Firenze – Cinquant’anni dall’alluvione di Firenze. Manca poco all’anniversario della ferita più profonda che la città ricordi e il quadro delle celebrazioni in cantiere si fa ricco ogni giorno di più. Per i testimoni del disastro, che colse la città all’alba del 6 novembre 1966, la vividezza dei ricordi non scolora col tempo, ma anzi lo sublima incastonandovi un dolore acuto. Ma sono tante le sfaccettature che l’alluvione ha tracciato sulla geometria della città e sull’animo dei suoi abitanti. Celebrarla significa, quindi, anche esaltare il buono che l’inevitabile catarsi ha portato con sé, lasciando una riflessione meramente commemorativa alle spalle. È quanto ha fatto un gruppo di studenti del Liceo Classico Machiavelli che, guidato dalla docente Laura Felici, ha ripercorso le tappe di un viaggio che, dalla rovina, ha portato a un nuovo, piccolo rinascimento della scienza e della ricerca. Il progetto, nato da un’iniziativa delle reti Rai Storia e Rai Edu – che mandano in onda da tempo interventi di studenti dei licei italiani, chiamati a raccontare un pezzo di storia del 900 delle loro città – ha visto i ragazzi del Machiavelli coinvolti nella stesura di relazioni sul legame tra disastro e rinascita, lavoro che sarà oggetto di una puntata (che andrà in onda nel mese di settembre) dal titolo “Il pendolo della storia – Gli Angeli del fango”. “Non appena abbiamo ricevuto l’invito al progetto da parte Rai, tramite la Road Television – ha spiegato la professoressa Felici – ho messo i ragazzi in contatto con alcune persone che avrebbero potuto dar loro indicazioni e documentazione utile sull’alluvione”. Non solo testimoni diretti, dunque – come i figli dell’allora sindaco Piero Bargellini o Artemisia Calcagni, ex direttrice del Gabinetto Stampe della Biblioteca Nazionale – o “angeli del fango” coinvolti nell’opera di salvataggio e soccorso (tra cui Fiammetta Faini, della delegazione del FAI di Firenze e storica dell’arte, Enrico Santini, Capo di Guardia responsabile del Museo della Misericordia e Valdo Spini), ma anche esperti in studi idraulici e bibliografi per ricerche sul bacino dell’Arno.”Tra gli aspetti più importanti che emergono dalle relazioni dei ragazzi – ha proseguito la docente – si ha la volontà di dimostrare come da questa sciagura siano nati apporti positivi, tanto alla ricerca (si veda la nascita di una scuola d’eccellenza per il restauro, presso l’Opificio delle Pietre Dure) quanto allo spirito di rinascita e alla volontà di recuperare ciò che era compromesso”. Gli studenti spiegano ad esempio i lavori di restauro di libri e codici della Biblioteca Nazionale, come anche l’invenzione di una tecnica utile ad arginare il fenomeno della solfatazione, l’espulsione progressiva di sali da dipinti imbevuti d’acqua, che riguardò – tra gli altri – il Cenacolo di Gaddi in Santa Croce. Emerge dai lavori anche quel legame tra “passione, ricerca, città e mondo” che dà titolo al progetto e che trova nelle energie spese – tanto dai fiorentini quanto dai volontari di tutto il mondo – la sua più compiuta espressione, e che filtra adesso dai lavori di questi diciottenni, insieme alla consapevolezza di abitare un patrimonio artistico e di esserne in qualche modo custodi, ma anche “nuovi testimoni”, come ha sottolineato Antonina Bargellini; perché conoscere e ricordare non è soltanto un modo di diventare depositari di una memoria storica ma anche un viatico per essere partecipi a una storia non vissuta.
31 Maggio 2014
Liceo Machiavelli: alluvione 1966, rovina e rinascita
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