Firenze – Nuova edizione della rassegna di danza La Democrazia del corpo 2022 creata da Virgilio Sieni. La prima parte si articola in due mesi di programmazione con le proposte di alcuni tra i più significativi protagonisti della scena contemporanea.
CANGO, dal 24 febbraio al 30 aprile, accoglie spettacoli di Compagnia Xe-Julie Ann Anzilotti, Romeo Castellucci, Fosca, Cob Compagnia Opus Ballet, Massimiliano Civica, Kinkaleri, Marco D’Agostin, Camilla Monga con Emanuele Maniscalco, Motus.
La rassegna presenta 9 progetti (3 in prima assoluta e un numero complessivo di 25 repliche), che indagano la danza, i linguaggi del corpo, le arti performative, per tessere narrazioni ricche di contaminazioni e risonanze che, per molti dei protagonisti, investigano il concetto di tempo.
L’attenzione si posa su forme di sensibilizzazione e condivisione dell’arte nelle sue varie declinazioni espressive per restituire processi creativi carichi di gesti, visioni, dettagli, ricerche e slanci poetici che concorrono ad ampliare l’esperienza artistica, culturale, partecipativa, tracciando una mappa emozionale e percettiva tra artisti e pubblico.
Compagnia Xe di Julie Ann Anzilotti presenta C’è un Tempo (foto), lavoro che trae ispirazione da temi legati al tempo che si ritrovano nel libro biblico del Qohelet o Ecclesiaste e che è parte di un più ampio progetto di valorizzazione delle diverse abilità. La serata si conclude con la presentazione del libro Impronte di una danza. Storia d’amore fra teatrodanza e abilità differenti (24/02).
Romeo Castellucci, tra i più acclamati artisti della scena internazionale, scuote lo sguardo dello spettatore con Il Terzo Reich, una serrata sequenza e un affastellarsi frenetico della totalità dei sostantivi del vocabolario italiano, che rappresentano potenzialmente tutti gli oggetti della realtà dotati di un nome, proiettati uno a uno per creare l’immagine di una comunicazione inculcata e obbligatoria la cui violenza è pari alla pretesa di uguaglianza. Precede la proiezione un’azione simbolica in cui una performer dà vita a un cerimoniale di “accensione” del linguaggio (18,19/03).
Fosca con OrO (prima assoluta) esplora le trasformazioni di due corpi che si lasciano possedere da figure antropomorfe, strane dee, buffe creature, astratte e carnali, per rivelare qualcosa di perfetto, semplice, incorruttibile, puro come l’oro (22,23/03).
White Room (prima assoluta) di COB Compagnia Opus Ballet intende approfondire gli aspetti emozionali dell’inverno, indagandone la trasposizione in forma di stato d’animo e ritraendo una dilatazione del tempo che mette in scena la fatica e la costanza dell’essere umano (31/03>03/04).
Massimiliano Civica in L’angelo e la mosca. Commenti sul teatro dei grandi Mistici illustra aspetti, comportamenti e situazioni del mondo del teatro e dei suoi protagonisti attraverso i racconti di Baal Shem Tov e dei Rebbe dello Shassidismo, le storie dei Sufi e le poesie di Jalal al-Din Rumi, gli indovinelli dello Zen e le parabole di Jesù nei Vangeli Apocrifi (06/04).
HellO° di Kinkaleri è il corpo della tragedia. Tragedia del linguaggio e del corpo sottomesso alle sue leggi. Il solo di un corpo trionfante nella sua fragilità, nei movimenti e nella stasi, nell’intensità e nel colore, nelle voglie e meraviglie, nel suo porsi come unica certezza di presenza e realtà (08,09/04).
Best Regards di Marco D’Agostin: “Ho conosciuto e lavorato con Nigel Charnock nel 2010. Questo incontro ha segnato una linea netta nel mio modo di pensare la performance. Dopo di lui, la possibilità di una danza è per me l’orizzonte entro il quale tutto in scena può accadere”. Un tributo laico e pop per dare corpo e voce alla nostalgia di coloro che non sono arrivati in tempo per dire quello che volevano (14/04).
Sull’attimo, in prima assoluta, è il lavoro di e con Camilla Monga ed Emanuele Maniscalco: il tempo senza tempo è il luogo della memoria dei suoni e dei gesti che si insinuano tra le molte variazioni musicali (pianoforte e batteria) e coreografiche esplorate generando un cambiamento percepibile solo sull’attimo che gioca su scrittura compositiva e improvvisazione (22,23/04).
In You were nothing but wind di Motus, Silvia Calderoni incarna la figura di Ecuba, donna agguerrita, traducendone la disperazione e la furia. Attraversando anche l’Ecuba di Euripide – dove Polimestore le predice che si trasformerà in una “cagna nera con gli occhi di fuoco” – si entra negli scenari post umani di “un mondo a venire” (29,30/04).
La Democrazia del corpo, un progetto di Virgilio Sieni a cura del Centro di Produzione della Danza, si realizza grazie al sostegno di Fondazione CR Firenze, Comune di Firenze, Regione Toscana.