Sesto Fiorentino – Un incontro è avvenuto questa mattina fra una piccola delegazione di famiglie che abitano in due palazzine, occupate da circa 10 anni, in via Primo Maggio e l’assessore alla casa del Comune di Sesto Fiorentino Camilla Sanquerin. Lo sgombero, che sembrerebbe fissato tra il 12 e il 16 aprile, non coglie di sorpresa nessuno, se non per il fatto che, dopo tanto tempo e dopo che la società (ora non più esistente), proprietaria delle strutture è passata attraverso varie vicissitudini giudiziarie e prese di posizione forti da parte degli amministratori e della stessa Prefettura nel corso degli anni, lo sgombero è stato messo in calendario con la pandemia in corso e potrebbe essre attuato nei giorni immediatamente successivi al termine della zona rossa scattata ieri per la nostra regione. Se non addirittura ancora in presenza della stessa. Senza tuttavia, ad oggi, soluzioni per le famiglie, che potrebbero ritrovarsi sulla strada.
Questo tuttavia non è che uno dei punti su cui si concentrano le preoccupazioni delle 13 famiglie ancora presenti nell’occupazione, più 4 single, per un totale di 57 persone fra cui 14 minori e due persone in condizioni di fragilità, due donne anziane, una con patologia cardiaca e l’altra dializzata. In un incontro precedente in cui era presente anche la Prefettura, si era infatti avuto un confronto nel quale veniva ribadita la necessità di organizzare un’uscita delle famiglie capace di metterle in condizioni di reinserirsi nel tessuto socio economico della comunità. Le richieste che erano state avanzate nei confronti del Comune di Sesto erano quelle di aprire una prospettiva abitativa capace di accogliere le possibilità reddituali delle famiglie di pagare un canone. Infatti, si tratta di famiglie di “lavoratori poveri”, che non riescono a stare sul mercato degli affitti troppo elevati per loro, ma capaci comunque di pagare un piccolo canone correlato alle loro possibilità economiche.
Fra le varie proposte avanzate, come spiegano dal Movimento di Lotta per la Casa e dalla Rete Antisfratto Fiorentina che sostengono le richieste degli occupanti, quella di impegnare il Comune a trovare sul territorio alloggi ad affitto calmierato con la formula del Comune garante. Impresa che, a quanto emerso nell’incontro di oggi, sarebbe troppo complessa per produrre frutti, almeno in tempi utili. Ma anche la richiesta di capire se e in quali strutture le famiglie possono essere ospitate perlomeno temporaneamente una volta eseguito lo sgombero, sembrerebbe andata a vuoto. Insomma l’impressione è che ad ora l’unica certezza sia quella dello sgombero, nonostante gli sforzi per procrastinarlo al momento in cui ci siano per le famiglie alternative reali alla strada, stiano continuando.
Fra le priorità messe in campo dagli occupanti, c’è anche quella di non dividere le famiglie, oltre alla richiesta che eventuali sistemazioni in strutture siano solo temporanee, dal momento che, come spiegano Marzia Mecocci e Sandro Targetti, Movimento di Lotta per la Casa e Rete Antisfratto Fiorentina, il costo delle sistemazioni in strutture per le finanze comunali è molto più alto della soluzione che va sotto il nome di comune garante; quest’ultima infatti è una soluzione che vede il Comune farsi carico della garanzia col proprietario sul pagamento del canone, che, contrattato e dunque inferiore ai prezzi di mercato libero, è pagato dalla famiglia. Tirando le fila, ad ora nulla di fatto, se non la certezza dello sgombero alle porte.L’intenzione, da parte degli occupanti, sarebbe quella di richiedere un nuovo incontro con la presenza del Prefetto oltre a quella del Comune di Sesto.
Interpellata a telefono, l’assessora comunale Camilla Sanquerin, parlando della situazione generale, dice: “Ci stiamo lavorando”. Insomma in qualche modo pare di capire che sia ancora tutto in itinere. Ma il tempo stringe.