Sembra un manifesto futurista il drappellone di Riccardo Guasco per il Palio di Siena che si correrà il 16 agosto. Una rappresentazione giocosa dove sinuosi cavalli eleganti macchiati di blu, di rosso e di giallo si rincorrono al centro della scena. Una Madonna di profilo svetta sulla Piazza del Campo in mezzo a un cielo immerso in turbinìo di pianeti. È il “Cencio” – come lo chiamano i senesi – di Rik, grafico e illustratore dal tratto inconfondibile di fama internazionale. Il suo drappellone muove da un’ispirazione cubista dove le linee e le forme si spezzano e si ricompongono in modo gioioso, in una tavolozza sgargiante di colori.
Il sindaco di Siena Nicoletta Fabio si è soffermata su quella parte dell’opera che, per tradizione e mandato della committenza, deve interpretare il significato religioso della dedica del Palio alla Madonna Assunta in cielo: “La volta celeste raffigurata sopra la testa della Madonna – ha detto il sindaco – sembra fare parte di una sfera formata da pianeti e costellazioni che decidono le sorti del mondo terreno. Questi pianeti – ha aggiunto Nicoletta Fabio – mi hanno fatto pensare alle immagini leggere de ‘Il piccolo principe’. Anche i pianeti di Rik, in un certo senso all’interno di un piccolo cosmo, rappresentano gli uomini, con pregi e difetti, proprio come nel racconto di Antoine de Saint–Exupéry”.
L’illustratore e designer Ale Giorgini ha sintetizzato gli aspetti artistici del drappellone: “Al centro i cavalli, i grandi protagonisti della carriera – ha detto Giorgini – sono figure rigorose nella loro statuarietà, ma allo stesso tempo fluide nel loro movimento, quasi scomposte nella dinamicità del segno di Riccardo. Le figure equestri per un momento sembrano interrompere l’equilibrio di linee, forme e luce, mettendo in risalto la dirompente fisicità e l’impeto della corsa, in quello che pare essere il culmine della gara e che rappresenta l’agonismo della corsa.
Autore di numerose campagne pubblicitarie di brand importanti, nella pagina di presentazione delle proprie opere, Guasco ha scritto così: “I miei lavori sono costellati di altissime case, eroici ciclisti, grandi cetacei, uccelli migratori, barche sospese, nuvole e altri oggetti forse provenienti da un posto chiamato fantasia. Le mie illustrazioni appaiono su campagne pubblicitarie, riviste, libri, cappelli e biciclette”. Fedele alla sua impronta, Guasco ha connotato la sua opera di rimandi al futurismo, che a Siena, in relazione al Palio, ha precedenti burrascosi.
Al di là di accostamenti più o meno centrati, si può dire che una delle rappresentazioni del Palio dichiaratamente futurista fu il quadro dell’artista Corrado Forlin, artista veneto legato a Filippo Marinetti. La sua opera, realizzata nel 1937, era intitolata “Splendore simultaneo del Palio di Siena” e fu esposta nel 2009 nella mostra alla Pinacoteca Nazionale di Siena, in occasione del centenario del Futurismo. Nel catalogo della mostra venne così descritta: “Un’opera straordinaria che racchiude, attraverso i colori, le forme geometriche e il movimento una visione originale e innovativa del Palio ma, soprattutto, è un quadro che riesce a legare alla perfezione la tradizione centenaria della carriera cittadina all’innovazione e al cambiamento, tipico del movimento Futurista.Balzano subito agli occhi l’esplosione di emozioni del popolo paliesco e il suo rapporto, quasi ultraterreno, con la corsa”. Lo scrittore e poeta di impronta futurista, Paolo Buzzi, scrisse su quell’opera di Corrado Forlin realizzata in pieno regime fascista: “I tuoi cavalli elicoidali vinceranno, su piste anche più ardue, tutti i Palii del futuro”.
Quell’esposizione fu quasi un risarcimento postumo per Forlin, che da Siena fu scacciato per via di una poesia sul Palio, “Simultaneità dei poeti bacchici a Siena”, presentata alla “Gara di poesia bacchica, amorosa e guerriera” del 1937 organizzato dalla Mostra Mercato dei Vini Tipici, che vide la presenza a Siena anche di Tommaso Filippo Marinetti. Secondo i senesi quella poesia aveva toni così sarcastici sulla propria tradizione secolare da essere ritenuta inaccettabile. E così anche il quadro non fu mai esposto a Siena fino alla mostra del 2009.
E fu proprio in quell’occasione che un artista senese, docente dell’Istituto d’Arte, Filippo Mazzieri organizzò una burla in grande stile. Venne annunciato infatti il ritrovamento, in uno scantinato dell’Istituto, di un drappellone futurista. In realtà venne dipinto dagli allievi dell’Istituto, peraltro con caratteristiche qualitative decisamente accettabili e presentato in una conferenza stampa. Al termine della quale, però Mazzieri rivelò che si trattava di uno scherzo. Oggi, invece, grazie al drappellone di Riccardo Guasco, l’ispirazione futurista, torna per davvero a dialogare con il Palio di Siena, tradizione del passato che ha saputo rinnovarsi, senza mai perdersi, guardando sempre e ostinatamente al futuro.