Dati i continui cannoneggiamenti l’ultimo dei quali ha riguardato la distruzione di una diga vicina a Kherson, nella Crimea russa, appare sempre più in salita l’azione diplomatica del cardinal Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente Cei anche oggi, martedì 6 giugno, in Ucraina per cercare, su esplicito mandato del Papa, di riportare sulla strada del dialogo l’aggredita Ucraina e l’aggressore russo dopo a quasi un anno e mezzo dallo scoppio delle ostilità.
Dichiarazioni ed azioni, che più contano, che sembrano allontanare più che avvicinare l’apertura di un tavolo negoziale. Intanto nella sua visita in Ucraina, l’alto porporato bolognese ha potuto constatare la bestialità della prima ondata dell’invasione ordinata da Putin, visitando Bucha, il sobborgo di Kiev dove nel marzo del 2022 sono stati massacrati in modo sistematico ed organizzato, secondo le forze investigative interne e degli organismi internazionali, circa 460 civili, tra cui diversi minori, ammassati in fosse comuni. Uno degli episodi per cui si stanno attivando i canali per perseguire i rei con l’accusa di crimini di guerra e contro l’umanità.
Il cardinal Zuppi, molto turbato, nella chiesa di S.Andrea di Bucha dove vennero sepolti i primi 119 civili ammazzati da russi e ceceni, ha paragonato il sacrificio ucraino alle stragi dei nazifascisti avvenute a Marzabotto-Montesole nel settembre-ottobre del ’44.