L’assessore Tutino (Mdp) al ricandidato sindaco Vecchi: “La sinistra siamo noi”. Il nodo servizi

L’orizzonte è ormai quello del 2019, quando si voterà per le amministrative nel Comune di Reggio. Il sindaco Luca Vecchi, come ha fatto sapere lui stesso all’assemblea cittadina del Pd, prepara la sua ricandidatura. Mentre gli alleati di Mdp hanno stilato un documento programmatico che hanno presentato al primo cittadino durante il dibattito di chiusura della festa provinciale di Articolo 1. Tra i punti programmatici declinati col “vocabolario” della sinistra ci sono quelli del welfare, dell’urbanistica, della gestione dei servizi pubblici, dell’ambiente e del turismo.

Assessore Mirko Tutino, il vostro è un programma marcatamente di sinistra…
Da qui al 2019 abbiamo ancora un anno e mezzo di lavoro. Alcune cose, in diversi settori, sono state impostate, e devono andare in porto producendo risultati. Vogliamo aprire un confronto con il sindaco. La nostra presenza in maggioranza non è mai stata in discussione, ma se si sta in maggioranza si deve anche dare un contributo che sia non solo fattivo, nel lavoro degli assessori di tutti i giorni, ma anche di orientamento politico.

A partire da quali temi?
Parliamo di mettere al centro il territorio nei servizi, di rafforzare il ruolo di controllo pubblico, di lavorare perchè, sull’urbanistica, il buon percorso che è stato avviato di contenimento di consumo del suolo abbia uno scatto di coraggio e agisca anche sulle proprietà di chi non vuole togliere l’edificabilità di aree che oggi possono avere vocazione residenziale o produttiva. E sul trasporto pubblico di mantenere un controllo locale, non andare nella direzione della fusione.

Mdp punta a riportare il controllo di alcuni servizi fondamentali come trasporti, rifiuti e acqua sul territorio…
E’ un terreno comune sia con il sindaco che con la gran parte dei consiglieri del Partito democratico di Reggio. Nel senso che sul tema della territorialità non c’è mai stata, per lo meno pubblicamente, una posizione contraria. Bisogna capire come si fa questa cosa. Faccio un esempio. Se si va a costituire una società mista territoriale, questo è già stato deciso ed è condiviso da tutti, ma se non avrà poi la forza per controllare direttamente i servizi che le sono affidati e dovrà fare gare che casomai riporteranno in campo strutture sovraterritoriali, che allontanano i centri decisionali, sarà un problema.

Si riferisce al tema dell’acqua, vero?
Esattamente. Sull’ambiente, invece, è necessario, come abbiamo già detto nei documenti di avvio della gara sui rifiuti, che ci sia una società locale costituita da chi vincerà la gara, che diventi il vero interlocutore dei comuni nel gestire i servizi. E’ vero che sugli indirizzi c’è una comunità d’intenti col Pd reggiano e con il sindaco. E’ anche vero che nell’attuazione dobbiamo individuare soluzioni che siano orientate a sinistra.

Non si è già andati oltre? Prenda Iren, è realtà ed è un colosso…
Potrebbe dividerci, anche da tanti del Pd, un’analisi sul passato. L’ho detto più volte. Credo che l’esito storico, visto su più anni, dell’essere stati dentro questo grande contenitore non sia positivo. Stiamo lavorando per tornare indietro. Il nodo è quello di riuscire a trovare soluzioni che nei prossimi dieci, venti, trent’anni consentano quel controllo territoriale rendendo reversibili alcuni processi. La fatica di tornare indietro su strade prese in passato la stiamo vivendo troppo pesantemente sulla nostra pelle.

Poi c’è il tema del trasporto pubblico…
Quello su gomma ha avuto, negli ultimi tre anni, un’evoluzione positiva rispetto al punto basso a cui era arrivato nel 2014. Prima gli autobus prendevano fuoco, avevamo decine di corse che saltavano…Oggi sta crescendo del 10% il numero di passeggeri, tra il 2016 e il 2017. Sul ferro siamo all’anno zero e la gestione regionale non sta dando buoni risultati, c’è un problema d’investimenti, Donini dice che li vuole fare, ma c’è anche un problema di gestione quotidiana. I sindaci della Val d’Enza hanno posto giustamente la questione dei vertici Tper. Il miglior studio di fattibilità sulla fusione delle società di trasporto su gomma, l’abbiamo già sul ferro e sono i treni che non passano.

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