Piove e la città si ferma. Traffico, traffico e ancora traffico: ovunque. Reggio si sveglia sotto l’acqua ed è paralisi. Breve cronaca di una mattinata in coda.
Chissà se i reggiani hanno fatto in tempo a leggere la ricerca dell’ istituto britannico ICM Research secondo la quale il traffico oltre ad aumentare stress e aggressività, produce gravi effetti come la riduzione delle difese immunitarie, aumento della pressione sanguigna e del tasso glicemico. A soffrire della sindrome da traffico, i cui effetti si farebbero sentire già dopo 20 minuti in coda, sarebbero soprattutto gli uomini, in misura venti volte superiore rispetto alle donne. Il consiglio? Ascoltare i Beatles e i Queen.
Altro che Beatles e Queen. Ci vuole ben altro per smaltire lo stress di una mattinata di pioggia nel traffico di Reggio. Già la vista del cielo plumbeo appena alzati non aiuta l’umore, ma è solo un antipasto. L’incubo, quello vero, si materializza una volta saliti in macchina: Reggio alle 8 è un unico grande ingorgo. Pare che tutti vogliano entrare in città, come se fosse in programma un grande evento, ma ogni ingresso sembra sbarrato.
Ci si muove a passo d’uomo se si è fortunati o se si conosce qualche scorciatoia, altrimenti si rimane lì ad ascoltare la radio e tentare di non farsi venire un attacco di bile: in via Inghilterra c’è una fila che non finisce più, tutti cercano di raggiungere la rinnovata multi-rotonda dell’acquedotto che, poveretta, non riesce a reggere l’assalto ed è ingolfata. Per non parlare della via Emilia: solo auto e camion in colonna fino a Calerno.
Non vanno meglio le cose in uscita dalla tangenziale e sui viali di Circonvallazione: c’è poco da fare, ormai il monumento di Gerra è il simbolo dell’ingorgo. Non ci si muove fino alle 9,30. Da nessuna parte a meno che non si voglia fuggire da Reggio, cosa che peraltro sarebbe consigliabile visto il tempo e tutto il resto.
Piove forte, è vero. Ma non è la prima volta, giusto? In fondo sono due gocce d’acqua, non è un monsone. Possibile che questa città sia meteoropatica? Intanto siamo tutti fermi, diventiamo aggressivi e la nostra salute ne risente.
Ma non finisce qui. Ce ne occuperemo ancora di traffico. Chiederemo conto a chi di dovere, perché ne va della nostra qualità della vita. Promesso.