L’impegno politico del cristiano è una necessità

La prolusione di Valdo Spini per il centenario della Facoltà Valdese a Roma

La prolusione tenuta da Valdo Spini, ex parlamentare, già Ministro dell’Ambiente e presidente del sinodo delle chiese metodiste e valdesi, all’apertura della Facoltà Valdese di Teologia a Roma, è stata l’occasione per una riflessione ad ampio raggio sul rapporto fra cristianesimo e politica e avviene nel giorno della celebrazione del centenario del trasferimento a Roma della Facoltà Valdese di Teologia (1922-2022), l’Istituto Universitario delle Chiese Evangeliche Valdesi e Metodiste, cui partecipano anche la Chiesa Battista (Ucebi) e la Chiesa Luterana in Italia (Celi).

La prolusione del presidente Spini prende il via richiamandosi a due grandi figure protagoniste della storia del ‘900, Dietrich Bonhoeffer e Martin Luther King.

“Come sappiamo – ricorda Spini – Dietrich Bonhoeffer è un pastore luterano, un grande teologo, impiccato per ordine personale di Hitler nel campo di concentramento di Flossenburg il 9 aprile 1945. Bonhoeffer apparteneva alla chiesa confessante tedesca, che aveva sancito l’irriducibilità della fede cristiana col totalitarismo nazista nella Confessione di Barmen stesa da Karl Barth nel 1934. È nota la frase di don Lorenzo Milani “Se non fosse stato per la Chiesa Confessante noi cristiani non avremmo più il diritto di guardare in faccia un ebreo”.

Il teologo luterano aveva partecipato ai contatti di preparazione della congiura del 20 luglio 1944 che avrebbe dovuto portare, con la morte di Hitler, alla caduta del regime nazista e all’uscita della Germania dalla II guerra mondiale. A chi gli chiedeva perché un uomo di chiesa avesse potuto mescolarsi ad un’iniziativa che comportava uno spargimento di sangue, egli rispose: “Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante»”.

Un’altra personalità, un’altra tappa altissima dell’impegno politico del cristiano, è la vicenda esistenziale di Martin Luther King, il pastore battista Premio Nobel per la pace, assassinato a causa del suo impegno antirazzista a Memphis in Texas il 4 aprile 1968. “Martin Luther King utilizzò con successo la pratica della non violenza nella battaglia per l’affermazione dei diritti civili della popolazione nera degli Stati Uniti. È quindi una dimostrazione di come questa sia la via propria del cristiano per affermare i propri diritti, in particolare nei regimi democratici, anche in quella parte degli Stati Uniti dove vigeva la segregazione razziale.

A proposito di fede e politica, si ricorderà che il pastore Martin Luther King, ispirato dalla sua fede, pronunciò uno dei discorsi politici più belli della storia alla marcia di Washington, lanciando il 26 agosto del 1963 il suo famoso “I have a dream”, “io ho un sogno “, una frase che ha fatto scuola nel linguaggio del nostro tempo”. Continua Spini: “Abbiamo così toccato un punto molto importante e controverso. La non violenza è la diretta indicazione del precetto evangelico ma vi possono essere circostanze in cui l’utilizzo della violenza è in qualche modo obbligato.

Dietrich Bonhoeffer e Martin Luther King sono oggi un punto di riferimento di tutto il mondo cristiano e dunque non potevamo che partire dal ricordo di queste due figure di pastori che si impegnarono nella sfera politica”.

Tirando le fila, il passaggio per cui l’impegno politico del Cristiano diventa “dovuto”, è quel “ponte” che traghetta l’’individuo al gruppo, ovvero il secondo Comandamento “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

“Quest’ assunto ci dice – spiega Spini – che i grandi valori e i grandi principi del cristianesimo vanno testimoniati anche nella sfera politica, nell’esercizio dei diritti e dei doveri della cittadinanza. Città terrena e città di Dio, due realtà irriducibili, ma in cui l’uomo vive contemporaneamente”. E a cui non può rinunciare, né all’una né all’altra, come dimostrano le grandi svolte storiche anche del nostro Paese, la partecipazione al Risorgimento ad esempio, di uomini della cristianità, sia cattolica (molti curati, in particolare, da sempre nella prima fila di fuoco rispetto alle istanze della società) sia evangelica, in particolare i Valdesi. Partecipazione che verrà reiterata, forse ancora più drammaticamente, nel momento della Resistenza.

La vittoria della Resistenza, con il contributo delle Forze Alleate, compì il grande miracolo di riunire tutte le forze politiche e sociali intorno a un tavolo dando vita alla Costituzione Italiana. Ma  nonostante l’apporto anche di sangue del popolo Valdese alla Liberazione, nessun valdese o meglio nessun evangelico risultò eletto all’Assemblea costituente. Spini richiama una testimonianza di altissimo valore, il libro di Leo Valiani, ripubblicato recentemente, “Tutte le strade conducono a Roma”, in cui l’importanza della Resistenza nelle valli valdesi risulta molto efficacemente sottolineata, anche riguardo alla particolare forza che nelle Valli valdesi avevano le formazioni partigiane Giustizia e Libertà del Partito d’Azione. Una Resistenza, quella valdese, già allora europeista.

Una nuova svolta che permise di modificare il quadro dell’azione delle chiese evangeliche, come l’Unione delle chiese evangeliche valdesi e metodiste e l’Unione delle Chiese Battiste e i luterani della Celi, e dunque anche agevolare il ripristino di quel tavolo della cristianità “allargata” ovvero presente in tutte le sue componenti, di cui si deve ragionare inevitabilmente quando di parla di impegno cristiano e politica, furono le Intese e l’otto per mille che ne è seguito.

“Con le Intese – prosegue Spini – abbiamo testimoniato che esiste un pluralismo nel modo di concepire i rapporti tra stato e chiese dando in tal modo un apporto al pluralismo e alla democrazia nella nostra nazione. Naturalmente un simile risultato ci impegna tanto più ad ottenere una legge quadro generale sulla libertà religiosa, completando l’attuazione della Costituzione. Ho presentato una proposta in materia sia nel 2001 che nel 2006 senza poter giungere alla sua approvazione. Oggi sarebbe importante che qualche parlamentare volesse rilanciare il tema”. Senza dimenticare che, dopo il Concilio Vaticano II, si è sviluppato un dialogo ecumenico con la Chiesa Cattolica, cui Papa Francesco ha impresso un colpo di acceleratore con la sua visita al tempio Valdese di Torino del 2015.

“Ma non dimentichiamoci il contributo dell’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, nella cui diocesi venne costituito il primo di quei Consigli delle Chiese cristiane che si sono poi diffusi in molte città del nostro paese. e che vedono insieme cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani e altre comunità cristiane”, ricorda l’’ex parlamentare.”Non è un caso che un’iniziativa significativa come quella dei corridoi umanitari per gli immigrati e rifugiati sia stata realizzata grazie ad un accordo tra Federazione Chiese Evangeliche, Tavola Valdese e Comunità di Sant’Egidio sostenuta dal nostro otto per mille. È un esempio cui molti guardano nel contesto di una drammatica situazione dei movimenti migratori nel nostro pianeta, uno dei problemi epocali della situazione in cui viviamo”.

Dunque, “L’impegno politico del cristiano e nel nostro caso del cristiano evangelico nel tempo in cui ci troviamo a vivere non è un ‘opzione ma una necessità. È la presa di coscienza di una responsabilità verso il mondo in cui viviamo e soprattutto verso il mondo che noi vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi – continua Spini, che è anche  presidente del Circolo fratelli Rosselli – un mondo che è messo a rischio  dai cambiamenti climatici provocati dall’azione del genere umano sul pianeta terra,  di cui la pandemia stessa è stata figlia, dalla guerra che si avvita verso l’Armageddon nucleare”.

“Siamo in drammatico contrasto con i principi e i valori del Cristianesimo e dunque torna il tema della necessità dell’impegno politico del cristiano, in un mondo tormentato dalle disuguaglianze, dalle guerre, dalle pandemie, dai mutamenti climatici, dalla negazione in troppe aree del nostro pianeta dei diritti civili, in particolare di quelli delle donne oggi sottolineatiti da eventi drammatici. Non abbiamo altra scelta e non dobbiamo rinchiuderci in un pietismo fine a sé stesso, considerandoci cittadini della Città di Dio per dimenticare di essere anche cittadini di questa terra”.

E, a proposito della Città terrena,  “Pochi giorni fa – ricorda Spini – si sono svolte in Italia le elezioni politiche generali che hanno registrato un tasso di assenteismo del 36% circa, più di un italiano su tre. È un dato che desta un grande allarme. È sintomo di un distacco pericoloso tra le forze politiche e una parte consistente del popolo italiano. Non lo si affronta e lo si supera con le parole, ma con i fatti, con i necessari mutamenti nella cultura, nella prassi, nei comportamenti e nelle leggi elettorali, che, dopo anni di leggi contorte e contraddittorie vanno riformate introducendo una legge chiara, trasparente e comprensibile che ristabilisca un rapporto diretto tra eletti ed elettori”. Un’operazione che necessita dell’impegno di tutti. Perciò, “Ama il tuo prossimo come te stesso” significa, fra le alte cose, che per un cristiano agire nel mondo per trasformare il mondo non è un’opzione, ma è un atto implicito nella fede, esplicito nell’azione, e dunque, necessario.

Foto: Bundesarchiv_Bild_146-1987-074-16, Dietrich_Bonhoeffer

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