Un appuntamento assolutamente inedito e una rara occasione per il balletto in Italia. Per la prima volta nella sua storia l’European Classical Ballet si cimenta in una tournée italiana. E non lo fa di striscio ma in via eccezionale con tutte le possibili carte al suo arco. La compagnia internazionale varcherà i nostri confini dall’l1 al 6 novembre con una protagonista d’eccezione come Jana Salenko, prima ballerina del Berlin State Ballet, per una corposa tournée in ben sei teatri, Firenze, Mantova, Milano, Padova, Verona e Torino e tre rodati capolavori della danza classica :“Il Lago dei Cigni”, “Lo Schiaccianoci” e “La Bella Addormentata” . Per il grande trittico di Petr Il’ic Ciajkovskij le coreografie saranno quelle di Marius Petipa rivisitate da Andrei Batalov del Teatro Bolshoi. E Boris Zhurilov, stella dell’Opera Nazionale di Ungheria, danzerà con Jananella Bella Addormentata e nello Schiaccianoci come primo ballerino ospite della Compagnia.
“Non vediamo l’ora di incontrare il pubblico italiano a teatro. L’emotività che ci dimostra e il calore con cui ci accoglie è sempre bellissimo. Siamo profondamente legati a questo paese da dove provengono anche molti dei nostri artisti, che sono un grandissimo motivo di orgoglio” spiega il fondatore e direttore artistico della compagnia, Andrey Scharaev che aggiunge “Danzare con Jana Salenko è senza dubbio una vera e propria “festa della danza”. Lei è un diamante di purezza assoluta del balletto, una stella mondiale che ispira, stimola ed eleva tutti noi artisti”.
Quarantun’anni e tre figli di 16, 5 e tre anni, Jana si è formata alla Pisarev Ballet School, per iniziare subito una straordinaria carriera sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri internazionali, dal Mariinsky di San Pietroburgo allo Staatsballett di Berlino, il Wiener Staatsballett in Austria, al Royal Ballet di Londra, al Tokyo Ballet in Giappone e l’Opera di Roma. Tecnica impeccabile, grazia affascinante e capacità di coinvolgere il pubblico sono il mix che la rendono una delle interpreti più ammirate ballerine della sua generazione.
Se le chiedi cosa significa per lei danzare ti spiega che “oggi i giovani sono troppo influenzati dai social, hanno troppi stimoli, sanno superficialmente troppe cose, si lasciano trascinare facilmente in mille rivoli che si disperdono rapidamente senza lasciare un segno. La danza invece spinge a riflettere, ha tempi lenti che lasciano maturare le cose che restano e non fuggono via. In particolare, ti educa a distinguere e ad apprezzare la bellezza”. Danzare, prosegue, significa “concentrarsi e avere una disciplina, ti fa capire come sia importante studiare e essere impegnati in qualcosa. Alla base sai che ci sono le persone e ti valutano per quello che sei”.
Ora Jana Salenko è pronta ad affrontare il giudizio delle scene italiane insieme agli artisti dell’European Classical Ballet, che racconta essere stati un incontro assai fortunato: “Danzare con loro è come danzare con una grande famiglia. Sono circondata da ballerini giovani ed esperti, li vedo sostenersi a vicenda sia dietro le quinte che sul palco. Mi emoziona vedere come mi ascoltano e come a loro volta mi supportano dimostrando grande amore. Lavoriamo tanto e con sacrificio ma c’è molta gratificazione”.
Ecco dunque che le ragioni del successo della compagnia stanno in gran parte nel l’impegno per fare un grande lavoro di squadra che riesce a unire paesi ed età diversi. “Nella nostra compagnia ogni anello è importante. Siamo circa 35 persone, di età e provenienze diverse. Questo ci permette di confrontarci e crescere sempre insieme. Lavoriamo in tutto il mondo e da sempre gli elementi fondanti del nostro danzare sono l’amore e il rispetto reciproco” spiega Scharaev, il direttore che ha fondato la compagnia nel 2008.
Non sarà un ritmo lento quello della prima tournèe italiana. Sono nove gli spettacoli in programma nei primi sei giorni di novembre, addirittura due al giorno, il pomeriggio e la sera, nella tre tappe iniziali di Verona, Torino e Padova. Una grande fatica per Jana? No, anzi, è l’adreanalina della realizzazione di un desiderio da sempre, ribalta la previsione Salenko: “Questa tournée affannata di impegni è per me è un sogno. Ho sempre sperato di ballare ogni giorno in una città diversa come faceva il grande maestro Nureyev. È la prima volta che lo faccio, addirittura danzando due ruoli differenti nello stesso giorno. È difficile ma entusiasmante e allo stesso tempo penso alla grande opportunità che abbiamo di poter raccontare al pubblico quest’arte meravigliosa di cui siamo portavoce” . La ballerina esorta i giovani e, parlando dei suoi figli, si riferisce anche ai più piccoli puntando su un’educazione alla danza e alla musica che parta dalla prima infanzia e invitando tutti i genitori a teatro: “Il balletto parla di cultura, di sentimenti, di stile. È una grande arte capace di trasmettere emozioni pure e forti, è una forma di educazione e di avvicinamento alla splendida musica classica, può essere anche lo stimolo per numerose professioni”.
La affianca non solo sul palcoscenico ma anche in questa convinzione Boris Zhurilov, il solista dell’Hungarian National Ballet che ballerà con lei in alcuni degli spettacoli dopo aver già fatto un’esperienza insieme in un tour ad Atene: “Avevo cinque anni quando mia madre ed io siamo andati per la prima volta al Teatro Mariinsky a vedere uno spettacolo dell’Accademia Vaganova, a cui partecipava mia sorella maggiore. Era ‘Lo schiaccianoci’. Già dai primi accordi della musica, me sono innamorato. E quando è apparso il principe sul palco, ho capito che, da grande, avrei dovuto diventare un solista di balletto e interpretare quel ruolo. Il balletto è un’arte molto complessa. Un artista deve avere buone doti fisiche, espressività, musicalità, resistenza, ma soprattutto forza di spirito. Mi piace ricordare, soprattutto ai più giovani, che è fondamentale sognare e lasciarsi ispirare dalla bellezza. Il balletto non è infatti solo il numero di pirouette o virtuosismi eseguiti, prima di tutto è la danza dell’anima dell’interprete”
Una tournée che di anima ne richiede. In scena vanno tre dei capolavori della danza classica più conosciuti nel tempo e considerati patrimonio del mondo intero. Così noti da sembrare facile buttarli in palcoscenico, in realtà molto impegnativi per una compagnia di ballo che li ha scelti per accogliere un pubblico trasversale e di ogni età, che sono storie popolari e leggende differenti che rimandano al sogno, alla favola, all’incantesimo e che hanno come fil rouge l’amore. Il tutto, espresso dalla grande musica di Cajkovskij e illuminato da sceneggiature accattivanti e preziosi costumi realizzati a mano.
All’inaugurazione, a Verona e successivamente a Padova , andrà in scena la favola di Perrault, La Bella Addormentata, che narra della principessa Aurora e del malvagio incantesimo che la tiene addormentata. Allo Schiaccianoci, a Torino, Padova e Milano, si ballerà per comunicare la suggestione dell’entusiasmo della fanciullezza, fino al fascino senza tempo del Lago dei Cigni, a Verona, Torino, Firenze e Mantova. Un copione, quest’ultimo, che, languido e struggente, forte e magico nella metamorfosi cigno-regina appassiona la prima ballerina: “Il Lago dei Cigni è uno dei miei balletti preferiti. In pochissimo tempo passo da donna-cigno a principessa, è qualcosa di straordinario che mi permette di immergermi in un altro mondo. Nella nostra vita noi siamo immersi nel lavoro, nella vita sociale, nella comunicazione. A volte smettiamo di sentire. Invece Odette- Odile mi permette di entrare in un mondo magico e tutto mio”.
Una settimana di danza a livello alto e internazionale che sembra una boccata dI ossigeno per il balletto, come sottolinea anche il direttore dell’ l’European Classical Ballet,Scharaev : “In questo momento la danza pubblica, che avrebbe bisogno di un enorme sostegno anche economico, è considerato affare di nicchia e di genere quasi esclusivamente femminile. Si pensa che i ragazzi debbano occuparsi esclusivamente di sport”. In questa situazione, aggiunge, “coloro che si dedicano alla danza sono sempre meno e chi vuole interessarmene è costretto a un impegno, anche economico, considerevole. Oltretutto si pensa , erroneamente, che gli altri tipi di ballo possano rappresentarsi dappertutto e che la danza classica,invece, sia destinata esclusivamente ai teatri”. Quanto a differenza di genere, aggiunge Scharaev che “noi veniamo in Italia in 30, con 18 sono ballerine, di cui sette italiane, su 12 uomini. Siamo un gruppo molto stabile: tranne la prima ballerina e alcuni ricambi generazionali, rimaniamo compattamente gli stessi. Ai più anziani facciamo fare da re e da regine, i ruoli insomma in cui ci si muove meno. Non eliminiamo nessuno” .