Non è un Paese per donneMamme in carriera, quando il welfare emargina

Conversazione con Donatella Davoli
Una scena del film I don’t know how she does it

Donne al bivio tra famiglia e carriera in un Paese che non aiuta a scegliere. Ecco cosa accade quando arriva il momento della fatidica decisione. Diaologo con Donatella Davoli, vicepresidente del Gruppo Terziario di Assindustria e manager di Iren.

Si chiama Kate Reddy il nuovo simbolo della conciliazione tra famiglia e carriera. Il personaggio è uscito dalla penna di una giornalista del London Daily Telegraph Allison Pearson ed ora è protagonista del film I Don’t Know How She Does It, che uscirà in Italia il 23 settembre con il titolo Ma come fa a fare tutto?. Manager nel settore finanziario, Kate Redding (impersonata dalla protagonista di Sex and the City Sarah Jessica Parker) ha due figli piccoli, un marito che guadagna meno di lei, una vita fatta di notti insonni, corse massacranti ed eterni sensi di colpa. La conseguenza è il continuo rincorrersi di situazioni paradossali e comiche che mascherano una riflessione più profonda su un problema epocale. Nella vita vera, infatti, c’è poco da ridere.

In Italia la condizione della donna nel mondo del lavoro è da sempre molto problematica e lo diventa ancora di più quando arriva la maternità. Conciliare carriera e famiglia è sempre più difficile anche a causa di un sistema di welfare inefficiente e inadeguato. E’ notizia di questi giorni che la Cna regionale ha deciso di finanziare con interventi di sostegno al reddito quella fascia che non beneficia degli aiuti riservati al lavoro dipendenti: madri imprenditrici, lavoratrici autonome e libere professioniste. E’ la strada giusta?

Donatella Davoli

Donatella Davoli, vicepresidente del Gruppo Terziario di Confindustria e dirigente Iren, si occupa da tempo della condizione delle donne nel mondo del lavoro e il suo giudizio sul welfare italiano non è tenero.

“Questi interventi di sostegno al reddito – dice – si basano sempre sul concetto che il lavoro è secondario quando arriva la maternità. Credo che sia una criticità che porta alle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: meno presenza delle donne sul lavoro, meno presenza delle donne nelle posizioni di potere, stipendi più bassi. Questo accade alla maternità segue inevitabilmente l’allontamaneto dall’impresa. E’ vero che questo non è per forza un fatto negativo, anche perché il doppio lavoro è molto pesante, ma l’impatto sulla carriera non può non essere tenuto in considerazione”.

Cosa accade allora quando una donna decide di avere un bambino? “Oggi le donne italiane hanno in media il primo figlio tra i 30 e i 40 anni,  ed è dimostrato che è proprio in questa fase che si verifica il maggior numero di interruzioni di carriera e interviene il differenziale salariale più alto. Non credo che questo sia un caso”.

Secondo Donatella Davoli, ad essere carenti e inadeguate in Italia sono le politiche di welfare. “Il fatto più grave è che le politiche adottate da tanti anni non hanno sortito alcun effetto: le donne continuano ad essere ai margini del mondo del lavoro. Il sostegno è sempre finalizzato all’allontamaneto dal lavoro, mai alla sua conservazione. Le conseguenze sono devastanti perché le aziende -obbligate per legge a non cambiare mansione alla dipendente che rientra dalla maternità – tendono a non mettere  in una posizione di potere, al di là dei meriti, una donna che può abbandonare il suo posto per un anno. In certi casi anche se lo spirito di una legge è finalizzato a garantire un diritto, gli effetti sono controproducenti”.

“Per quale ragione non vengono aiutate le madri che vogliono continuare a lavorare, magari mettendo a disposizione contributi per la baby sitter? – continua  – E perché non si fanno investimenti per agevolare il lavoro da casa? La tecnologia ha un ruolo fondamentale in questo percorso, ma servono investimenti e un cambiamento culturale”.

Un cambiamento culturale che in Italia sembra un miraggio. “Ma questo è il momento di cambiare passo – conclude – perché se andiamo avanti su questa strada le conseguenze saranno gravissime. Per tutti”.

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