La ricreazione è finita: sciopero della fame a staffetta

Sabato davanti alla Prefettura di Reggio, docenti e studenti si alterneranno in una manifestazione simbolica contro la Riforma della Scuola. Ma non chiamatela “dieta a zona”

scuolaMentre a Reggio non si parla altro che di basket, con la Grissin Bon impegnata nella lotta scudetto, si sta tenendo a livello nazionale un vero e proprio braccio di ferro sulla prima vera riforma che il Governo Renzi si appresta a varare, tra i mille ostacoli imposti dal mondo che appunto si vorrebbe cambiare. E se quel mondo si chiama scuola, ovvero la dimensione di preparazione e formazione delle nuove generazioni, ovviamente gli interessi in campo sono imponenti e lo scontro al calor bianco.

Per questo sabato davanti alla Prefettura di corso Garibaldi a Reggio, tutte le sigle sindacali cittadine hanno invitato studenti, professori, famiglie e cittadini ad uno sciopero della fame a staffetta (molto simile alla “dieta a zona”) per protestare contro la riforma cosiddetta della “Buona scuola” in questi giorni in discussione in Parlamento.

Nel maxiemendamento che modifica il testo del ddl sulla scuola, è previsto che le 100mila (e 1.701) assunzioni avverranno tutte subito. A settembre 2015 solo le prime 52 mila posizioni nelle Graduatorie ad esaurimento avranno il diritto di scegliere cattedre vacanti e posti disponibili su turn-over e potranno insegnare fin da subito. Gli altri – circa 48mila – rappresentano quelli dell’organico del potenziamento, che saranno distribuiti alle regioni per il 90% in base al numero degli studenti e per il 10% in base alla dispersione scolastica, alla presenza di alunni stranieri, di aree interne, isolane e montane, a bassa densità demografica. Entro il 1° dicembre dovrà essere emanato il bando per il nuovo concorso. Dopo la riforma, quello del concorso sarà l’unico strumento per accedere al ruolo di insegnante. I posti disponibili saranno 60mila. Non ci saranno «quote» riservate per i precari di seconda e terza fascia, ma sarà valutato come titolo aggiuntivo il servizio prestato nella scuola, che farà quindi punteggio. Tra le altre novità contenute nel maxiemendamento, arriva un membro esterno a valutare gli insegnanti: oltre ai due rappresentanti dei genitori e ai tre docenti per ogni istituto, si aggiunge un membro esterno, «individuato dall’Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici». L’emanazione delle linee guida per valutare il premio dei docenti è prevista entro il 2018. In arrivo anche una norma per l’introduzione dei criteri per valutare i dirigenti scolastici, che saranno supervisionati da ispettori esterni sul perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico, sulle competenze gestionali e organizzative, sulla valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali, sull’apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità, sul contributo al successo degli studenti e sulla direzione della scuola. Introdotto un tetto allo school bonus (100 mila euro) ovvero alla possibilità di ottenere uno sgravio fiscale (dal 50 al 65%) sulle elargizioni agli istituti fatte da privati o associazioni. Accogliendo le richieste di opposizioni e minoranza Pd, è previsto un fondo perequativo da destinare agli istituti che ricevono meno donazioni volontarie rispetto alla media nazionale. Alle scuole più «sfortunate» andrà il 10% delle donazioni. Il maxiemendamento è un emendamento presentato dal governo che ingloba tutti gli articoli della legge in esame, sul quale viene posta la questione di fiducia che essendo prioritaria rispetto a tutte le altre viene subito votata. Si tratta, nel sistema parlamentare italiano, di uno strumento per evitare l’ostruzionismo in aula da parte dei partiti.

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