Linea tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, firmato il contratto

I consiglieri di opposizione Palagi e Bundu, “Attenzionare il rapporto territorio-verde urbano”
Tramonto con tramvia (Luca Grillandini)

Firenze – È stato firmato oggi il contratto per la progettazione esecutiva e realizzazione della linea tranviaria Libertà-Bagno a Ripoli a seguito di una delibera approvata nell’ultima seduta della giunta comunale.

“Si tratta di un passaggio fondamentale – sottolinea l’assessore alla Mobilità e Grandi Infrastrutture Stefano Giorgetti -. La progettazione esecutiva è in corso ed è prossimo l’avvio dei lavori con un cronoprogramma definito, che a breve illustreremo. I primi cantieri a partire saranno quelli per il nuovo ponte, per i parcheggi scambiatori in viale Europa e nel territorio di Bagno a Ripoli e per il deposito al confine tra Firenze e Bagno a Ripoli”.

I primi lavori inizieranno a fine gennaio con le asfaltature di alcune viabilità funzionali ai futuri lavori tranviari e a seguire le lavorazioni per il nuovo ponte, i parcheggi e il deposito.  

La linea piazza Libertà-Bagno a Ripoli, ovvero la 3.2.1, si sviluppa su 7,2 chilometri con 17 fermate. Si collega al sistema tranviario in piazza della Libertà con il capolinea previsto su un piccolo tronco posizionato lungo viale Don Minzoni, già inseriti nel progetto della linea Fortezza-San Marco attualmente in costruzione.

Il percorso: da piazza della Libertà la linea imbocca viale Matteotti, percorre i viali di circonvallazione fino a viale Giovine Italia, per proseguire sui lungarni Pecori Giraldi, del Tempio e Cristoforo Colombo. Superato il Ponte da Verrazzano il tracciato continua in via Poggio Bracciolini, viale Giannotti, viale Europa e via Pian di Ripoli, fino a svoltare in via Granacci e arrivare al capolinea di Bagno a Ripoli dove sorgerà anche il deposito. Tra le opere previste anche il nuovo ponte a monte del Ponte da Verrazzano (tre corsie veicolari, piste ciclabili e marciapiedi che collegherà le due rive dell’Arno all’altezza da un lato dell’intersezione tra lungarno Aldo Moro e via Minghetti e dall’altro lato dell’incrocio tra via Villamagna e via Lapo da Castiglione, due parcheggi scambiatori (uno in viale Europa e uno nel Comune di Bagno a Ripoli con rispettivamente 458 e 374 posti auto). L’area interessata dall’intervento comprensiva di opere tranviarie, interventi di riqualificazione urbana, parcheggi scambiatori e deposito è di circa 450.000 metri quadri (ovvero 45 ettari). I tratti inerbiti sono circa il 37% del totale, tra questi piazzale Donatello, viale Giovine Italia, i lungarni, via Pian di Ripoli.

A parlare del costo ambientale dell’opera, dal punto di vista dell’abbattimento di alberi, sono i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune, Dmitrij Palagi e Antonella Bundu.

“Per le linee tramviarie Libertà-Bagno a Ripoli, Leopolda-Piagge e Piagge-Campi Bisenzio si prevede l’abbattimento di 1.150 alberi. I dati sono stati forniti dall’Assessore Giorgetti, che ringraziamo per aver fornito i numeri precisi, rispondendo a un’interrogazione depositata dopo una discussione avvenuta in aula – si legge nella nota di Spc – dal modo in cui ci è stato scritto ci è chiaro quale sia la linea difensiva della Giunta: saranno piantumate 2.600 nuove piante, quindi il bilancio sarebbe positivo, in termini numerici (+ 1.450)”. Dal momento che di definitivo e approvato dal Consiglio comunale c’è solo il progetto della Linea 3.2.1, mancano i cronoprogrammi dettagliati.

“Lo abbiamo detto più volte, parlare di realtà viventi come se fossero numeri non funziona – incalzano Palagi e Bundu – anche nel caso degli alberi: hanno un loro ciclo e la stessa Amministrazione riconosce che il 10% delle nuove piantumazioni (indicativamente) non attecchisce”.

“C’è poi il rapporto del territorio con il verde urbano – continua la nota – i progetti della tramvia sono stati aggiornati alla luce della nuova consapevolezza ambientale, fortemente cresciuta nel recente passato? Non sarà il caso di capire quale è il reale impatto ambientale? Lo chiederemo all’Assessore all’Ambiente. Anche perché qui parliamo solo di quelle piante che già si sa che spariranno, a cui si potrebbero aggiungere le conseguenze di eventuali incidenti”.

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