Quattro milioni dalla Regione per Fondo sfratti morosità incolpevole

Firenze – Quattro milioni di euro: è con questa cifra che la Regione, per il quarto anno consecutivo, finanzia il Fondo che va a sostenere gli inquilini morosi. Morosi e “incolpevoli”, vale a dire coloro che, causa perdita del lavoro o altri eventi legati alla crisi e alla imprevedibilità e straordinarietà della sorte, si trovino sotto sfratto per impossibilità di pagare il canone.

Quattro milioni più la “rimanenza” del 2013 più lo stanziamento nazionale del 2014, si arriva alla cifra di circa 8 milioni di euro per l’aiuto alla morosità incolpevole.

Il problema, pur nella sua gravità, mostrerebbe, secondo l’assessore al welfare nonché vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, qualche segnale meno oscuro: “Il problema degli sfratti continua ad essere di grande attualità anche se quelli per morosità incolpevole, tra 2010 e 2013, sono diminuiti così come le esecuzioni – è il bilancio dell’assessore – piccoli segnali positivi a cui hanno contribuito sia gli aiuti che la Regione ha messo a disposizione, 16 milioni di euro in 4 anni, che quelli arrivati dal governo. Nel 2013, grazie al fondo, abbiamo scongiurato circa 650 sfratti, 200 in più rispetto all’anno precedente, mentre le domande totali sono passate da 850 a oltre 1100. Tra il nostro stanziamento, il residuo del 2013 e la quota nazionale per il 2014 abbiamo a disposizione più di 8 milioni di euro. Una cifra importante per dare una mano ad numero ancora più alto di famiglie”.

Scheda degli sfratti per morosità incolpevole – Secondo il rendiconto 2013 le domande pervenute sono state 1136, delle quali 649 accolte. Tra i motivi della morosità incolpevole spicca il licenziamento, quasi un terzo delle domande; seguono il mancato rinnovo di un contratto di lavoro atipico a termine (13,5%), la cessazione di attività di libero professionista e la malattia grave e l’infortunio o il decesso di un familiare (entrambe intorno all’11%). Complessivamente nel 2013 sono stati erogati contributi per quasi 3,5 milioni di euro, con un residuo (che comprende anche quello relativo al 2012 e che va a sommarsi ai 4 milioni per il 2014) di circa 2 milioni di euro.

Il contributo, erogato dai Comuni e destinato ad evitare l’esecuzione di sfratti a quelle famiglie in temporanea difficoltà economica a causa della perdita o della diminuzione del proprio reddito (licenziamento, cessazione dell’attività, malattia grave, infortunio o decesso di un familiare), va ad aggiungersi alla quota spettante alla Toscana del fondo nazionale istituito dal governo (20 milioni l’anno per 2014 e 2015) che per il 2014 ammonta a oltre 2 milioni e 100 mila euro. Da segnalare che il governo ha deciso di aumentare gli stanziamenti (altri 16 milioni circa per il 2014 e 13 per il 2015), sebbene queste somme non siano state tuttora ripartite. La delibera stabilisce che la quota del fondo regionale venga ripartita tra tutti i Comuni soltanto dopo che quella del fondo nazionale sia stata completamente utilizzata. A tal proposito vale la pena sottolineare che la quota del fondo nazionale è destinata non a tutti i Comuni toscani ma soltanto a quelli Capoluogo e a quelli considerati ad Alta tensione abitativa (contenuti nella delibera del Cipe numero 87 del 2013).

Emergenza sfratti, costante toscana – In Toscana l’emergenza sfratti continua ad essere una costante. Tuttavia, secondo i dati della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno-Ufficio Centrale di Statistica, il rapporto tra sfratti eseguiti e provvedimenti di sfratto emessi per morosità tra il 2010 ed il 2013 è passato dal 61,85% al 51,44%. I dati dell’ultimo Rapporto sulla condizione abitativa, il III, evidenziano come nel 2012 il rischio di sfratto si è manifestato per quasi 3 famiglie su 100 che risiedono in una casa in affitto reperita sul libero mercato, con un picco di 6 famiglie su 100 nella provincia di Prato (dato poi quasi dimezzato nel 2013, passando a 3,5). Tra 2011 e 2012 si è registrata una crescita delle richieste di sfratto (+3,1%), dei provvedimenti emessi (+10%) e delle esecuzioni (+1,7%). Nel 2013, le richieste sono ulteriore aumentate (+8,3%), i provvedimenti sono rimasti sostanzialmente stazionari, mentre sono calate le esecuzioni (-4,5%).

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