La seconda talpa arriva a Firenze

PRESIDENTE

Firenze – La seconda talpa che scaverà la seconda galleria dell’Alta Velocità a Firenze, potrebbe chiamarsi Pegaso. A lanciare il nome, il presidente della Regione Eugenio Giani, che dice: “Come la prima fresa ha preso il nome Iris dal simbolo araldico del Comune di Firenze, così proporrò al Gruppo FS di poter chiamare la seconda talpa Pegaso, quale espressione del simbolo araldico della Regione Toscana”.

“L’imminente partenza della seconda galleria – ha aggiunto – che sarà utilizzata nell’altro senso di marcia, da Campo di Marte verso Belfiore, è la notizia che conferma la buona pratica con cui si sta sviluppando l’Alta velocità. Il fatto che Rfi – ha proseguito Giani- abbia rispettato l’impegno assunto con la Regione Toscana e con il Comune di Firenze di raddoppiare le potenzialità di velocizzazione dell’opera con l’impiego di due talpe per la realizzazione di gallerie parallele che possano consentire il passaggio dei treni nei due sensi di marcia, significa dimezzare i tempi e rendere più fluido il completamento dell’opera previsto all’inizio del 2028”

A questo punto, per la realizzazione dell’opera, ha spiegato il presidente, “sarà importante che, contemporaneamente, il ‘camerone’ della stazione che in via Circondario sta procedendo con regolarità, possa arrivare ai 22 metri di profondità nel momento in cui arriveranno le talpe. Oggi siamo a circa 18 metri e mancano ancora 4 metri per poter creare il vuoto nel punto di arrivo delle due talpe”.


Giani ha ribadito l’importanza complessiva della realizzazione della stazione dell’Alta velocità che “da una parte, grazie alla fermata sulla tratta Roma- Milano consentirà a Firenze di essere competitiva, dall’altra consentirà di liberare i binari di superficie che potranno così essere dedicati ai treni regionali utilizzati in larga misura dai pendolari”.

Attualmente la prima talpa sta procedendo regolarmente avendo già realizzato un chilometro e 300 metri di galleria sotto Firenze; da Campo di Marte è arrivata in viale Spartaco Lavagnini trivellando e realizzando coi conci la galleria ad una profondità di circa 22 metri.

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