Il sito di Paterno, posto nel territorio comunale di Vaglia in Toscana, un’area con una lunga tradizione di vocazione biologica e già facente parte del Distretto rurale del Mugello oltre che Sic – Sito di interesse comunitario di Monte Morello, è, anche grazie a una morfologia che unisce zone impervie ad altre di grande dolcezza tipica del paesaggio toscano, un luogo affascinante, porta d’ingresso al Mugello attraverso il Passo di Pratolino.
Questo luogo incontaminato è stato al centro di un grande caso di inquinamento da rifiuti speciali e speciali pericolosi, diventando, per la lunghezza e la natura delle indagini, uno dei casi in un certo senso simbolo per quanto riguarda i reati ambientali che purtroppo si susseguono nel nostro Paese. Il caso Paterno, che partì nel 2013 a seguito di un esposto alla Procura avanzato da una cittadina, che lo inoltrò a qualche tempo di distanza dalla morte per cancro del marito, si protrasse per poco meno di una decina d’anni. Anche la donna è morta di cancro. I due coniugi gestivano una pizzeria ristorante a Paterno nelle immediate vicinanze della ex cava, dove furono rinvenuti i rifiuti speciali e speciali pericolosi.
L’esposto diede il via a indagini complesse e protratte. Il processo che ne seguì si concluse in Cassazione per una delle imputate, con la prescrizione del reato penale ma la conferma delle sanzioni civili, mentre per un altro imputato ci si trova ancora in fase di sentenza di appello. Il caso, che aveva al centro i superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione del terreno rinvenute nei rifiuti, fu una delle prime vicende a riguardare le discariche abusive nel Centro Nord. Una vicenda inquietante per le sue conseguenze, sia sociali che ambientali. Per quanto riguarda il sito, ad ora è stata eseguita la messa in sicurezza e sono in corso di progettazione le fasi successive per la bonifica. La discarica abusiva rimarrà per sempre una ferita aperta e un monito per i cittadini, chiamati sempre di più al ruolo di “sentinelle” del territorio. Della vicenda parliamo con il vicesindaco di Vaglia, il geologo Riccardo Impallomeni.
La questione della bonifica del sito di Paterno ha vari risvolti, da quelli tecnici a quelli sociali. Parlando del lato tecnico, a che punto siete e quanto vi resta ragionevolmente per ricondurre il sito in pristino?
“I primi di Novembre 2022 sono terminati i lavori di messa in sicurezza della discarica abusiva di Paterno: un importante obiettivo raggiunto. La procedura per giungere alla bonifica è lunga e complessa, ma schematizzando si possono individuare le seguenti fasi: caratterizzazione dei rifiuti in sito;analisi di rischio; bonifica; ripristino. Essendo stati inseriti dalla Regione e dal Ministero dell’Ambiente nell’elenco dei Siti Orfani toscani ed il Comune individuato come Ente Attuatore esterno, siamo destinatari di fondi europei del PNRR. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede il termine al 31 Marzo 2026 intendendo ultimate le operazioni di bonifica di almeno il 70 % della superficie su cui sono stati depositati i rifiuti. La matrice da bonificare è quella del suolo”.
Sempre sulla questione tecnica, quali sono i prossimi lavori in ponte e cosa riguardano?
“La fase della caratterizzazione dei rifiuti è complessa e fondamentale per le conseguenze che ne derivano. La progettazione della caratterizzazione, individua le operazioni di prospezioni sismiche che discriminano le terre ed i rifiuti dalle rocce in posto, per poter localizzare i sondaggi ed il prelievo di campioni da avviare ai laboratori di analisi. L’obiettivo è l’attribuzione di un codice Codice Europeo dei Rifiuti, CER, che caratterizza il rifiuto individuando così l’impianto di recapito per lo smaltimento ed il relativo costo. Ricordo che allo stato attuale non siamo ancora a conoscenza delle caratteristiche di tutti i rifiuti accumulati e sepolti a Paterno, in quanto le attività investigative in sito della Magistratura sono state approfondite, ma ai soli scopi processuali”.
La questione finanziaria è una delle più sentite, quando si parla di siti orfani. Cosa significa esattamente questa definizione e quali conseguenze ne scaturiscono?
“Il Sito Orfano è definito come quello in cui non si riesce ad individuare il colpevole dell’inquinamento, oppure ove individuato questo non realizza le operazioni necessarie alla bonifica. Paterno corrisponde alla seconda fattispecie, il Comune è pertanto obbligato ad agire in sostituzione recuperando poi i fondi presso il reo. Nel nostro caso la questione è resa ancora più complessa dal fallimento delle Società responsabili del traffico illecito di rifiuti e della realizzazione della discarica abusiva, ad oggi infatti dobbiamo confrontarci anche con il Curatore Fallimentare, questo complica le procedure ed allunga i tempi oltre che incrementare le spese fra cui quelle legali”.
Gli aiuti al Comune per i lavori provengono anche da strutture centrali o è tutto affidato alla Regione?
“ Il vertice della struttura organizzativa ed amministrativa è europeo cui è sottoposto il MASE Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, questo coordina le Regioni che sono Ente Attuatore, il Comune è Ente Attuatore Esterno cioè ente territoriale operativo. I rapporti fra questi Enti sono regolati da Convenzioni scritte, veri e propri contratti per noi firmati dal Sindaco, Legale Rappresentante dell’Ente Comune, Il Responsabile dell’Ufficio Ambiente è il RUP Responsabile Unico del Procedimento”.
Qual è il costo sociale per un inquinamento così grave di un pezzo di territorio? Avete intrapreso uno studio epidemiologico?
“Il costo sociale è incalcolabile, va dal degrado della Frazione, alle conseguenze ambientali, paesaggistiche, sanitarie. Lo studio epidemiologico è stato realizzato dal Sistema Sanitario Nazionale su nostra richiesta nel 2015 e reiterato nel 2016, sempre su nostra richiesta, nello scorso mandato. Ne sono risultati numeri allarmanti per morti causate da tumori, eccedenti oltre il 50 % sull’atteso, ma essendo il numero di riferimento della Popolazione residente, il così detto Cluster, troppo esiguo, non se ne potevano dedurre risultati statisticamente validi; tuttavia i numeri erano sufficienti ad attivare un monitoraggio in quanto eccessivi”.
Qual è il fine ultimo della bonifica, vale a dire, avete già pensato in quali forme rendere usufruibile il sito per la comunità? Oppure pensate di indirizzarla ad usi privati?
“Il fine ultimo è principalmente l’allontanamento di tutti i rifiuti che sono speciali e speciali pericolosi con frazioni radioattive. Queste ultime, separate e circoscritte, ad una distanza di due metri rientrano nelle misure di non pericolosità e a cinque metri decadono alla normalità delle caratteristiche naturali circostanti. Il sito estrattivo ha un fronte di cava gradonato che mette alla luce una parte di sequenza stratigrafica della Formazione di Monte Morello dell’Eocene, circa 70 milioni di anni, si tratta di calcari con alti tenori in carbonato di calcio, fino al 95 %, che rendevano la calce ivi prodotta un ottimo materiale da costruzione. Inoltre il fronte è attraversato da una faglia diretta e sulla porzione destra il piano di faglia è evidentissimo, per tali caratteristiche geologiche il sito è da anni oggetto di visite di studio sul campo da parte degli Studenti del Corso di Laurea in Scienze Geologiche dell’Università di Firenze. La nostra Amministrazione vede Paterno come la porta nord del SIC, Sito d’Interesse Comunitario, di Monte Morello. Escursionismo sulla rete sentieristica, MTB Mountain Bike, Equitazione di campagna, che possono trovare base nell’area bonificata con noleggi di biciclette ed attrezzatura come bastoncini, Guide Ambientali, oltre ad una scuola di ferrata in collaborazione con il CAI Club Alpino Italiano, inoltre nella Frazione è presente un caratteristico Albergo Ristorante Pizzeria”.
Infine, quanto costa in termini di risorse finanziarie alla comunità una vicenda come quella di Paterno?
“Il Comune di Vaglia è stato capace di concludere la fase della Messa in Sicurezza grazie a 200.000 euro forniti dalla Regione Toscana che ci è stata sempre vicina in questa brutta vicenda. Sono denari che dovremo restituire in rate semestrali per otto anni alla Regione, questi denari verranno dalle tasse pagate da tutti noi, questo si chiama “privatizzazione del profitto, socializzazione del costo”. Qualcuno avrà guadagnato molto, noi Cittadini onesti ci rimettiamo molto. Il Ministero dell’Ambiente ci ha già riconosciuto altri 189.000 euro per la fase della caratterizzazione dei rifiuti, da Bruxelles con il PNRR arriveranno sei milioni e duecentocinquantamila (6.250.000,00) euro, questi fortunatamente non dovremo restituirli, ma saranno sempre e comunque derivanti da tasse. Dunque, il costo per i cittadini è incalcolabile: dai soldi prelevati dalle loro tasche, ai danni difficilmente calcolabili a lungo termine sia a livello ambientale che sanitario, ci che si addossa alla comunità e al territorio va oltre i parametri solitamente utilizzati per il calcolo del danno. Voglio anche fare presente un altro punto: le esigue forze e competenze comunali, tanta difficoltà, tanta fatica, ma visti i risultati anche tanta soddisfazione per un obiettivo che riguarda veramente tutta la Popolazione”.