Dopo la Juve: mosse di mercato per ritrovare l’Europa

Firenze – Punto e a capo. Questo dobbiamo decretare dopo l’eclatante vittoria della Viola all’Olimpia Stadium. Nei tempi grami, i tifosi sopportavano campionati grigi della Fiorentina aspettando soltanto il “miracolo” di un risultato positivo contro la Juve. Quello assolveva tutto e tutti. Oggi è vietato compiacersi, ed è invece razionale aspettarsi che le lezioni di un anno (le tante negative, e anche questa positiva) ci servano a restituirci la nostra dimensione.

Abbiamo una società dal bilancio rassicurante e una nuova proprietà apparentemente entusiasta e vogliosa di far bene, pur nella oculatezza; il Covid e gli infortuni non ci stanno menomando la squadra (e qui gli scongiuri sono di rito); abbiamo finalmente un tecnico esperto e saggio quanto basta a farci dimenticare lo strazio di un anno con Iachini e il conseguente incubo retrocessione; abbiamo una rosa di giocatori di tutto rispetto, addirittura con qualche campione; ora abbiamo anche il conforto di un “salto in alto” in classifica che dovrebbe restituirci la necessaria serenità. Certo, abbiamo anche dei problemi.

Ma intanto, constato con piacere che Prandelli sta risolvendo quelli tecnico-tattici anche con inventiva: ha sistemato la difesa secondo ragione (ho sempre pensato che, al momento, non si potesse rinunciare ai tre dietro) e ha ben interpretato che il centrocampo, dati i componenti, è la nostra risorsa più sicura, inventando contro la Juve anche un Ribery più centrale, dietro la prima punta, a dare più consistenza al centrocampo e ad accorciare di più i reparti. Non si nega che oggi il calcio vada nella direzione dell’intensità e della velocità, ma quando una squadra va in sofferenza a reggere i ritmi e a giocare a viso aperto, non può che ricorrere alla gestione del gioco e alla padronanza dei tempi, con tecnica, con strategia, magari accentrando e lasciando le fasce, con prudenza, ai soli quinti (ovviamente nel 3-5-2).

Prandelli lo ha capito, come ha capito che Callejon non potrà mai essere Chiesa, e purtroppo non potrà mai essere neanche una seconda punta accanto a Vlahovic, che l’occhio di Prandelli ha visto bene come attaccante inamovibile dalla squadra titolare.

Ecco allora le premesse positive dalle quali trarre indicazioni per il mercato di riparazione. Ho sempre pensato, e sembra che lo pensi anche Prandelli, che non ci sono rivoluzioni da fare. Anche perché da un anno non si sa quanto valgono effettivamente i giocatori in rosa e si rischia di sottovalutarne di buoni. Nessuno di loro ha giocato secondo ragione e nel rispetto delle sue qualità; a partire da Ribery (sempre inutilmente largo sulla sinistra) per finire a Castrovilli (estenuato in un gioco a tutto campo), a Amrabat (a disagio davanti alla difesa), a Igor (mai visto!). Ora si comincia a capire di chi ci si può fidare e di chi meno. Intanto mi sembrano sacrosante le riserve su Pulgar.

È stato l’acquisto più costoso e da lui ci si aspettava ben di più. Non sappiamo ancora quale sia la sua posizione ideale in campo. Certo non quella del centromediano metodista, che sembrava dovesse essere il suo ruolo. E allora, prima di svalutarlo definitivamente, starei attento al mercato (sembra che il Leeds lo cerchi) e approfitterei per monetizzare. A centrocampo potrebbe davvero bastare il giovane Maleh, in arrivo dal Venezia, ma indubbiamente risolverebbe tutti i problemi  il tanto vagheggiato Torreira, per il quale sì che farei un sacrificio! E poi l’attacco. Sembra in partenza Cutrone (18 milioni che sarebbero spesi assai male se lo si riscattasse), ma cederei anche Kouamé. Secondo me accanto a Vlahovic serve una seconda punta dai piedi buoni, e non certo Piatek o Pavoletti, a meno che questi non arrivino come “riserve”.

Non saprei fare un nome. Ma invidio il Crotone che ha trovato un giocatore come Messias (le sue sono le caratteristiche che riterrei fondamentali per rifinire e per concludere le azioni d’attacco alla Viola) addirittura cercando tra i semipro. Ci vorrebbe un colpo fortunato come quello, magari guardando anche all’età (Messias non è giovanissimo). Caicedo? Meglio degli altri di cui si fa il nome, ma anche lui troppo vecchio e non sufficientemente seconda punta come intendo io. L’ideale nel ruolo, e non inarrivabile, sarebbe Berardi. Che Fiorentina, con Torreira e Berardi al posto di Pulgar e Kouamé!

Che completerebbero la squadra anche per il campionato venturo e ci restituirebbero le gioiose attese di una squadra progettata per l’Europa. Sarebbe davvero troppo chiedere, dato che abbiamo ancora il grosso credito per la vendita di Chiesa?

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