Ius scholae: importante passo avanti nella capitale dell’immigrazione

Nella scuola Prato conta il più alto numero di alunni stranieri

Si ritorna a parlare di “ius scholae” in vista del 30 agosto prossimo quando,in attesa dei futuri lavori parlamentari, Matteo Salvini e Antonio Tajani con la premier Giorgia Meloni si vedranno di persona in Salento “per fare il punto sui dossier urgenti”. Tra questi lo ius scholae e legge sulla cittadinanza, entrambi a cuore al cosiddetto “Campo Largo” espressione della sinistra d’opposizione perché  visti come un primo passo, che, potrebbe portare in tempi ravvicinati allo “ius soli”.

La cauta apertura di Forza Italia a favore della legge non trova però l’appoggio di Fratelli d’Italia mentre la Lega si blinda. Secondo la legge sulla cittadinanza (la numero 91 del 1992), e che si basa sul cosiddetto modello dello ius sanguinis, ‘diritto di sangue’, un minore nato in italia o arrivato entro il dodicesimo anno di età potrà acquisire la cittadinanza italiana solo dopo aver frequentato regolarmente almeno un ciclo di studi (5 anni). Ma molti sono gli ostacoli che si frappongono a danno del rendimento scolastico e che vanno dalla difficoltà ad imparare la lingua,al tardivo inserimento a scuola e alle differenze economiche.

Tuttavia le classi italiane di oggi sono sempre di più realtà composite di giovani ragazzi  che parlano lingue diverse e dunque espressione di un forte segnale delle città che cambiano e che richiedono per il mutato scenario sociale nuove norme e riforme. Prato, città toscana e terra di forte migrazione, ha la deroga al tetto del 30% di studenti stranieri fissato dalla circolare Gelmini del 2010, (un anno fa fece scalpore la notizia che in una classe di 19 bambine e bambini iscritti nella scuola primaria Mascagni di Borgonuovo, soltanto uno fosse italiano), e nel caso venisse approvato il testo definitivo dello ius scholae,esso  rappresenterebbe in pieno la nuova riforma della cittadinanza.

Infatti in tutta la provincia pratese, che conta da sola  il numero più alto di alunni stranieri in Italia, gli studenti in attesa di cittadinanza sono circa 10.400, 8.794 dei quali nati sul suolo patrio. Secondo i dati forniti sugli alunni stranieri da parte del Ministero dell’Istruzione nel precedente anno scolastico 2022/23, su un totale di 100 iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia pratese, 28 provenivano da altri paesi, con oltre il 60% rappresentato da asiatici, il 20% da europei e solo il 10% da africani. Il restante 10% era riconducibile a studenti provenienti dagli Stati Uniti d’America e ad altri paesi europei. Nello scorso anno, solo a Prato, sono entrati nel sistema scolastico 719 alunni stranieri per lo più cinesi, pakistani, albanesi, indiani e marocchini. 

Numeri però variabili soprattutto per  la loro permanenza sui banchi di scuola, che registra un alto tasso nella frequentazione delle medie del territorio ma che cala vistosamente nelle scuole superiori. Gli alunni stranieri infatti con più di 16 anni per difficoltà di apprendimento, carenza di orientamento e di sostegno durante il percorso di studio, scarsa predisposizione allo studio, mancanza di motivazione, fanno più fatica a terminare il ciclo scolastico optando per l’abbandono. 

Ne parliamo con Erica Mazzetti parlamentare pratese di Forza Italia che ha spiegato: “Forza Italia ha posto un tema che influisce sulla vita del Paese e che il governo può affrontare, ovviamente dopo un confronto logico e non ideologico fra noi alleati per concretizzare il programma elettorale che va adattato alle esigenze dell’economia e della società civile. Sarebbe l’occasione buona per fare ciò che altri partiti, quelli che da sempre fanno propaganda sul tema, e che avevano promesso di affrontare ma che non hanno mai affrontato. Lo possiamo fare con il pragmatismo che contraddistingue il Centrodestra: un percorso per la cittadinanza chiaro, diritti e soprattutto doveri, dal sapere la lingua – imprescindibile – al riconoscersi nei valori sanciti dalla Costituzione e nei trattati europei”.

 “Sono liberale e per me esserlo vuol dire affrontare il cambiamento, tenendo al centro sempre alcuni valori. Vista la particolarità di Prato, che ci offre un punto di osservazione privilegiato su una società che cambia, non sempre in meglio, come successo fino ad oggi con il finto buonismo che ha impedito una vera integrazione. Fermo restando che, proprio come vediamo a Prato, ci sono delle comunità, è il caso di quella cinese, che ha  maggiori difficoltà nell’integrarsi – per non perdere la cittadinanza cinese – e penso che sia un punto da porre, anche in sede di dibattito parlamentare. Per questo mi impegno a portare avanti osservazioni e migliorie alla legge affinché sia una vera opportunità”.

Per Claudiu Stanasel capogruppo della Lega in Consiglio Comunale nato in un paese estero e divenuto cittadino italiano, sullo ius soli e ius scholae  dice che lui è fermamente contrario perché, “La cittadinanza italiana non si regala va conquistata con merito ed impegno”. Aggiungendo che,”nel 2022, l’Italia ha concesso la cittadinanza a oltre 213.000 persone, rappresentando il 22% del totale delle nuove cittadinanze nell’Unione Europea. Questo numero pone l’Italia al primo posto in Europa per concessione di cittadinanze, con un aumento del 76% rispetto al 2021″. 

Stanasel è “consapevole che la legge italiana sulla cittadinanza possa essere migliorata e resa più snella. In particolare, sono favorevole a una riduzione dei tempi di attesa e della burocrazia e credo che sia giusto che l’iter per ottenere la cittadinanza diventi completamente gratuito, per eliminare eventuali barriere economiche che potrebbero ostacolare coloro che, pur avendo negli anni dimostrato un forte legame con l’Italia, non dispongono di adeguati mezzi. Queste modifiche, pur significative, non devono però alterare l’impianto complessivo della legge in vigore, che considero equilibrato e adeguato a garantire una corretta integrazione”.  

Per Ilaria Santi insegnante ed assessora all’istruzione del Comune di Prato fino allo scorso giugno,ed iscritta al partito Democratico “ci sono volute le Olimpiadi per riaprire in Italia il tema  della cittadinanza da parte di cittadini di origine straniera. E dispiace che se ne parli solo in occasioni straordinarie come l’importante evento sportivo oppure in estate quando i lavori parlamentari sono fermi. E dunque se ius sanguinis, ius soli, (io sono per lo ius soli),  ius culturae, sono ancora un miraggio è con lo  ius scholae che legando la cittadinanza al termine di un ciclo di studi dei ragazzi nel nostro Paese in cui essi frequentano le scuole, apprendendone la cultura, creando così indirettamente, ma necessariamente relazioni con i compagni, gli insegnanti e altri nuovi amici,che si farebbe un importante passo in tal senso. Anche perché Prato, considerato da sempre per la forte presenza di stranieri un laboratorio culturale e sociale a cui guardare con interesse, attraverso i precedenti assessorati dell’istruzione e migrazione ha fatto davvero moltissimo lavorando insieme alla Prefettura per avere risposte  dal Provveditorato al fine di ottenere più personale docente e non docente nelle scuole per supplire agli arrivi degli studenti stranieri a Prato in corso d’anno”.

“Noi del Pd di Prato – ha poi aggiunto  – abbiamo collaborato alla stesura di un emendamento al decreto sull’avvio dell’anno scolastico, che dovrebbe portare dal 2025 insegnanti in più di quella categoria. Una goccia nel mare, ma importante. Ora però serve lo Stato. Lo ius scholae può essere davvero un’opportunità ma per chi la vuole cogliere”. 

In foto ingresso degli studenti in una scuola pratese.

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