Dettagli sconosciuti e tracce di pittura nel Bargello restaurato

Firenze – Il rintocco della Montanina, oggi, ha scandito ufficialmente la conclusione dei lavori di restauro dell’intera struttura museale, medioevale, del Bargello, la storica istituzione fiorentina che, dopo vari utilizzi e vicissitudini, dal 1865 è diventata il primo Museo Nazionale italiano dedicato alle arti del Medioevo e del Rinascimento.

Il restauro complessivo dell’edificio, costruito nel 1255, inizialmente avvenuto durante la seconda ondata della pandemia, nel periodo di chiusura del museo, è stata un’azione rapida e approfondita grazie alla felice sinergia tra esperti, tecnici e 24 tra operai e restauratori professionisti. In 15 mesi o meglio 425 giorni l’intervento ha interessato tutti i paramenti lapidei, la torre Volognana, le finestre, gli stemmi, il cortile e i cancelli.

Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello afferma: “Questo risultato, caratterizzato da un forte impegno nella tutela del costruito storico, è frutto di un nostro lavoro comune e della Direzione Generale Musei e della Direzione Generale Bilancio che ringrazio particolarmente”.

Per la prima volta, dalla sua rinascita a spazio culturale, dopo essere stato sede dei Podestà e delle vicende cittadine nella Firenze comunale, poi residenza della polizia e carcere, il Bargello ha subito un controllo accurato complessivo. Nelle fasi di restauro sono emersi anche dei dettagli finora sconosciuti, come le firme degli scalpellini intervenuti con le loro opere durante il corso di questi ottocento anni, tracce di pittura e date incise nella pietra.

I numeri sono veramente da capogiro: oltre 12mila metri quadrati di pietra forte e pietra serena pulita e stabilizzata, 128 stemmi e 124 finestre restaurate compresa la monumentale finestra del Salone di Donatello, alta 5 metri, i 93 merli e le 199 mensole in pietra per un costo totale di 1 milione e 800mila euro, finanziato dal Ministero della Cultura. La parte più danneggiata, la torre Volognana, nei suoi 55 metri di altezza è stata consolidata e pulita in un tempo eccezionalmente breve tra giugno e luglio.

Spiega il direttore dei lavori, Giancarlo Lombardi: “Questa particolare “pelle” di pietra forte, si racconta, racconta la sua lunga vita mostrandosi attraverso, le diversità di tessitura muraria, le quasi invisibili decorazioni degli archi delle finestre, le ossidazioni della pietra conseguenze degli incendi, e le tante firme degli scalpellini che la hanno costituita, tanti sono gli elementi che permettono la lettura dell’anima di questa pelle del palazzo, sicuramente bisognosa di grandi cure e attenzioni perché il degrado della pietra forte è molto sensibile agli agenti climatici e ambientali, questo è stato il principale compito di questo cantiere”.

La “pelle” del palazzo che è costituito da pietra forte e pietra serena è stata pulita e verificato il suo stato, pietra per pietra. Nel cortile, gli stemmi e altri decori lapidei sono stati accuratamente ripuliti e restaurati, come anche le finestre dell’edificio, sono state restaurate con interventi differenziati secondo necessità.

La vetrata del Salone di Donatello e della Cappella della Maddalena, è stata oggetto di un pesante restauro, come la grande bifora in muratura, realizzata da Benci di Cione nel 1345, e il cancello sulla scalinata opera di Giuliano da Sangallo.

Afferma Maria Cristina Valenti, Responsabile unico del procedimento e capo dell’ufficio tecnico dei Musei del Bargello: “Con mia grande soddisfazione il Palazzo del Bargello torna oggi a risplendere non solo come contenitore di opere d’arte, ma esso stesso come opera d’arte e architettura”.

Per meglio raccontare il restauro del Palazzo del Bargello, come realtà storica, prima come sede istituzionale e poi museo, è stato realizzato un video da Visivalab, in italiano e in inglese, visibile online su YouTube dei Musei del Bargello o fruibile con il codice QR che i visitatori troveranno nel cortile del Bargello.

 

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