Le Civette ritornano all’attacco, e domani, lunedì 3 ottobre, formeranno un presidio sotto Palazzo Vecchio per manifestare la loro protesta contro la chiusura della struttura, portando in consiglio comunale una lettera in cui vengono spiegate le ragioni del dissenso.
La mobilitazione registra una vasta solidarietà attorno ai lavoratori e ai pazienti della residenza sanitaria, sia da parte delle associazioni che dei comitati e cittadini del quartiere. Le Civette si trovano all’interno dell’area di San Salvi e sono in un certo senso il tassello di continuità con il passato dell’area stessa: un tassello che brilla per eccellenza e competenza nel trattamento dei degenti.
Così, per i lavoratori della Rsa Le Civette, gli ospiti e i loro parenti, Cub-Sanità Firenze, associazione A.Di.N.A, Comitato San Salvi chi può, A.V.O., A.I.M.A., Chille de la Balanza, Medicina Democratica, Associazione per la memoria viva di San Salvi “Carmelo Pellicanò”,
l’accordo raggiunto da Cgil, Cisl, cooperativa sociale Quadrifoglio e Asl 10 non dà risposta all’obiettivo principale delle mobilitazioni, ovvero evitare la chiusura della struttura sanitaria.
Com’è noto, l’accordo in questione prevede il mantenimento dei posti di lavoro “fino alla completa attuazione del programma di ristrutturazione”.
Inoltre, secondo i firmatari della lettera che domani verrà recapitata al consiglio comunale, al sindaco Renzi, all’assessore comunale alle politiche socio-sanitarie Stefania Saccardi, vengono lasciate in sospeso alcune questioni fondamentali, come una chiara e trasparente prospettiva circa la ricollocazione dei lavoratori, o l’opportunità anche a livello medico di spostare pazienti affetti da particolari patologie (Alzheimer, demenza senile, disturbi psichiatrici), per cui qualsiasi cambiamento può rivelarsi disastroso.
Tra i nodi rimasti senza risposta, si ribadisce l’assenza di motivazioni pubblicamente enunciate a giustificazione della chiusura; la non chiarezza circa l’uso che l’Asl intende fare della struttura peraltro (come si legge nella lettera) ristrutturata circa due anni fa con l’uso di soldi pubblici per renderla adeguata alle particolari finalità che attualmente svolge; infine, la necessità di spostare i pazienti in altre Rsa (residenze sanitarie assistite) verrebbe a ledere il diritto di altri pazienti in lista di attesa.
L’obiettivo della mobilitazione è quello di far recedere l’Asl 10 dalla decisione di chiudere l’Rsa Le Civette.