Firenze – Il Festival dei Popoli esce dall’emergenza della pandemia con una straordinaria offerta di idee e contenuti che coglie a 360 gradi tutti i temi più attuali che vivono oggi gli abitanti del pianeta. La 62° edizione, che dal 20 al 28 novembre accoglierà in presenza spettatori e addetti ai lavori al cinema La Compagnia e in altri luoghi della città (Spazio Alfieri, Cinema Stensen, Istituto Francese, Mad, Teatro Cantiere Florida e 25 Hours Hotel) sarà il polo di attrazione centrale per tutti coloro che vogliono capire cosa ci aspetta dietro l’angolo.
Nato per iniziativa del sindaco Giorgio La Pira come espressione del suo impegno volto alla conoscenza e al dialogo fra i popoli di tutto il mondo, il festival presieduto da Vittorio Iervese e diretto da Alessandro Stellino e Claudia Maci, ha potenziato ancora di più la sua internazionalità e ancora di più lo farà – dicono i responsabili – l’anno prossimo. Molti degli eventi cinematografici e no vedranno la partecipazione di autori e registi. Del resto già l’anno scorso di lockdown i documentari sono stati visti in tutta Italia grazie alla piattaforma MyMovies allargando la platea degli spettatori che anche quest’anno potranno collegarsi da casa.
In totale sono in programmazione 80 film scelti fra i circa mille proposti ai selezionatori che non si sono accontentati delle segnalazioni esterne ma hanno direttamente cercato e scelto quello che ritenevano facesse parte del meglio del cinema documentario internazionale. I criteri principali, a parte la qualità tecnica e registica, li ha indicati Iervese: “Portare le periferie al centro, mettere al centro nuovi talenti”. Il che significa porre all’attenzione ciò che solo apparentemente è marginale e nello stesso tempo mettere sotto la lente le tendenze del futuro attraverso la sensibilità e le idee dei giovani.
Così ci troviamo di fronte a nuovi contenitori come Doc at Work – Future Campus che presenta le voci più interessanti di giovani cineasti emergenti (12 film da 10 scuole di cinema di altrettanti paesi europei) o Habitat sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geo-politico, o ancora a Popoli for Kids & Teens, una selezione di documentari rivolti ai più giovani. Un’iniziativa legata all’aspirazione di allargare la platea del Festival ai più giovani che hanno già dato una risposta positiva.
Tornando alle sezioni tradizionali, i titoli per il grande pubblico sono proposti negli Eventi Speciali, nei Fuori Concorso (anche questa una novità) e in Let the Music Play!, rinnovata sezione musicale. Tra i primi aprirà il festival in prima nazionale Diários de Otsoga, il film girato durante la quarantena da Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro, su una troupe impegnata a realizzare un lungometraggio durante la fase più acuta delle restrizioni del 2020. Da segnalare poi un viaggio alla scoperta della nostra lingua in La fabbrica dell’italiano di Giovanni Ortoleva, dedicato all’Accademia della Crusca, il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School del 2018 nel racconto dei giovani e combattivi sopravvissuti in Us Kids di Kim A. Snyder. Fra i documentari musicali la storia di uno dei più grandi album del rock progressivo di sempre e del suo frontman Robert Fripp in In the Court of the Crimson King di Toby Amies.
In Fuori Concorso, il ritratto intimo del poeta Ferlinghetti, scomparso quest’anno, girato in luoghi iconici di San Francisco e della Bay Area, in Lawrence di Giada Diana e Elisa Polimeni; i “toscani” L’assedio di Marta Innocenti (27/11), in cui la giovane regista descrive il folle accampamento che precede il Gran Premio d’Italia di moto nel circuito del Mugello; e Caveman – Il Gigante Nascosto di Tommaso Landucci (20/11) dedicato a Filippo Dobrilla (1968 – 2019), artista che si è dedicato a scolpire per oltre trent’anni un colosso di marmo in una grotta delle Alpi Apuane.
Il Concorso Internazionale presenta 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta da Kieron Corless (Gran Bretagna), Anita Piotrowska (Polonia), Yolande Zauberman (Francia) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio (euro 8.000); Premio al Miglior Mediometraggio (euro 4.000); Premio al Miglior Cortometraggio (euro 2.500) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.
Fiore all’occhiello del programma è il Concorso Italiano con 7 documentari che rappresentano il meglio della produzione italiana 2021, che verranno sottoposti alla giuria composta dalla regista e autrice Irene Dionisio, dal responsabile editoriale della piattaforma Tënk Jérémie Jorrand e dallo scrittore, editore e selezionatore Giovanni Marchini Camia. In programma la prima mondiale de L’età dell’innocenza di Enrico Maisto (21/11), un diario personale che è anche la storia di un’educazione sentimentale; Il momento di passaggio della regista Chiara Marotta (22/11), che decide di fare ritorno a casa per confrontarsi con la famiglia e la comunità religiosa da cui si è allontanata anni prima.
È dedicato alle straordinarie modalità di interazione di un gruppo di sordociechi e persone con disabilità sensoriali il film di Laura Viezzoli dal titolo Quando tu sei vicino a Me (23/11). In programma, poi, La Zita di Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo (24/11), un ritratto personale di un Sud Italia in cui convivono contraddizioni di mondi distanti; La guerra che verrà di Marco Pasquini (24/11) porta sullo schermo i tempi lenti della vita al fronte, attraverso un’osservazione attenta e silenziosa al fianco dei membri dell’esercito siriano. Federico Cammarata e Filippo Foscarini firmano Tardo agosto (25/11), che cattura il silenzio del tempo e il rumore della vita, sullo sfondo di un paesaggio siciliano di fine estate; Los Zulugas di Flavia Montini racconta la storia di un cittadino italiano di origine colombiana che decide di fare ritorno in Colombia per affrontare il suo doloroso passato (26/11).
Il festival dedica la prima retrospettiva ufficiale al duo di registi francesi Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval. La coppia sarà nel capoluogo toscano per presentare i loro film, incontrare il pubblico e partecipare a tavole rotonde e workshop. Dal titolo “Frontiere in fiamme”, l’omaggio curato da Daniela Persico presenterà una selezione di 15 opere, a partire dall’anteprima italiana di Nous disons révolution (2021) per poi spaziare dagli esordi di Paria (2000) e La blessure (2004), passando per film di grande successo come La question humaine (2007, protagonista Mathieu Amalric) e Low Life (2012), e per progetti più sperimentali come Mata Atlantica (2016) e Saxifrages (2020), fino alle intersezioni con il teatro con la trilogia Project Castellucci (2015), realizzata in collaborazione con Murmuris e il Teatro Cantiere Florida, e Hamlet en Palestine (2017) sul regista teatrale Thomas Ostermeier che indaga sulla morte di Julio Mer-Khamis, direttore del Freedom Theatre, spazio creativo per i giovani palestinesi. Tra gli altri Vendredi 13 (2016): Michka Assayas, fratello del regista Olivier, conduce la puntata del suo noto programma musicale due giorni dopo gli attacchi terroristici a Parigi del novembre 2015. Un momento di lutto che Klotz segue in punta di piedi, affidandosi alla colonna sonora offerta dal DJ, come atto di presenza di fronte al dolore.
Dall’archivio del festival, per la sezione Diamonds Are Forever, l’omaggio ai 30 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica con Our Century di Artavazd Pelechian (1983), sul “secolo breve” in Unione Sovietica, e Elegia sovietica di Aleksandr Sokurov (1989), visione lirica e lucida su un impero in procinto di crollare; l’imperdibile Belovy di Viktor Kossakovsky (1992), uno sguardo realista e poetico sul mondo contadino, e Paradise di Sergej Dvortsevoj (1995), in cui si dedica attenzione ai gesti quotidiani di uomini e donne in lotta per la propria sopravvivenza.
Novità di questa edizione sarà ancora Pop Corner: Incontri ai confini della realtà, i talk del festival nel centro di Firenze: cinque conversazioni per parlare di genere, immaginari, ambienti, culture e generazioni, dal 22 al 26 novembre alle 19 nel nuovo spazio del 25 Hours Hotel (Piazza di San Paolino, 1). Durante i talk, dieci ospiti di eccezione si confronteranno per fornire chiavi di lettura originali sul reale e sulle tematiche di attualità proposte dai documentari in programma al 62° Festival dei Popoli. Tra gli ospiti Gianna Fratta e Vera Gheno (22/11); Michele Smargiassi e Paolo Woods (23/11); Annalisa Corrado e Francesco Ferrini (24/11); Lorenzo Baglioni e Tomaso Montanari (25/11); Irene Dionisio e Voodoo Kid (26/11).
Quest’anno anche un nuovo premio, il Premio “Energie Rinnovabili” che verrà dato a Michelangelo Frammartino in collaborazione con Enegan e CNA Firenze. Tra i registi più radicali e rilevanti emersi nel panorama internazionale degli ultimi 10 anni, il regista incontrerà il pubblico in una masterclass, mercoledì 24 novembre, al cinema La Compagnia
Foto: FUORI-CONCORSO, Caveman, Il gigante nascosto