Firenze – La denuncia arriva dai sindacati: “E’ rimasto lettera morta l’accordo sulla sanità sottoscritto 8 mesi fa con il presidente Rossi e l’assessore Saccardi, che impegnava la Regione a trovare nel tavolo regionale soluzioni contrattuali omogenee per i lavoratori della sanità toscana, dopo la riorganizzazione del sistema sanitario toscano del 2015.” A sottoscriverlo, i segretari generali regionali delle Funzioni Pubbliche Cgil, Cisl e Uil, Bruno Pacini, Marco Bucci e Mario Renzi.
Sulla situazione sempre più critica del personale sanitario pesano, dicono i sindacati, i ritardi nelle assunzioni di personale nelle aziende sanitarie toscane che stanno producendo una situazione di progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori e anche sulla stima dei fabbisogni del personale, “i direttori generali hanno fin qui ignorato i necessari confronti sindacali in sede aziendale”. Da una stima dei sindacati ancora mancano circa 1500 lavoratori considerando tutti i profili professionali.
“Omogeneità contrattuale vuol dire anche omogeneità di condizioni di lavoro oltre che salariale” dice Marco Bucci, segretario Fp Cisl. I ritardi nel rispetto dell’accordo, viceversa, fanno sì che ancora non si riesca nemmeno ad analizzare in maniera congiunta e trasparente tali differenze che hanno pesanti ripercussioni sulla qualità dei servizi e sulla tenuta degli stessi.”
“A questo- sottolinea Bruno Pacini, segretario Fp Cgil – si aggiunge la scelta non condivisa di inserire in Toscana il volontariato nel sistema dell’emergenza urgenza, decisione che è rigettata nel metodo e nel merito dalle nostre categorie.”
“La mancanza di presa in carico di politiche contrattuali omogenee fa sì – aggiunge Mario Renzi, segretario Uil Fpl- che il clima interno alle aziende sia sempre peggiore, e se la presidenza della Regione e l’assessorato alla salute non si faranno carico rapidamente di queste problematiche il risultato sarà da un lato un grave volta faccia agli impegni assunti con la sottoscrizione dell’accordo e dall’altro un peggioramento della tenuta dei servizi.”
Nell’intesa del 25 febbraio 2019 Regione e sindacati si davano delle priorità che, unendo i bisogni dei lavoratori e quelli dei servizi, avviavano un percorso per dare quindi due tipi di risposte; tempi lunghi ed eccessi nell’interpretare i vincoli di legge rischiano di disconoscere da parte della Regione il contenuto dell’accordo, che al momento della sottoscrizione venne definito ambiziosamente da Rossi ‘Patto sociale regionale per la salute’.
“Al di là dei proclami della Regione – concludono Pacini, Bucci e Renzi – ci aspettiamo risposte certe e soluzioni coerenti con quanto sottoscritto a suo tempo: ne va del futuro della sanità nella nostra regione e della coerenza sul rispetto degli impegni presi”.
Rispondendo ai sindacati l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi ha confermato la volontà di rispettare gli impegni a suo tempo presi nell’ambito di tale accordo: «I ritardi sono dovuti a motivazioni meramente tecniche, indipendenti dalla volontà della Regione stessa – ha detto -. Siamo in attesa del riconoscimento formale da parte del Ministero dell’Economia, del superamento degli adempimenti regionali relativi agli anni 2016 e 2017, che costituisce il presupposto per l’adozione dell’atto regionale con il quale si forniscono alle aziende sanitarie le indicazioni per l’incremento dei fondi contrattuali relativi a tali anni”.
“La Regione – ricorda l’assessore – ha sollecitato il Ministero alla trasmissione dei documenti attesi, ma alcuni eventi degli ultimi mesi (da ultimo, la crisi di Governo) hanno determinato ritardi non preventivabili. Comunque, la Regione non è stata ferma e ha ricevuto rassicurazioni sulla finalizzazione della procedura. Per questo la giunta regionale ha deciso di deliberare in merito già nella prossima settimana, al fine di ottimizzare i tempi ed essere pronti non appena giungerà la formalizzazione da parte del Ministero”.
“Quanto alla presunta carenza di personale nella aziende sanitarie – aggiunge l’assessore – è doveroso precisare che essa va intesa come carenza di personale dipendente a tempo indeterminato, che però è attualmente sostituito da personale altrettanto qualificato, ma con contratto di tipo interinale. Per la soluzione naturale di questo fenomeno sono in corso di espletamento vari concorsi, tra cui il cosiddetto “megaconcorso” per infermieri, a cui si sono presentati circa 7.500 candidati e che terminerà con la pubblicazione della graduatoria degli idonei, alla fine del prossimo febbraio”.