No al sequestro del cantiere dell’inceneritore di Parma. Lo ha deciso il gip Maria Cristina Sarli che martedì pomeriggio ha depositato l’ordinanza con cui rigetta la richiesta presentata dalla Procura alla fine di luglio nell’ambito di un’inchiesta per abuso d’ufficio e abuso edilizio che vede indagate 13 persone tra amministratori pubblici e dirigenti della multiutility, fra i quali l’ex sindaco Elvio Ubaldi e il direttore generale di Iren Andrea Viero.
Un documento di 30 pagine nel quale la decisione è motivata punto per punto: secondo il giudice sussiste il reato per due capi d’imputazione relativi all’abuso d’ufficio, alla base della domanda di sequestro insieme a presunte irregolarità sull’avvio dei lavori in mancanza di concessione edilizia. In particolare, il gip ritiene fondata l’accusa di illegittimo affidamento diretto dell’appalto di progettazione del Pai (Polo ambientale integrato) a Hera e l’illegittimo affidamento dell’appalto di smaltimento rifiuti del Comune di Parma ad Amps, poi a Enìa e quindi ad Iren. “Posto che l’illecito è già consumato – aggiunge però il gip Sarli – porre il vincolo sul Pai non servirebbe ad evitare il protrarsi o l’aggravarsi di conseguenze dannose”. Dunque non ci sono motivi sufficienti per lo stop ai lavori.