Lo scopo è quello di far nascere situazioni abitative in cui si realizzino spazi e servizi comuni, sia in vecchi fabbricati, sia in alloggi di nuova costruzione. I destinatari? Tutte le fasce di età, ma soprattutto i giovani che faticano a trovare casa: in regione il 25/30% dei giovani fra i 25 e i 40 anni vive ancora con i genitori. E poi gli anziani soli, che rappresentano il 5% della popolazione totale in Toscana. “La domanda abitativa oggi è cambiata, e sta mettendo in crisi l’offerta modellata sulla famiglia standard” dice Nicola Solimano, presidente della Fondazione Michelucci. Oggi non c’è bisogno soltanto di case a costi più contenuti, continua Solimano, ma anche di esperienze “che possano favorire una migliore convivenza fra le etnie e le generazioni, superando frammentazione e isolamento sociale”.
Ecco dunque che potrebbero nascere appartamenti-strutture per anziani con infermeria e assistenze collettive, sale per asili, per prendere il tè o vedere la tv, spazi giochi attrezzati per i bambini. Insomma, dalla semplice lavanderia in comune, su su fino agli anziani che in un disegno più complesso si fanno carico dei più piccoli, tutto questo è cohousing.
Questa formula è formula nata e diffusa soprattutto nei paesi del nord Europa. In Italia esiste un esperimento, a Torino, in una struttura di edilizia pubblica dove un gruppo di giovani, in cambio dell’alloggio, offre prestazioni di vario tipo agli altri membri del condominio: asili, animazione, doposcuola, servizi agli anziani.
In Toscana attualmente esiste qualcosa di assimilabile al cohousing: sono poco più di una decina e si chiamano case aperte, condomini solidali, villaggi ecologici. Collocati quasi sempre in campagna, richiamano più il concetto di “comune agricola” in cui si vive e si lavora insieme la terra.
Quello che oggi si vuole promuovere è invece un cohousing più cittadino, più urbano. Dalla data del bando regionale (settembre-ottobre) i comuni avranno quattro mesi di tempo per selezionare i progetti. La Regione sosterrà i costi di promozione, coordinamento e formazione fino a 5mila euro, 10 mila per le spese tecniche e circa 25mila euro per ogni alloggio realizzato.
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