Geotermia e rinnovabili, la Toscana va alla guerra

Firenze – Una proposta di legge sulla geotermia “che salvaguarda l’ambiente, produce lavoro, costituisce un’importante ricaduta economia sul territorio”. E soprattutto, il punto cruciale: la geotermia è da considerarsi energia nel novero delle rinnovabili. E come ben si sa, non si tratta di una mera speculazione sui termini, dal momento che è stato proprio l’attuale governo, con un tratto di penna sul termine “rinnovabile”,  ad aver  estromesso di fatto e di diritto la geotermia dalle fonti rinnovabili, ponendo, come ebbe modo di dire il presidente regionale Rossi in occasione dell’azione governativa, un intero territorio e almeno 3mila lavoratori su un “binario morto”.

Oggi, in occasione dell’incontro a Palazzo Strozzi Sacrati, riassuntivo dei provvedimenti che la giunta regionale consegnerà al prossimo anno, proprio mentre erano in corso manifestazioni nell’area della geotermia “storica” toscana, vale a dire Larderello e dintorni, dopo la “relazione” dell’assessore Monica Fratoni, il governatore ha messo di nuovo in chiaro la posizione della Regione: “La proposta di legge toscana all’attenzione del consiglio – ha detto Rossi –  si basa sull’utilizzo della geotermia mettendo in primo piano non solo lo sfruttamento energetico, ma salvaguardando l’ambiente dall’impatto, che renderemo pari a zero, rendendo concreta la ricaduta di investimenti socio economici sui territori, migliorando l’abbattimento delle emissioni, migliorando l’impatto paesaggistico”. Ed ecco i tre punti fondanti la proposta legislativa regionale: riduzione a livello minimo, tendenzialmente a zero,  delle emissioni in atmosfera favorendo le interconnessioni tra centrali e “abbattitori”, i cosiddetti impianti AMIS (abbattitori di Mercurio e Idrogeno Solforato), nonché il raddoppio di questi per evitare i “fermo impianti”; favorire un impatto paesaggistico delle centrali secondo il modello di progetto di paesaggio; ed infine, un forte impegno nei confronti di una logica di economia circolare, sia il recupero del calore, sia il recupero della CO2.

Per quanto riguarda i territori investiti dalla geotermia, a portarne la voce è il sindaco di Radicondoli, presente oggi all’incontro con la stampa, Emiliano Bravi. Radicondoli è stata spesso presente su queste pagine per la vera e propria rivolta messa in atto dalla popolazione organizzata in comitati molto agguerriti contro l’ipotesi di apertura di varie “coltivazioni” geotermiche, molto concentrate, fa Radicondoli, Montecastelli e Castelnuovo Val di Cecina. Una rivolta condivisa con Casole d’Elsa e il suo sindaco. La possibilità di apertura di pozzi geotermici, a bassa e media entalpia, in un territorio fortemente vocato all’agricoltura di qualità e sostenibile, con forti investimenti privati verso un turismo slow e sostenibile, e per di più costellato da preziose e delicate eccellenze artistiche e storiche, non è mai stata accettata dalle comunità della zona.

Ma da qui a “chiudere” del tutto con la geotermia, ce ne corre. “Non siamo contro la geotermia – dice Bravi – tuttavia nessuno deve dirci dove aprire lo sfruttamento geotermico sul nostro territorio. E’ la comunità territoriale che deve prendere le decisioni del “dove”, secondo i nostri piani urbanistici e nell’osservanza del rispetto del nostro territorio, senza invaderne nuove porzioni”. Insomma, sì al geotermico, ma secondo le esigenze e le decisioni dei Comuni. “Nessuno può decidere, da qui o tanto meno dallo Stato, dove praticare lo sfruttamento geotermico. Quello, lo decidiamo noi”, conclude Bravi.

Ma nonostante le preoccupazioni per il dossier tuttora aperto, “Daremo battaglia fino in fondo, insieme ai territori – ha detto Rossi –  –  perché questa scelta scellerata bloccherà gli investimenti, anche quelli di tutela ambientale, danneggerà l’occupazione e per di più rappresenta un percolo per l’obiettivo di fare della Toscana una regione carbon-free entro il 2050”.

“Abbiamo portato tutte le Regioni a dire no al decreto – ha detto l’assessore all’ambiente Federica Fratoni – e anche questo dimostra le buone e forti ragioni della Toscana. Non ci rassicurano affatto le rassicurazioni del sottosegretario Crippa sulla possibilità di inserire la geotermia in un secondo decreto, quello sulle energie innovative. La geotermia è una fonte ‘matura’ e il suo posto è nel decreto ora in discussione. Siamo di fronte ad un atteggiamento superficiale che intendiamo combattere. E anche sulle tutele ambientali – ha concluso – la Toscana non è seconda a nessuno e la proposta di legge sulla geotermia che è all’attenzione del Consiglio dà tutte le garanzie di un uso della risorsa compatibile anche con le esigenze del paesaggio”.

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