Faceva ancora notte, per l`alba mancava perlomeno un`ora, però lo scuro era già meno fitto, bastevole a lasciar vedere il cielo coperto da dense nuvole d`acqua e, oltre la striscia chiara della spiaggia, il mare che pareva un cane pechinese. Dal giorno in cui un minuscolo cane di quella razza, tutto infiocchettato, dopo un furioso scaracchìo spacciato per abbaiare, gli aveva dolorosamente addentato un polpaccio, Montalbano chiamava così il mare quando era agitato da folate brevi e fredde, che provocavano miriadi di piccole onde sormontate da ridicoli pennacchi di schiuma. Il suo umore s`aggravò, visto e considerato che quello che doveva fare in matinata non era piacevole: partire per andare a un funerale.