Rapporto Ebret, 2023 ancora favorevole per l’artigianato, ma l’incertezza aumenta

In Toscana l’artigianato si compone di circa 100 mila aziende per oltre 250 mila addetti, con un contributo di quasi il 20% all’occupazione delle imprese private della nostra regione ed un’incidenza sul Pil regionale superiore al 10%. Nel comparto è costante l’aumento delle imprese a conduzione femminile (sono ora il 19%)

Firenze – E’ stato presentato oggi a Firenze, presso l’AC Hotel il “Rapporto economico annuale dell’Artigianato toscano“, giunto alla nona edizione e realizzato dall‘Osservatorio EBRET. Nell’ambito dell’iniziativa sono stati illustrati i dati finali del 2022 e le previsioni per il 2023, che, in sintesi, evidenziano cla prosecuzione della ripresa dell’artigianato toscano, con fatturato ed occupazione in crescita, pur non mancando, soprattutto in questo avvio di 2023, dei segnali di rallentamento. Il panorama regionale vede in Toscana la presenza di circa 100 mila aziende per oltre 250 mila addetti, con un contributo di quasi il 20% all’occupazione delle imprese private della nostra regione ed un’incidenza sul Pil regionale superiore al 10%. Nel comparto è costante l’aumento delle imprese a conduzione femminile (sono ora il 19%).

La ripresa dell’artigianato toscano è ben rappresentata dall’aumento del fatturato a chiusura del 2022, pari a + 5,2%, e da un indicatore medio dei margini di vendita (+17%) che ha fatto registrare il miglior risultato degli ultimi 5 anni.

La crisi sanitaria, che ha dispiegato i suoi effetti negativi, sembrerebbe ormai superata: secondo il rapporto, il livello di attività aziendale è ritenuto “normale” dall’82% degli imprenditori e l’aumento del numero degli occupati (3mila unità, +2,3%) ha riportato la consistenza degli organici aziendali al di sopra dei valori pre-crisi. La crescita occupazionale vede capofila la filiera delle costruzioni, ma fanno registrare saldi positivi anche manifatturiero e servizi. Il risultato negativo accusato dalla sola filiera della pelle (- 500 untà, riferito ai dipendenti) potrebbe avere una casua strutturale nel processo di riorganizzazione in corso.  probabilmente da un processo di riorganizzazione in corso. Il comparto concia-pelletteria-calzature mette comunque a segno la migliore performance in termini di fatturato (+8,7%), con tutto il resto del sistema moda che riporta tassi di crescita superiori alla media (+7,8% per il tessile, +6,1% per l’abbigliamento).

Per quanto riguarda il miglior risultato complessivo, emergono i dati delle imprese esportatrici e di quelle orientate all’innovazione. Riprende l’accumulazione del capitale anche se peggiorano le condizioni di accesso al credito e calano i prestiti concessi alle imprese artigiane (-3,8% a settembre dello scorso anno). La quota di aziende che ha realizzato investimenti risale (34%) senza però raggiungere ancora i valori pre-crisi pandemica (39% nel 2019).

Il livello territoriale vede la crescita di tutte le province toscane, con in testa Prato, che mette a segno un +9,1%. Risultati meno brillanti per Massa Carrara (+3,5%), Grosseto (+3,1%) e Pistoia (+2,3%).

Tuttavia, nel quadro positivo, si segnalano anche alcuni  segnali di rallentamento. Fra questi, il Rapporto mette in luce la nati-mortalità delle imprese artigiane, che è vero che ha chiuso il 2022 con un saldo positivo (+409 unità, il secondo consecutivo dopo 12 anni “in rosso”); tuttavia, le iscrizioni ai registri camerali sono passate dal +15,6% del primo semestre al -6,7% del secondo.

Un altro segnale inquietante, è che il 2023 si è aperto con un’ulteriore discesa del tasso di crescita del tessuto imprenditoriale (+0,2% nel primo trimestre, era al +0,7% un anno prima). A ciò si aggiunge  l’andamento dei dipendenti, che dopo aver raggiunto una crescita prossima al 5% nella prima metà dell’anno, ha rallentato nella parte finale (+2,3% il dato dell’ultimo trimestre 2022). Aumentano inoltre gli interventi della cassaintegrazione FSBA (Fondo bilaterlae per l’artigianato), che vede crescere a +15% gli importi rendicontati nei primi due mesi del 2023.

Ancora, sia pur moderatamente, positive, le aspettative degli imprenditori artigiani per il 2023. Il fatturato è previsto ancora in crescita, mentre le aspettative su occupazione e investimenti restano favorevoli. Ottimismo che tuttavia deve fare i conti con due indicatori: l’entità della crescita attesa per il 2023 (fatturato +1,9%), da un lato, in rallentamento rispetto ad un anno fa; dall’altro, la quota di imprenditori che hanno espresso incertezza relativamente alla direzione attesa (19%), dato in rialzo rispetto alle precedenti due rilevazioni.

Tirando le fila, sebbene il 2023 appaia  destinato a caratterizzarsi come una fase nel complesso ancora favorevole per il sistema artigiano, il quadro generale vede aumentare i fattori di ncertezza.

Ad introdurre i lavori sono stati il Presidente uscente dell’EBRET Mario Catalini e la nuova Presidente Monica Stelloni. Il Rapporto è stato presentato dal ricercatore Riccardo Perugi. Sono intervenuti tra gli altri Nicola Sciclone (Direttore IRPET), Silvia Del Prete (Banca d’Italia), Riccardo Giovani (Presidente EBNA), Angelo Colombini (Vice Presidente EBNA), Stefano Di Niola (Direttore EBNA), il Segretario generale della CISL Toscana Ciro Recce.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Vaglia, al via primo contest fotografico per bambini e ragazzi

Vaglia, al via primo contest fotografico per bambini e ragazzi

Primo contest fotografico per bambini e ragazzi a Vaglia

Succ.
Bce e Mes: alla prova la capacità di governo del Centrodestra

Bce e Mes: alla prova la capacità di governo del Centrodestra

Sono strumenti che funzionano se la politica ne accetta l’indipendenza

You May Also Like
Total
0
Condividi