Guerra & Alluvione: le tragedie che sconvolsero Firenze

Firenze – Fra i libri nuovi o ristampati in occasione del 50° anniversario dell’Alluvione di Firenze del 1966, ce n’è uno che merita particolare attenzione, sia per la personalità degli autori che per il materiale di foto e di documenti che presenta. Fu pubblicato nel 1985 in previsione del ventennale del diluvio che travolse Firenze da Saverio Becocci; la ristampa è stata fatta dalla ATS Italia di Roma. Titolo: Firenze, Guerra&Alluvione, scritto a quattro mani da Mario Carniani e Paolo Paoletti.

Carniani è un letterato specializzato nella letteratura inglese e negli studi artistici. Nel 1966 era una giovane vigile del fuoco che faceva parte della squadra che recuperò il Crocifisso di Cimabue dal fango che aveva invaso Santa Croce. Anche lui insegnante, Paoletti è uno storico prolifico che ha dedicato la vita alla ricerca negli archivi per ricostruire gli eventi della seconda guerra mondiale con accuratezza e amore per la verità al di là della celebrazione e della condanna.

“Decidemmo di ricostruire le due tragedie del XX secolo che hanno messo in ginocchio Firenze perché avevamo visto delle rassomiglianze – dice Carniani – non solo visivamente nelle foto dei ponti distrutti dai nazisti o del Ponte Vecchio risparmiato sia dalla violenza umana che dall’acqua dell’Arno, ma anche dunque nella simbologia. Come la città si riprese con coraggio e determinazione dai due eventi che rappresentano una cesura nella sua storia recente”.

Sono quest eventi – conferma nella prefazione Antonio Paolucci, storico soprintendente per i Beni artistici e storici di Firenze e Pistoia – “che più hanno influito sulla consistenza, sulla conservazione e sulla conoscenza del patrimonio artistico fiorentino”. Del resto, come ricorda nella presentazione Giovanni Spadolini, non a caso Piero Calamandrei chiamò Il Ponte la rivista da lui fondata, “come simbolo massimo della distruzione bellica e di omaggio all’alacrità con cui i fiorentini ripararono i danni delle due rive dell’Arno tagliate e insieme speranza di nel ponte proteso sui grandi dissidi che dividevano l’umanità, il ponte destinato a a ricomporre le regole della concordia, della tolleranza, della collaborazione fra i popoli”.

Paoletti e Carniani ripercorrono in forma minuziosa e cronistica, e con apparato fotografico di grandissimo interesse, il succedersi degli eventi drammatici: gli ultimi giorni che precedono la Liberazione dell’11 agosto 1944 e le ore di dolore e sofferenza delle settimane successive al 4 novembre 1966. Il volume si conclude con le testimonianze di Umberto Baldini che nel 1966 era direttore del Laboratorio di Restauro di Firenze e Paolo Sica, allora ordinario di Urbanistica presso l’Università di Firenze. Sica propone delle riflessione attualissime sui problemi della città che furono messi in evidenza dall’alluvione: l’affaticamento progressivo delle strutture del centro storico, lo sfruttamento intensivo dello spazio, e il consumo che ne fa il turismo di massa, la perdita delle residue qualità della periferia, il traffico, l’anarchia del comportamento: “La storia – conclude – nell’abbracciare il passato senza censurarlo, deve tendere a esprimersi verso il futuro e alla cultura della storia si chiede di produrre modelli nuovi e responsabili di comportamento e di azione”.

 

Il libro verrà presentato venerdì 28 ottobre 2016 alle 17 presso il Plaza Hotel Lucchesi di Firenze, lungarno della Zecca Vecchia, 38. Partecipano, insieme con gli autori, Giorgio Valentino Federici, segretario del Comitato di coordinamento “Firenze 2016 – Toscana 2016”; Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e Cosimo Ceccuti, presidente Fondazione Spadolini Nuova Antologia.  

 

 

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