Esclusivo: ecco come sono andate veramente le cose

Non è facile districarsi tra le carte e le intenzioni dei protagonisti di questa intricata vicenda presepiale; che affonda da lontano le radici nel malinteso. E che sconta oggi l’ingigantirsi di un problema via via diventato insostenibile.

Esattamente 11 anni fa curia reggiana e fondazione Manodori si presero cura di trovare una sistemazione al presepe di Beltrami (da molti considerato un capolavoro di genere) in procinto di sloggiare dalla sagrestia del duomo di Reggio in cui aveva deliziato generazioni di visitatori non solo locali. Don Franco Ranza, già parroco di S.Francesco, diventa titolare di S.Nicolò più o meno nell’estate del 1999, quella del terremoto che colpisce anche le sue chiese e si trova tra le mani, nemmeno un mese dopo l’insediamento, il caso Beltrami. Subito rifiuta l’ospitalità al presepe poi, in obbedienza al vescovo e nella necessità di ricevere contributi per i danni del sisma, cede alle perentorie richieste nella convinzione che dopo un decennio il presepio avrebbe abbandonato i locali. E firma un contratto di locazione per 15 milioni di vecchie lire all’anno mai pretese anche perché la Manodori mise a bilancio per la sistemazione delle stanze del presepe 250 milioni di lire parlando di “trasferimento permanente”, formula che potrebbe prestarsi a qualche ambiguità non essendo né perenne o definitivo né transitorio o momentaneo.

Passano gli anni e Giancarlo Beltrami, che ottiene un crescente successo di pubblico, allestisce di natale in natale le sue scene come se dovessero restare lì per sempre. Da una parte non potendo fare altrimenti, dall’altra come frutto di una sua convinta speranza. I dieci anni trascorrono e i nodi vengono al pettine; il 31 luglio 2010 scade il contratto di locazione e nel settembre dello stesso anno, lo studio dell’avvocato Franco Mazza che cura gli interessi dell’artista sottoscrive un documento in cui esplicita “la ferma vol ontà di reperire una soluzione adeguata entro il novembre 2010”. Con conseguente liberazione dei locali occupati. Questa la cronaca passata; poi i fatti odierni con l’arrivo dell’ufficiale giudiziario e l’ultimatum del 28 settembre.

Don Ranza ha tutte le ragioni formali del caso; gli amici del presepe sperano però in un suo ripensamento. Una delle scene più antiche del presepe di Beltrami è quella della ricerca dell’alloggio; che, ironia o crudeltà della sorte, precedeva stamane la stanza in cui l’ufficiale del Tribunale comunicava ai suoi legali la decisione presa

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