La conferma del DNA – Corleonese contro l’omertà, partigiano e sindacalista. Una vita dedicata alla causa del bene comune quella di Placido Rizzotto, ucciso il 10 marzo 1948 per mano di Cosa Nostra. Il corpo mai fu ritrovato fino a che nel settembre del 2009 furono rinvenute alcune ossa umane in una foiba a Corleone. Il confronto con il DNA del padre ha dato adesso riscontro positivo, risolvendo uno dei gialli più lunghi della storiarepubblicana.
Storia di un “normale” omicidio – La pena capitaleche fu comminata al leader della CGIL siciliana è da ricercarsi nella sua lotta a favore dell’emancipazione contadina e del sostegno che egli diede all’occupazione delle terre da parte dei coltivatori. “Terra per tutti” era lo slogan che in quel secondo dopoguerra riecheggiava ad ogni angolo dell’isola. Ma il coraggio dei virtuosi non piace alla Mafia. E così, l’apprendista boss Luciano Liggio, che all’epoca studiava per diventare la “primula rossa di Corleone” decise di far capire chi avrebbe comandato la Sicilia dal 1948 fino a data da definirsi. Voleva ingraziarsi l’allora capo di Cosa Nostra Michele Navarra, infastidito dal comportamento di Rizzotto e probabile mandante dell’omicidio.
Spini: “Terribile delitto mai punito” – «Profonda commozione» è stata espressa dall’ex vicesegretario nazionale del Partito Socialista Italiano Valdo Spini. L’attuale presidente della commissione Affari Istituzionali del Comune di Firenze ha ricordato che «le indagini sul suo omicidio vennero condotte dall’allora Capitano dei carabinieri Carlo Alberto della Chiesa ma gli imputati del suo assassinio furono assolti per insufficienza di prove. Quel terribile delitto di mafia seguito dall’assassinio del pastorello Giuseppe Letizia, testimone dell’episodio, rimase così impunito».