Certaldo – Sogni e crisi dell’Italia del boom in salsa eduardiana. E’ quanto propone il pluripremiato collettivo teatrale napoletano Punta Corsara, che porta per la prima volta in Toscana “Il cielo in una stanza”, scritto a quattro mani da Armando Pirozzi e Emanuele Valenti (per la regia di quest’ultimo), in programma stasera a Certaldo, teatro Boccacio, fra gli appuntamenti più attesi in cartellone.
È il 2007 quando a Napoli nasce il progetto di impresa culturale “Punta Corsara” della Fondazione Campania dei Festival presso l’Auditorium di Scampia, con lo scopo di avviare un gruppo di giovani ai mestieri dello spettacolo. L’obiettivo, attraverso una serie di corsi di formazione, è quello di offrire delle prospettive di riscatto creativo ai ragazzi del turbolento quartiere, inevitabilmente identificato nell’immaginario collettivo con “Gomorra”, il romanzo di Roberto Saviano prima, e il film di Matteo Garrone poi, che ne sono stati, per così dire , i cantastorie e i testimoni.
Il progetto, inizialmente affidato alla direzione di Marco Martinelli e Debora Pietrobono (poi dal 2009 a tenere le redini saranno Emanuele Valenti e Marina Dammacco) va avanti spedito. Sforna spettacoli originali, fa incetta di premi e riconoscimenti (Ubu, Hystrio, In-Box) e si guadagna l’etichetta di “caso unico, forse irripetibile nel panorama del teatro italiano”. Manifesto della compagnia, accanto all’iniziale “Signor di Pourceaugnac” di Molière, che prende in prestito i canovacci della commedia dell’arte e trova in Totò la sua maschera tragicomica e matrice ideale, sarà poi “Hamlet travestie”, che gira in tournée per tre anni sui palcoscenici di tutta la penisola.
Ora “Il cielo in una stanza”, che evoca la canzone di Gino Paoli, interpretata da Mina, icona della nostra musica leggera e caposaldo della irripetibile stagione del cantautorato madeinitaly, come pretesto per elabora una strategia amorosa che abbatte le pareti, supera i confini domestici e si dissolve in uno spazio finalmente (e apparentemente) libero.
“Ma cosa succede – si chiede Punta Corsara – se una vera casa, una casa abitata da chi ha vissuto il boom degli anni Sessanta, venti anni dopo crolla miseramente e il cielo, le nuvole, il vento entrano davvero fra quelle mura diroccate? Cosa resta del sogno romantico, della giovane coppia che l’ha sognato e cosa diventa quel luogo ormai in rovina?”. Così, a partire da questa metafora, la storia è ambientata in una Napoli degli anni Cinquanta, nella quale, attraverso la costruzione e distruzione di abitazioni, complessi residenziali e interi quartieri, prende il via un processo di trasformazione sociale, sulla base di un piano regolatore delle esistenze che guardava al futuro e irrimediabilmente stravolgeva le identità conosciute.
Il racconto si struttura quindi, al di là del film denuncia di Francesco Rosi “Le mani sulla città”, come una rivisitazione allucinata della classica commedia eduardiana in tre atti, dove la metafora cantata da Mina prende corpo nella realtà di un muro crollato e del cielo che è penetrato in quella stanza che appunto “non ha più pareti”. Una architettura sbilenca e fatiscente dove brulica una umanità che tira avanti derelitta, da cui però non riesce ad andarsene: “Con la voglia di fare i conti con il proprio passato e trovare un modo, costi quel che costi, per archiviarlo e ricominciare a sognare un futuro” conclude Emanuele Valenti, anche interprete insieme a Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Sergio Longobardi, Valeria Pollice, Vincenzo Nemolato. Inizio spettacolo ore 21. Info 0571 664778.
Foto di Giusva Cennamo