Firenze – E’ con due diversi comunicati che l’associazione Progetto Firenze punta il dito su due iniziative che riguardano Firenze e che sembrano andare l’una in direzione opposta all’altra. Perché se la prima, che riguarda l’installazione entro un anno di altre 250 telecamere di sicurezza, da parte del Comune di Firenze, sembra denunciare una sorta di “ossessione securitaria” che sembra possedere la città, l’altra si pone veramente sul versante opposto. Infatti, Grazia Galli per l’associazione Progetto Firenze e Tommaso Grassi consigliere comunale di Firenze riparte a Sinistra, chiedono “lumi” sulla notizia riportata dalla stampa per cui ogni venerdì sembrerebbe che la città venga “sollazzata” da una pattuglia di paracadutisti in tuta alata in sorvolo sulla cupola del Bunelleschi e il campanile di Giotto, liberando fumogeni colorati.
Quanto al primo punto, la comunicazione è firmata dall’ex consigliere provinciale Massimo Lensi, che precisa che, con altre 250 telecamere, si arriverà a 800 dispositivi in città. “Niente d’illegale, per carità, siamo sicuri che la tutela della privacy come previsto dalle leggi in vigore sarà ampiamente rispettata – dice Lensi – La legge 38/2009 denominata “Piano straordinario di controllo del territorio” consente ai Comuni di far uso si sistemi di videosorveglianza al fine di prevenzione dei reati e controllo del territorio”.
E tuttavia non sfugge a nessuno che il punto è un altro, come dice Lensi, ed è “di opportunità politica. Le elezioni si avvicinano e il copione ormai di moda è quello della sicurezza, tema una volta di competenza delle autorità di polizia. Oggi, all’opposto, si va sempre più perfezionando la figura del Sindaco sceriffo, eroe solitario a capo di una città a metà strada tra il vecchio e selvaggio West e la la Smart City iper-connessa del futuro prossimo venturo. Sarebbe bene, però, sollecitare una riflessione pubblica su queste nuove frontiere della sicurezza. Le telecamere, infatti, danno risposte prevalentemente nel campo della “percezione” della sicurezza su cui si basa, appunto, la tendenza elettorale, rispetto alla prevenzione, invece, a poco servono”.
Su questa linea, prosegue Lensi, sarebbe forse opportuno chiedersi “se i cinque bandi da 800mila euro l’uno che il Comune farà partire a breve per l’installazione dei dispositivi non potrebbero essere utilizzati in altra forma, ad esempio per rivitalizzare lo spazio pubblico e rafforzare i servizi anche nelle periferie. Sarebbe un buon modo per dare un segnale di discontinuità con la politica di allarmismo securitario ormai dominante”.
Sicurezza sicurezza, ma siamo sicuri che l’iniziativa segnalata da Progetto Firenze e Firenze riparte a Sinistra, ovvero fumogeni e paracadutisti fra cupola e campanile di Giotto, risponda a quella logica cui sembrerebbe ispirarsi l’arrivo di nuove telecamere? Circa l’iniziativa, denunciano Tommaso Grassi e Grazia Galli, “un appuntamento fisso con cui il team Skydive Dream, già attivo a Dubai, intenderebbe proporre a Firenze, una nuova attrattiva turistica per propagandare la propria attività di lanci nella zona di Porta Romana in tandem con turisti disposti a sborsare centinaia di euro per un volo sui cieli di Firenze”, sembrerebbe aver ricevuto il favore di Toscana Aeroporti e l’ok di Enac e Enav. Ciò che mancherebbe (perché ancora non richiesto) sarebbe “l’ autorizzazione da parte delle autorità preposte al governo della città e alla tutela dei suoi beni artistici”.
Se tutto questo sarà confermato, continuano Grassi e Galli, “si tratterebbe senza ombra di dubbio di un atto definitivo nella trasformazione della città e del suo cielo in un lunapark asservito al consumo del turismo globale”. E la sicurezza? Andrebbe a farsi benedire, nonostante le telecamere e l’annunciato arrivo di decine di nuovi agenti di polizia e militari dei carabinieri.
Infatti, si chiedono Grassi e Galli, se l’iniziativa venisse sdoganata, ” a cosa mai serviranno più le misure di sicurezza che hanno portato alla sorveglianza militare delle piazze, al raddoppio delle telecamere, o a chiedere il rafforzamento delle forze di polizia, se chiunque d’ora in avanti potrà per scopi commerciali infrangere il divieto di sorvolo totale istituito nel 1997. E che dire delle polluzioni di gas di scarico e fumogeni che di settimana in settimana si riverseranno sui preziosi marmi di Santa Maria Del Fiore e – presumiamo sui complessi monumentali intorno a Porta Romana? Qualcuno ha provveduto a valutare l’impatto a breve e lungo termine di quest’attività sulla salute della città e dei suoi monumenti? Esiste un piano d’emergenza nel malaugurato caso di incidente? Perché Enac avrebbe rilasciato un permesso così in fretta senza alcuna informativa?”…
La questione arriverà in consiglio comunale, oltre a essere segnalata a Prefettura e Sovrintendenza, “che paiono esser stati sin ora completamente scavalcati”. “Chiederemo in Consiglio comunale a Sindaco e assessorato competente di informare l’assemblea e valutare i possibili margini di un intervento del Comune per fermare questo ennesimo atto di mercificazione della città”.