesanti sui lavori che vengono attuati nella città del giglio.
Basandosi sulla documentazione fornita da Italia Nostra e dai Comitati cittadini, la parlamentare chiede la verifica di alcuni punti gravidi di conseguenze per la città, quali se è stata effettuata la valutazione di rischio sismico per l’intera opera e per i due tunnel di sei chilometri che collegheranno Campo di Marte e Castello, e quale sarà la sorte del terreno risultante dalle escavazioni.
In particolare su quest’ultimo punto, una relazione tecnica dell’ingegner Massimo Perini per conto del Comitato contro al Sottoattraversamento Av rivela alcuni dati inquietanti.
Ad esempio, il fatto che la fresa necessaria per l’escavo abbisogna di un particolare “condizionamento” del terreno che ne comporta la fluidificazione, trasformandolo in melma attraverso l’aggiunta di additivi chimici.
Va da se’ che il terreno trattato in questo modo non è semplicemente quel materiale naturale con cui si era pensato di creare una duna all’interno della ex-cava di lignite di Santa Barbara nel comune di Cavriglia per contribuire alla bonifica; no, si tratta di materiale di rifiuto speciale che, per essere smaltito, abbisogna di una discarica.
Intanto, dopo che è stato emesso il decreto di approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale con una serie di disposizioni, è stata completata la verifica di ottemperanza delle prescrizioni dettate dalla Regione Toscana (dipartimento VIA) ed è in corso lo stesso tipo di verifica delle prescrizioni dettate dal Ministero dell’Ambiente (che con un decreto aveva raccomandato che quel materiale risultasse effettivamente costituito da terre e rocce di scavo e che lo si potesse escludere con certezza dal regime normativo a cui sono sottoposti i rifiuti), lo stesso Ministero ha investito della questione l’Unione Europea, sollecitandone il parere. La verifica di ottemperanza è così stata sospesa e pare che i tempi si allunghino di circa un anno.
Accanto a questa questione, sorge anche il problema della valutazione del rischio sismico dell’intera opera e delle due gallerie, che secondo Italia Nostra e i Comitati è stata fatta in modo approssimativo per l’intero e non esisterebbe addirittura per quanto riguarda le gallerie.
Inoltre nel testo dell’interrogazione dell’on. Zamparutti, trova posto anche un rilievo presente nel documento di Italia Nostra e Comitato contro il Sottrattraversamento AV, secondo cui “a Campo di Marte – dove inizierà la trivellazione – dopo aver costruito i diaframmi che arrivano a 30 m di profondità, si scava per la formazione della discenderia e del pozzo lancio frese (in cui verrà assemblata la macchina scavatrice) senza realizzare la batteria di pozzi prescritta dall’Osservatorio Ambientale per travasare l’acqua di falda da monte a valle dell’imbocco”.
Se ciò fosse confermato, si tratterebbe di un altro grave colpo all’equilibrio ambientale del territorio, gravido di conseguenze disastrose per la città.
Sullo stesso tema, nel corso del consiglio comunale odierno, il consigliere comunale Ornella De Zordo (Unaltracittà) presenterà una domanda d'attualità rivolta al sindaco Matteo Renzi