Festival di Santa Fiora: il coro dei minatori compie 40 anni

Santa Fiora – E’ terra aspra l’Amiata, orgogliosa della propria indipendenza, fisiologicamente difesa dall’asperità del territorio. Figlio di minatori nel 1922 a Santa Fiora nasce padre Ernesto Balducci, profeta di pace e maestro di vita nel segno di quell’“umanesimo planetario” di cui si fece portavoce in anticipo sui tempi, tragicamente scomparso ne 1992.

Si deve a lui la creazione alla fine degli anni 70 del Coro dei Minatori, gli amici d’infanzia che “conservano una autenticità umana, una fierezza che li tiene distanti dalle ambizioni e dai conformismi delle società di oggi” come ebbe a dire una volta. Il gruppo che ha continuato a tenere viva la memoria operaia e rurale del Monte Amiata, nel 2008 si è affacciato prepotentemente alla ribalta nazionale grazie a Simone Cristicchi, che l’ha voluto al suo fianco per il progetto “Canti di miniera, d’amore, di vino e d’anarchia”.

Uno spettacolo che gira l’Italia, calcando prestigiosi palcoscenici, dal Parco della musica di Roma agli Arcimboldi di Milano, dall’Ariston di Sanremo (ospite del festival) a piazza san Giovanni per Concertone del Primo Maggio. E che il 13 agosto all’auditorium della Peschiera di Santa Fiora festeggia i suoi primi 40 anni, una festa alla quale partecipano amici e compagni, fra cui spiccano i nomi di Laura Morante e Rocco Papaleo, ai quali potrebbe aggiungersi, sorpresa last minute, quello di Andrea Camilleri.

E’ questo il momento più significativo e emozionante del festival che per un mese, dal 21 luglio al 25 agosto, offre una variegata offerta musicale, folk, pop, classica, occupando spazi e scorci dell’antico borgo medievale (duemila anime), fra i più integri e austeri del Monte Amiata. Aperto domani dal recital del violinista Massimo Quarta, il cartellone 2018 sfodera una bella autorevolezza, come sottolinea il direttore artistico Andrea Conti: “Il festival negli anni si è evoluto, abbracciando diversi generi, dalla canzone d’autore al jazz, dal repertorio sinfonico alla lirica, alla musica da camera, sempre restando in contatto con la sua terra e la sua gente”.

Sono tre le orchestre in calendario, la Regionale Toscana, la Spira Mirabilis (un ensemble che si esibisce senza direttore), e l’Orchestra Jazz di Trento e Bolzano “New Project”, solista Marco Pierobon, già prima tromba al Maggio con Zubin Mehta e a Santa Cecilia con Antonio Pappano. Sfilano poi i cameristi di Santa Cecilia, il Trio Bobo (spin off di Elio e Le Storie Tese), l’Italian e la Quintessenza Brass Band, e la violinista cubana Yilian Cañizares (dal 2000 residente in Svizzera), che combina lo stile di Stépahane Grappelli con i ritmi della sua terra d’origine.

Chiude i battenti il 25 agosto in piazza Garibaldi un concerto operistico con selezione di arie del Rigoletto di Verdi. Info e programma completo www.santafiorainmusica.com

 

 

 

 

 

 

 

 

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