Il Vangelo apocrifo: i mercanti cacciati dal Tempio

L’ira di Gesù si riversa sui mercanti che hanno profanato il Tempio con i loro affari

Mario Garretto

Ci risiamo. Gesù proprio non riesce a tenere a freno lo sdegno per i religiosi e le religioni. Le istituzioni religiose, più che preoccuparsi degli uomini, si sono preoccupate di costruire cattedrali, chiese, sempre più grandi, sempre più alte, sempre più sfarzose. E le chiamano case di Dio. I fedeli dimostrano, o consacrano la loro fede frequentando il tempio, poi assolti, o sollevati dal peccato ritornano nella società e continuano a fare quello che facevano prima. Spesso dimenticando i buoni propositi promessi nelle preghiere. Tutti sappiano che sono opere costose, ma non credo ci sia nessuno che sappia quanto costano. Al massimo si sa quanto costano a mantenerle (forse) o quanto costa la loro manutenzione. Quanto può costare la costruzione di San Pietro a Roma o il duomo di Milano ai nostri giorni? Indubbiamente cifre improponibili. Ma non erano denari da spendere per aiutare i poveri? No! La magnificenza dei templi è la magnificenza di Dio! O sbaglio? No! Nemmeno questo va bene. Allora cosa è tutto questo splendore? E’ la rappresentazione del potere! Uomini, spesso insignificanti agli occhi di Dio, sfilano pomposamente vestiti in paramenti di seta, nel luccichio degli ori, davanti ad una folla inginocchiata, obbediente, che porta loro rispetto e ammirazione, e che ascolta in ossequioso silenzio le parole pronunciate nelle omelie. Grandi agli occhi degli uomini ma…. agli occhi di Dio In duemila anni i religiosi hanno aggiunto mattoni su mattoni alle cattedrali. La domanda da fare è: quanti sono coloro che hanno aiutato a ritornare al cospetto di Dio? Ed ecco che per mantenere questo costoso sfarzo servono denari, tanti denari. L’inizio dei commerci. In più si sono aggiunti schiere di commercianti furbetti, che non possono essere ammoniti perché potrebbero dire da che pulpito viene la predica, che si sono inventati commerci di qualsiasi cosa con riferimenti “sacri” per sbarcare il lunario e forse anche per qualcosa di altro. Sembrerebbe una battaglia persa, questa di Cristo. Il Tempio resiste, i commercianti sono dentro e fuori del tempio. Mammona ha vinto la sua battaglia? Ma non ha vinto la guerra. Dio, come disse padre Aldo Bergamaschi, “non ha nemici” e aggiungo io, non è in guerra con nessuno. Chi vuole andare da Lui deve scegliere, liberamente, pacificamente, con solo la sua intelligenza. E’ questa la vera fede. Dio ci ha dato l’ambiente, la vita, il tempo, la libertà, l’intelligenza. Non vuole servi, non vuole schiavi, non vuole schiere di “falsi” penitenti. Da noi vuole solo che ritorniamo a lui come “Purissime Intelligenze”: Angeli.

I commercianti cacciati dal Tempio. Gv. 2-13,25)

Era prossima la Pasqua dei Giudei e ovunque fervevano i preparativi per la festa. Gesù salì di buon’ora, nel nuovo giorno, a Gerusalemme. Entrato nel recinto del Tempio, trovò gente che vendeva ogni sorta di cose: Buoi, pecore, colombe e altri animali, e c’erano anche dei cambiavalute seduti ai banchi. Fremente nello spirito, fece una sferza di cordicelle, poi si mise a scacciare tutti quei commercianti dal Tempio, e anche gli animali. Rovesciò i tavoli dei cambiavalute facendo cadere a terra il denaro, e ai venditori di colombe rovesciò le sedie dicendo a loro: “Portate via di queste cose e non fate della casa del Padre mio una casa di commercio”.

Inoltre non permetteva a nessuno di trasportare oggetti all’interno del tempio. I discepoli si ricordarono poi che sta scritto: “Lo zelo per la tua casa mi consuma”. Alcuni Giudei richiamati dal trambusto che era nato gli domandarono:“Quale segno ci mostri tu, che fai queste cose?”.Gesù rispose loro: “Se voi distruggerete questo tempio, io in tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allora i Giudei con risate e sberleffi: “I nostri padri hanno costruito questo tempio in quarantasei anni, e tu in tre giorni lo farai risorgere?”. Gesù però si riferiva al tempio del suo corpo. Quando poi Gesù risuscitò dai morti, ai suoi discepoli vennero alla mente le parole che egli aveva pronunciato. Poi cominciò ad istruirli dicendo loro:

Non sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”.

Commento. Sollevare critiche nei riguardi delle religioni e dei religiosi da parte mia non è frutto di atavici pregiudizi o di interpretazioni delle citazioni dei Vangeli spregiudicate. Gesù è in continuo conflitto con i religiosi e con le religioni perché diffondono una immagine di Dio sbagliata ed io mi limito a prenderne atto. E poi vediamo che ancora oggi siamo nelle medesime condizioni di allora. Nella interpretazione spirituale Cristo quando allude al Tempio indica il corpo dell’uomo, poi fa anche riferimento al Tempio di Gerusalemme. Il corpo di ogni essere umano ospita lo spirito di Dio. Il nostro compito è creare un ambiente degno di ospitare il Signore. La vera preghiera è fare le opere care a Dio. Ma il poco amore, la superbia, le tentazioni, la vanità, hanno fatto si che l’uomo erigesse Templi dove adorare Dio, ma questi invece di essere luoghi puri sono “spelonche di ladri” così come è il corpo dell’uomo in preda ai desideri. Il precetto: “Ama il prossimo tuo come te stesso” è una espressione dell’infinito, non un relativismo limitato. Gesù non ha usato violenza fisica contro nessuno, ha solo contestato la corruzione del pensiero religioso: non si possono servire due padroni. Il pensiero, nell’essere umano, ha la possibilità, con l’evoluzione, di elevarsi al di sopra della materia e dei desideri (spiritualizzarsi) per incontrare, nella libertà, la Verità, e poi educarsi con essa. E poi Dio non ha mai detto di non vivere secondo natura e non è l’architetto che ha progettato, o ispirato, le cattedrali. Anzi, Dio nessuno lo ha mai visto, e nessuno può parlare in sua vece. Se Dio ha qualcosa da dirci lo fa mandando un suo figlio, come ha fatto con Gesù, dimostrando con i fatti la sua divinità. Mai nessuno, nella storia dell’umanità, ha fatto, o detto, quello che ha fatto o detto Gesù. Si possono chiudere gli occhi per non vedere, turarsi le orecchie per non ascoltare, ma non si può dire che non sia mai successo.

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