Da festeggiare c’è davvero poco ma, per un giorno, Reggio Emilia torna a tingersi di granata, il colore della squadra di calcio più prestigiosa della città, chiusa tra un passato glorioso ed un presente pieno di incognite e di delusioni. Questo pomeriggio centinaia di tifosi reggiani hanno dato vita ad un corteo pieno di colore e di entusiasmo che ha visto la partecipazione di persone di ogni età e provenienza unite da un imperativo comune: l’amore per la maglia granata. Il corteo è partito alle ore 16 dalla Curva Sud del vecchio Mirabello per arrivare circa un’ora dopo – illuminato da fumogeni rossi e intonante cori contro l’amministazione comunale e la stessa società – in Piazza Prampolini dove si è tenuto l’incontro con l’assessore allo sport Mauro Del Bue. All’interno della Sala Rossa un delegato della tifoseria granata ha letto a Del Bue un comunicato in cui veniva espresso tutto il rammarico per la recente vendita dello stadio e per gli anni di immobilismo con i quali il Comune ed il mondo imprenditoriale reggiano hanno assistito a tale vicenda. L’assessore ha assicurato ai manifestanti che tutto quello che si poteva fare è stato fatto ed ha invitato ognuno di loro a partecipare alla creazione di un gruppo che si assuma la responsabilità di contattare imprenditori e/o cooperatori locali disposti a supportare la società guidata ora da Barilli. Del Bue, inoltre, si è dimostrato favorevole ad una forma di gestione societaria “all’inglese”, dove una parte della tifoseria partecipa attivamente all’amministrazione della propria squadra di calcio.
Se queste parole rimarranno promesse oppure no questo non ci è dato saperlo ma per una giornata i tifosi granata, con il proprio calore e la propria passione, sono riusciti a mettere bene in chiaro che questa squadra appartiene prima di tutto anche a loro. Al ritrovo erano presenti anche i giocatori e l’intero staff della Reggiana che hanno salutato i manifestanti prima della partenza per la trasferta di San Marino. “Devono capire il valore della maglia” le poche ma eloquenti parole di mister Battistini. Il problema è che qualcun’altro, forse, non l’ha ancora capito.