Una cattedrale di Reggio piena di gente ha fatto da cornice al Ferragosto per la pace indetto dalla Cei e raccolto anche dal vescovo Massimo Camisasca; una giornata di preghiera e mobilitazione contro la sistematica persecuzione dei cristiani in Medio Oriente ma anche di uomini e donne di altre religioni, da parte degli estremisti islamici. Una situazione particolarmente grave in Iraq dove migliaia di famiglie in questi giorni sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni davanti all’incalzare dei criminali dell’Isis.
Presenti alla celebrazione per la festa dell’Assunta anche rappresentanti di altre religioni ma ora la parola spetta alle amministrazioni finora silenti davanti alle mostruosità compiute in terre non troppo lontane; sarebbe doveroso invitare le comunità islamiche inserite da decenni nella nostra provincia a manifestare non solo contro i razzi israeliani sulla striscia di Gaza ma anche sui massacri quotidiani che una crescente parte dell’Islam compie ai danni di innocenti in nome del loro stesso dio. Solo l’isolamento internazionale di questi gruppi terroristico-religiosi da parte delle comunità professanti lo stesso credo, potrà risultare determinante nella sconfitta di questi gruppi di criminali estremisti.
Ecco il passaggio saliente dell’omelia del vescovo:
“Durante questa celebrazione eucaristica, in unione con tutta la Chiesa diffusa nel mondo, e in particolare con le diocesi di tutt’Italia, preghiamo per i nostri fratelli, i cristiani dell’Iraq, costretti a lasciare le loro case e tutti i loro beni per fuggire di fronte a una volontà di morte che chiede loro di rinnegare la fede in cambio della vita. Allo stesso modo preghiamo per tutti coloro che, pur appartenendo ad altre fedi e religioni, stanno subendo la stessa ingiustizia.
La testimonianza dei nostri fratelli ci insegna che la fede è il bene più prezioso che abbiamo. Essa illumina la nostra vita e la riempie di significato. Ci rende anche capaci di portare il peso della sofferenza e del dolore.
Nello stesso tempo le vicende terribili dell’Iraq, ricordandoci il numero impressionante di martiri di questo inizio di millennio, ci invitano a chiedere che la libertà religiosa sia il fondamento della convivenza civile in ogni Paese.
Esprimiamo dunque nella preghiera la comunione profonda con i nostri fratelli perseguitati e chiediamo a Maria Assunta di proteggerli nel loro difficile cammino”.