Nuovo appalto assistenza domiciliare, ricorso dell’RTI primo classificato ed escluso

Firenze –  Potrebbe essere sospeso, il nuovo appalto dell’assistenza domiciliare, in conseguenza al ricorso depositato (notizia di oggi) dal primo classificato e poi escluso, il raggruppamento temporaneo d’imprese (RTI) composto dalle cooperative KCS caregiver-Co&So, che fa diventare del tutto possibile il verificarsi di una proroga del vecchio appalto. La notizia, giunta oggi poco dopo la risposta alla domanda d’attualità posta dal gruppo consiliare di Sinistra progetto comune all’assessora Funaro, potrebbe sospendere infatti gli esiti dell’appalto ad ora vinto dalla Cooperativa Elleuno. 

La notizia last minute viene commentata da Paola Sabatini, Cub.  “In attesa che il Tar valuti la richiesta del RTI composto da KCS caregiver-Co&So , il Comune, nonostante avesse risposto a un’ interrogazione in consiglio comunale che non avrebbe fatto proroghe, potrebbe invece prevederla almeno fino al 1 aprile”. Una notizia che in quanlche modo complica le cose, in quanto, come spiegano i sindacati, la cooperativa ad ora vincitrice sembrava intenzionata al riassorbimento di tutti i lavoratori. Insomma, nell’ipotesi che il RTI vinca il ricorso, come dicono i sindacati, “si dovrà ripartire da zero”.

Mentre in aula si discuteva, sotto Palazzo Vecchio si è tenuto il presidio da parte dei Cub e dei lavoratori dell’assistenza domiciliare. 

Ricostruendo la vicenda, il 4 febbraio 2022 il servizio è stato aggiudicato alla Cooperativa Elleuno dopo l’esclusione del primo classificato, appunto il RTI KCS caregiver-Co&So e dopo che per oltre 20 anni il servizio era gestito dalle stesse Cooperative. Il ribasso è stato del 6%. “Non è una novità – dicono dal sindacato di base –  ad ogni appalto un tale ribasso è diventato una costante”. Il cambio d’appalto coinvolge circa 160 lavoratori e 900 utenti.

Come ricorda Giuseppe Cazzato, Cobas, e dipendente comunale dei servizi domiciliari, “in merito alla riduzione delle ore, faccio presente che nel 2008 le ore previste per l’appalto erano 22.670 mensili. Oltre a queste ore, era stato siglato un accordo tra Rsu e l’allora assessore alla sicurezza sociale Cioni, che prevedeva il mantenimento di un presidio di dipendenti comunali adibiti a questo servizio, per un totale di 96 persone. Adesso le ore dell’appalto sono ridotte a 15mila e i lavoratori comunali impiegati in questo servizio sono solo una decina. Tutto questo a fronte di un invecchiamento della popolazione che vede Firenze tra le città con la più alta percentuale di popolazione anziana, che presupporrebbe un incremento di questi servizi, invece dei tagli a cui ad ogni rinnovo d’appalto questi devono sopportare”. Di fatto, si sarebbero così perse circa 8mila ore di servizi in appalto e quasi 80 dipendenti comunali.

Il punto più importante su cui insistono i sindacati di base riguarda proprio il monte ore. “Da anni denunciamo i tagli di ore che avvengono ad ogni appalto di questo importante servizio, tagli che progressivamente portano con sé non soltanto una diminuzione quantitativa ma anche qualitativa del servizio stesso e hanno portato ad esternalizzare completamente un servizio nato come pubblico. Questo non certo perché siano diminuiti i bisogni – spiegano dalla Cub – ma per il progressivo spostamento verso le organizzazioni di volontariato e del terzo settore di alcune attività svolte in precedenza dal servizio domiciliare e dal percorso ad ostacoli necessario per richiedere ed attivare il servizio, che talvolta richiede mesi. Un servizio, peraltro, che dovrebbe essere pubblico e gratuito ma è diventato nel corso degli anni sempre più oneroso per l’utenza. Questa contraddizione le lavoratrici e i lavoratori la vedono ogni giorno con i loro occhi, il bisogno dell’utenza aumenta e la risposta a questo bisogno spesso non arriva o arriva in ritardo”.

Le richieste da parte delle lavoratrici e lavoratori rivolte al Comune di Firenze in quanto parte pubblica, sono: vigilare e garantire un passaggio indolore per tutte e tutti compresi i lavoratori e le lavoratrici con contratto a tempo determinato come previsto dall’appalto attraverso la clausola sociale e dall’art. 37 del CCNL Cooperative sociali, che impegna la Cooperativa entrante ad assorbire e utilizzare prioritariamente il personale attualmente impiegato.

Infatti, spiega Paola Sabatini della Cub, dal momento che “le ore garantite sono solo 13500, le altre 1500 ore sono divise su tre equipe ad ognuna delle quali sono assegnate 500 ore, dedicate alla prima e tempestiva presa in carico temporanea dei casi segnalati come urgenti, per un tempo limitato. Queste 1500 ore come saranno considerate nel cambio gestione? La loro mancanza come si può ripercuotere sul monte orario degli operatori?”.

I lavoratori chiedono al Comune anche risposte in merito al mancato aggiornamento del costo delle prestazioni, dato che nel corso dell’appalto precedente c’è stato un rinnovo contrattuale entrato a regime a settembre 2020, che ha fatto aumentare il costo del lavoro ed aggiornare le tabelle del lavoro.

Infine, delucidazioni sono state richieste anche per quanto riguarda la questione organizzativa, ovvero come  il servizio verrà suddiviso e organizzato in quartieri.

Il consigliere comunale di Spc Dmitrij Palagi

I punti posti dai lavoratori sono stati oggetto dell’interrogazione del consigliere di Spc Dmitrij Palagi, cui ha risposto l’assessora al welfare Sara Funaro.

Nella risposta l’assessora, che ha interpellato la direzione amministrativa del settore, aveva confermato il riferimento, per quanto riguarda il pagamento delle ore dei lavoratori, alle ultime disposizioni di legge; la conferma del monte ore complessivo, ovvero le 15mila ore mensili di servizio di assistenza domiciliare previsto nell’appalto ormai in conclusione, mentre, risponde Funaro, su relazione degli uffici, “la differenza fra i due appalti sta nell’articolazione del monte ore. Infatti, nel nuovo appalto, le suddette 15mila ore mensili sono articolare in 13.500 ore da attivare secondo modalità da programmazione degli interventi, analoghe a quelle previste dall’appalto in scadenza e 1550 ore dedicate alle tre equipe stabili (500 per orgni equipe) ciascuna di 3 operatori, che operano secondo programmazione e standard definiti col Comune”, dedicate, prevalentemente ma non esclusivamente, alle urgenze.

L’assessora Sara Funaro

Un punto da sottolineare, dice l’assessora, è che “nel valore complessivo dell’appalto è prevista inoltre la possibilità di attivare in opzione, ovviamente previa disponibilità della relativa copertura finanziaria, e qualora il fabbisogno emergente lo rendesse necessario, servizi aggiuntivi fino a ulteriori 2500 ore mensili e fino a ulteriori 3 equipe stabili. Per cui c’è la possibilità – commenta l’assessora – se ci fosse necessità, di aggiungere. E’ in corso, ed è monitorata dai nostri uffici, la trattativa subentrante e le organizzazioni sindacali. mi risulta che il clima è di collaborazione e disponibilità, anche per centrare l’obiettivo di evitare esuberi fra il personale”. Ovviamente, per quanto riguarda quest’ultimo punto, l’ultima notizia potrebbe portare ad una sospensiva fino alla decisione nel merito del ricorso da parte del tribunale.

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